Il Tunnel del Brennero va, ma crescono i problemi sulle tratte di adduzione

In alto mare il tratto tra Fortezza e Verona in Italia. In Germania bocciata la proposta di variante di 54 km in Baviera. Cala il trasporto merci su rotaia.

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Mentre i lavori di scavo per la realizzazione del Tunnel del Brennero proseguono per realizzare la galleria ferroviaria più lunga al mondo, vanno invece al rallentatore le tratte di accesso all’infrastruttura da realizzare in Italia e in Germania.

In Italia la tratta tra Fortezza e Verona è ancora a livello di progettazione, con parecchi problemi per quanto riguarda le varianti di attraversamento delle città di Bolzano, Trento e Rovereto, tanto che si pensa difficile il completamento del tracciato in vista dell’apertura del Tunnel del Brennero al 2032.

Ma problemi giungono anche dalla Germania, dove la tratta di accesso di 54 chilometri in Baviera è stata bocciata dalla coalizione di governo Cdu e Csu proposto da Deutsche Bahn tra Monaco e Kufstein e pretendono una rielaborazione del progetto con più gallerie e il sottoattraversamento del fiume Inn.

Una richiesta che non solo farebbe lievitare i costi, ma anche allungherebbe i tempi di realizzazione. La galleria dovrebbe entrare in funzione nel 2032, ma la tratta d’accesso in Germania solo dopo il 2050, se Berlino non dovesse dare il via libera entro il 2025.

Intanto, il traffico merci su rotaia sulla tratta del Brennero è calato sotto il 27% a causa, secondo il ministro uscente all’ambiente dell’Austria, Leonore Gewessler, del caro energia per i treni che è stato più accentuato del caro gasolio per i Tir. Con il risultato di allontanare l’obiettivo del 40% di merci su rotaia previsto da Vienna per il 2040.

Ma va male anche la “RoLa”, l’autostrada viaggiante che carica su carri ferroviari ultrabassi i camion completi nella tratta tra Trento e Kufstein per oltrepassare i divieti di circolazione unilaterali in vigore nel tratto autostradale tirolese, già oggetto di procedura d’infrazione comunitaria attivata dal governo italiano.

Il progetto di ampliamento dello scalo di Trento con l’adeguamento dei binari a 750 metri di lunghezza al nuovo standard di circolazione dei treni merci europeo ha visto la triplicazione dei costi iniziali, passati dalla previsione già ritoccata al rialzo di 25 milioni (inizialmente era di 16 milioni) a ben 53 milioni secondo quanto comunicato da Rfi, soggetto incaricato della realizzazione dell’operazione.

Ora è scattata la corsa alla ricerca delle coperture, sperando di trovare nel ministero alle Infrastrutture un consistente adeguamento rispetto ai 4,3 milioni già stanziati. Il tutto per potenziare la capacità di trasporto di camion su ferrovia a 35 coppie di treni al giorno, con la riduzione dei tempi di carico e scarico dei camion dai convogli ad un’ora.

 

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