Superstrada pedemontana veneta, calano i canoni di concessione

La regione Veneto “libera” 44 milioni di euro precedentemente vincolati. S’aggrava l’infiltrazione d’acqua nella nuova galleria di Malo.

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superstrada Pedemontana Veneta

Per la Superstrada pedemontana veneta si profila per l’ente concedente, la Regione Veneto, un calo dei costi preventivati in termini di canoni annui di disponibilità, liberando così risorse precedentemente vincolate nel bilancio regionale.

«La determinazione espressa dal Collegio Consultivo Tecnico sul valore del canone di disponibilità da riconoscere da parte della Regione al concessionario per il 2024, da aggiornarsi per gli anni successivi per l’intera durata della concessione, ha confermato la correttezza della nostra tesi – ha detto il vicepresidente della Regione e assessore alle infrastrutture e trasporti, Elisa De Berti -. In base a tale atto, la Regione deve versare alla società SPV Spa un canone a partire dalla data di entrata in esercizio dell’infrastruttura, rivalutato secondo una formula che tiene conto, per l’intera durata della concessione, pari a 39 anni, del tasso di inflazione e dei flussi di traffico previsti. La determinazione va a confermare che la posizione assunta dalla Regione negli ultimi quattro anni è sempre stata corretta e coerente a quanto previsto dal contratto, pertanto maggiori richieste del concessionario vanno respinte».

A livello economico, la decisione del Collegio Consuntivo Tecnico del 15 ottobre 2024 «consente di liberare risorse che prudentemente la Regione aveva accantonato quest’anno, nel momento in cui si era manifestato questa difformità di pareri – prosegue De Berti -. Si tratta di circa 44 milioni di euro, dal momento che secondo la tesi sostenuta dalla Regione, il canone viene calcolato a partire dal 2024 ed è quindi pari a circa 154 milioni di euro contro i circa 198 milioni di euro, calcolati a partire dal 2020, secondo il concessionario».

Il Collegio è costituito, come previsto dal nuovo Codice dei Contratti, da cinque componenti, due dei quali nominati dalla Regione del Veneto, concedente, e due dalla SPV Spa, concessionaria della Pedemontana, oltre che da un presidente individuato di concerto tra i quattro rappresentanti.

«Secondo quanto deliberato dal CCT – ha spiegato De Berti –, si può parlare di canone di disponibilità solo ad avvenuta messa a disposizione dell’infrastruttura, ovvero dal 1° marzo 2024, e non da fine 2020, come inizialmente previsto. Pertanto il conteggio per la sua rivalutazione deve partire dall’effettiva entrata in esercizio dell’opera. Diversamente, il rischio di costruzione, che deve rimanere in capo al concessionario unitamente al rischio di disponibilità, sarebbe traslato in capo alla Regione».

Intanto si aggrava il problema delle infiltrazioni d’acqua nella galleria di Malo della Superstrada pedemontana veneta: secondo quanto denunciano i consiglieri regionali del Pd, Chiara Luisetto e Andrea Zanoni che hanno effettuato un controllo sul posto, «per la terza volta la galleria di Malo viene investita di una cascata d’acqua: è accaduto il 16 maggio, si è ripetuto l’8 ottobre e nuovamente oggi siamo punto a capo».

superstrada pedemontana veneta
Le infiltrazioni d’acqua nella galleria di Malo.

«Questa mattina – ha aggiunto Zanoni – mi sono voluto recare sul posto dopo la segnalazione di alcuni cittadini che mi avevano informato del blocco di una corsia nella galleria e la scena cui ho assistito è stata impressionante. Altro che infiltrazioni o gocciolamenti: una vera e propria cascata, una lama d’acqua ininterrotta trasversale ad un’intera corsia. Nel frattempo – sottolineano Luisetto e Zanoninon c’è stata alcuna risposta alle interrogazioni di maggio e del 10 ottobre scorso, e all’accesso agli atti del 14 ottobre relativo alla richiesta del progetto, citato dalle diverse testate giornalistiche venete, che Claudio Dogliani della SIS avrebbe presentato alla Regione per risolvere il problema È preoccupante – continuano Luisetto e Zanoni – che la Regione da maggio ad oggi non abbia preteso da SIS la soluzione del problema, perché è inammissibile che una struttura nuova di zecca come la galleria di Malo faccia acqua da tutte le parti».

Zanoni ha concluso ricordando che «l’assessore De Berti ha annunciato di ricorrere alle vie legali, ma fino ad oggi non risulta che la Giunta regionale abbia adottato alcun atto formale contro la SIS. Sono poi curioso di vedere il progetto di Dogliani perché la galleria di Malo si trova sotto uno strato di terreno e roccia profondo circa 200 metri dal piano campagna e la coibentazione contro le infiltrazioni è sopra la calotta di cemento armato, problema grave e tecnicamente difficile da risolvere. Una cosa è certa: l’acqua nei cementi armati causa il progressivo depauperamento della struttura».

 

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