Consumatori trentini: clima di fiducia in miglioramento, ma ancora negativo

Indagine periodica della Camera di commercio che evidenzia una situazione di stabilità, migliore di quella del NordEst e nazionale.

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Consumatori trentini

Sulla base dei risultati dell’ultima rilevazione, nel settembre scorso, l’indice del clima di fiducia dei consumatori trentini era di -4,8 punti, su una scala compresa tra +100 e -100. Si tratta di un dato in aumento di circa 12 punti rispetto a quanto registrato nello stesso periodo dell’anno precedente, quando il contesto economico era ancora particolarmente complesso: l’inflazione, pur in rallentamento dopo un prolungato periodo di crescita intensa, si attestava su valori ancora superiori al 5% e i tassi di interesse subivano un ulteriore incremento riflettendo l’approccio restrittivo della Bce; tutti fattori che avevano contribuito a indurre i consumatori verso giudizi più negativi rispetto a quelli registrati nella recente indagine.

L’indice del clima di fiducia dei consumatori trentini, seppur negativo, risulta comunque migliore di quanto rilevato nel NordEst (-10,7), a livello nazionale (-15,3), sul fronte europeo (-11,8) e anche rispetto al valore registrato in Germania (-11,0), che per il secondo anno consecutivo sta affrontando una fase di recessione economica.

Entrando nel dettaglio dell’indagine di settembre, si riscontra che, nei prossimi dodici mesi, più della metà degli intervistati (52,1%) prevede una situazione economica personale complessivamente stabile, il 27,4% ritiene probabile un miglioramento, mentre il 13,0% ipotizza un peggioramento. Anche riguardo alle aspettative sulla situazione economica della propria famiglia, prevalgono i giudizi di stabilità (65,7%). Per i prossimi dodici mesi, il 14,7% dei rispondenti esprime valutazioni più ottimistiche, mentre il 5,9% prevede un peggioramento.

Per quanto riguarda la capacità di effettuare risparmi in prospettiva, il 33,8% degli intervistati si dichiara fiducioso. Il 43,6%, invece, immagina di non riuscire a risparmiare, manifestando difficoltà all’ipotesi di dover far fronte a spese impreviste. Infine, la scelta del restante 22,6% di non rispondere al quesito, può essere interpretata come un segno di incertezza rispetto alla capacità di fare previsioni finanziarie future.

Con riferimento alle intenzioni di acquisto di beni durevoli (elettrodomestici, prodotti elettronici e mobili), il 41,7% dei consumatori, che hanno partecipato all’indagine, prevede di mantenere invariato il proprio livello di spesa. Il 39,1% intende ridurlo, mentre un contenuto 6,3% dichiara l’intenzione di aumentare le risorse destinate all’acquisto di questo tipo di beni. Con riferimento alle spese di maggior valore, come l’acquisto di un’automobile o la manutenzione di un’abitazione, circa l’80% degli intervistati afferma di non averne in programma.

Sempre negli ultimi dodici mesi, oltre l’85% dei rispondenti ha dichiarato di non aver fatto ricorso a forme di credito al consumo, confermando la tendenza diffusa tra le famiglie trentine a evitare l’acquisto di beni o servizi tramite prestiti. Le ragioni possono risiedere sia in un atteggiamento prudente rispetto alle spese, sia in una più bassa necessità di ricorrere all’indebitamento. Ma un peso importante lo ha ancora il caro tassi, specie per il credito al consumo, con un Taeg spesso ancora a due cifre.

 

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