Nei prossimi giorni delibera per spostare il termine. Le concessioni rendono agli enti locali 100 milioni di euro all’anno in termini di canoni.
La Giunta provinciale di Trento approverà nei prossimi giorni una delibera che permetterà di far slittare al 31 marzo 2029 il termine per i rinnovi delle grandi concessioni idroelettriche in scadenza su cui hanno già messo gli occhi i grandi gruppi internazionali.
La nuova data, ha detto il presidente del Trentino Maurizio Fugatti, è stata individuata sulla base di un approfondimento delle norme statutarie e di attuazione dell’Autonomia. «La decisione della Giunta è stata quella di far interpretare il nostro Statuto di autonomia in relazione dell’ampio interesse pubblico sul tema delle concessioni, che non riguardano solamente la produzione energetica ma anche il tema della gestione idrica e del territorio nel suo complesso», ha spiegato Fugatti.
Il provvedimento riguarderà principalmente 16 grandi impianti di produzione idroelettrica ex Enel, il cui termine per la concessione è attualmente fissata al 31 dicembre 2024. La proroga, stabilita in seguito di una consulenza specifica affidata, assieme all’Alto Adige, allo studio di giuristi costituzionalisti Caia, servirà ad approntare l’istruttoria per la riassegnazione, in attesa di un possibile cambiamento delle disposizioni per il Paese a livello europeo.
Per alcuni impianti più piccoli dovrebbero rimanere i termini di fine concessione già fissati. La proroga permetterà di capire in quale direzione intenda muoversi la Commissione europea sul tema dei rinnovi delle concessioni idroelettriche, anche perché l’Italia è attualmente l’unico Paese al quale è stato chiesto, per accordi contenuti nel Pnrr, di procedere con la messa a bando delle concessioni.
Questo non è il primo tentativo di dribblare le gare europee per il rinnovo delle concessioni idroelettriche. Nel 2022, la Provincia di Trento approvò una legge che prevedeva una proroga di diritto agli attuali concessionari fino al 2029 e la possibilità di un rinnovo dell’affidamento sulla base di investimenti infrastrutturali. La legge è stata impugnata dal governo per questioni di legittimità nel febbraio 2023.
«Nel 2022, a fronte di un boom dei prezzi dell’energia, si decise di dare vita a una legge che interveniva sul tema delle concessioni idroelettriche con proroga e rinnovo concessioni legate a investimenti. Ora la decisione spetterà alla Corte costituzionale, in ogni caso noi riteniamo di poter procedere ad una proroga in relazione all’interpretazione delle norme del nostro Statuto di Autonomia» ha puntualizzato Fugatti.
Attualmente, le grandi concessioni idroelettriche in Trentino rendono agli enti locali all’incirca cento milioni di euro all’anno di canoni, per una produzione complessiva pari a 3.510 gigawatt che potrebbe anche crescere con adeguati investimenti di potenziamento degli impianti. Secondo le stime tecniche degli uffici provinciali, la produzione di elettbricità rende il territorio provinciale pressoché autosufficiente dal punto di vista energetico, oltre che esportatone netto di energia elettrica.
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