Zaia “Con l’Autonomia differenziata il Sud ha un’occasione di riscatto”

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VENEZIA (ITALPRESS) – “Noi siamo abituati alle strade in salita e non ci fanno paura”. Così il presidente del Veneto Luca Zaia nell’intervento conclusivo, in dialogo con Maurizio Belpietro, della “1^ Giornata dell’Autonomia – Verso la concreta attuazione della volontà popolare”, organizzato dalla Giunta e dal Consiglio regionale del Veneto. “La gestione locale dell’ultimo miglio rende molto di più: come ci ha dimostrato l’esperienza del Covid. A noi cittadini piace avere degli interlocutori certi” ha detto Zaia. “Consideriamo l’autonomia una ‘no fly zonè, non parliamo di politica, ma pensiamo che il Governo ha dato una grande opportunità: l’obbligo di definizione dei Lep – ha proseguito il governatore -. Per anni ho sentito dire che i Lep erano una priorità e ora che lo sono diventati grazie all’autonomia si deve capire che questo è un investimento per cui ci si dovrebbe battere”.
Zaia ha ricordato i giorni del referendum del 22 ottobre di 7 anni fa: “Qualcuno allora parlò di falso referendum, ci vietarono anche di usare la tessera elettorale, cosa scandalosa, perchè volevano farla passare come una ‘gazebatà. E invece i veneti andarono sotto la pioggia a votare”. Rimandando al mittente l’obiezione dell’autonomia come secessione dei ricchi, Zaia ha ribadito: “Questo è davvero un paese a due velocità, con tante sperequazioni. ma non sono figlie dell’autonomia, bensì del centralismo. Io credo che il Sud abbia davvero un’occasione di riscatto con l’autonomia, perchè permette di dare le chiavi in mano al cittadini. Pensiamo al turismo: il Veneto è già prima regione d’Italia, mentre il Sud ha un margine di crescita eccezionale in questo settore. Il Sud non è una partita persa, al contrario. Ma se la ritiene così allora continuerà con l’assistenzialismo senza guardare in prospettiva”. Concludendo, Zaia ha ribadito: “L’autonomia è centripeta e il grande valore del nostro Paese sono le sue peculiarità. L’autonomia è un’esaltazione di tutto ciò che non siamo riusciti a valorizzare: o la facciamo per scelta o per necessità”.
Nell’aprire i lavori, il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti ha sottolineato: “La giornata dell’autonomia che celebriamo in questo giorno fortemente simbolico e in questo spazio così emblematico non è un esercizio accademico di studiosi del Diritto costituzionale, non è una flebile speranza ma è un concreto processo in itinere grazie ad un governo che sta attuando il dettato costituzionale con un confronto serio e noi speriamo il più celere possibile” ha detto in apertura dei lavori il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti.
“Il Veneto è stato parte decisiva nell’indicare il percorso democratico trasparente, nel pieno solco della legalità e tradizione delle democrazie liberali europee – ha proseguito -. L’autonomia è elemento chiave dell’identità culturale del popolo veneto, che è espressa nella quotidianità, nel lavoro come nella vita sociale dove il cittadino e la famiglia non attendono l’aiuto risolutivo di soggetti esterni, non pretendono pensioni o redditi di cittadinanza ma davanti alle difficoltà i veneti si danno da fare, cercano soluzioni, stabiliscono priorità nella spesa ed altrettanto fanno le comunità locali, i paesi, città ed i territori applicando così nel vivere quotidiano la sussidiarietà”.
Ciambetti ha ricordato che “non è l’autonomia dei ricchi contro i poveri. L’autonomia non è contro nessuno, casomai è per chi vuole affrontare la difficile strada della responsabilità. Perchè essere autonomi non significa essere egoisti o venir meno ai propri doveri di solidarietà verso i più poveri o verso chi ha veramente bisogno. Non possiamo però accettare un livellamento verso il basso dei servizi. Noi sappiamo che l’autonomia è senso di responsabilità. E’ esercizio democratico. Pretende sacrificio e intelligenza. Trasparenza e onestà intellettuale”.
Renato Mason, segretario della Cgia di Mestre, ha presentato i numeri della finanza pubblica, con focus sul Veneto: ne è emerso che il Veneto si colloca al penultimo posto della graduatoria della spesa statale e che in 13 missioni su 16 la spesa statale nella regione è inferiore alla media. Pur essendo la spesa pubblica in Veneto pari al 36,4% del PIL (al Sud è al 58,9%), da anni la Regione è prima per erogazione dei livelli essenziali di prestazione (lep). In chiusura, Mason ha sottolineato: “L’autonomia differenziata non incide sulla sostenibilità dei conti pubblici” citando la legge 86/2024 secondo cui “Dalle intese non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
E ancora: L’attuazione dell’autonomia differenziata cambia il soggetto decisore in molte materie e funzioni: la gestione della spesa pubblica si avvicina ai cittadini e ai territori, sulla base del principio costituzionale di sussidiarietà. Grazie alla buona capacità amministrativa, il Veneto è in grado di generare, a parità di risorse, migliori risultati in termini di qualità/quantità di servizi erogati ai cittadini (rispetto allo Stato)”. Infine, Cgia certifica che “l’autonomia fa bene all’economia: uno studio della Fondazione per la sussidiarietà ha dimostrato come un aumento del 10% del livello di decentramento stimoli una crescita del Pil pro capite dello 0,64%”.
Quindi Mario Bertolissi, professore emerito di Diritto Costituzionale all’Università di Padova ha evidenziato: “L’autonomia unisce e non divide. Sembra una provocazione, ma in realtà è chiaro che l’Italia è molteplice: ex pluribus unum, non viceversa. Il Veneto ha una storia attraversata dal pluralismo e dall’autonomia: Venezia è stata ammirata per la sua forma di governo, combinazione ammirabile di popolo e aristocrazia, retta dalla separazione dei poteri indipendente da tutto e tutti”.
“il Veneto – ha aggiunto Bertolissi – è l’unica regione che confina con due regioni a statuto speciale: il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige: chi vive qui non gode dei vantaggi di chi risiede in questi territori vicini e questo significa disporre di minori competenze, risorse finanziarie e servizi per cittadini e imprese. Oltre 30 Comuni vorrebbero lasciare il Veneto e le ragioni di malessere vanno rimosse. Si può rimediare? Sì, chiedendo nuove forme di autonomia. Buon governo e buona amministrazione non rappresentano miti, ma sono il risultato di azioni concrete che devono fare i conti con quel che c’è a partire dalle risorse disponibili. Nelle classifiche nazionali la Regione Veneto si colloca tra le prime da sempre, a cominciare dai livelli essenziali di assistenza e dalla qualità delle prestazioni sanitarie. l’autonomia differenziata serve a migliorare e potrebbe valere anche dall’istruzione. I pro e i contro dell’autonomia sono stati quindi approfonditi nella tavola rotonda che ha visto a confronto Raffaele Bifulco, professore ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università di Roma Luiss Guido Carli, Andrea Giovanardi, professore ordinario di Diritto Tributario all’Università degli Studi di Trento e Ludovico Mazzarolli, professore ordinario di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Udine.

foto: f17/Italpress

(ITALPRESS).