Sono terminati i lavori di efficientamento, realizzati grazie al Superbonus 110%, per migliorare la prestazione energetica di 22 edifici Erp, le case popolari di proprietà del comune di Bologna e di 49 edifici di proprietà mista. Gli interventi dal valore complessivo di 120 milioni di euro, ai quali il comune ha contribuito, rientrano nel Piano per l’Abitare.
«Volevamo unire il nostro impegno sul fronte della tutela ambientale anche quello della giustizia sociale – spiega il vicesindaco felsineo, Emily Clancy -. Nell’ambito di “Missione Clima” ci siamo interrogati su tutti gli interventi che un’amministrazione dovrebbe fare per raggiungere della neutralità carbonica entro il 2030. È più intuitivo pensare alla mobilità e ai trasporti, ma noi sappiamo che moltissime emissioni sono prodotte dagli edifici».
Per Clancy «la povertà energetica colpisce di più chi abita nelle case popolari» ed è costretto a pagare «bollette spesso più care anche dello stesso canone d’affitto».
L’intervento messo a segno da comune ed Acer è andato a beneficio di oltre 6.500 persone che vivono in 3.287 alloggi delle case popolari dei quali 1.959 di proprietà comunale (di cui 91 nei comuni limitrofi) e 1.328 di proprietà privata (di cui 229 nei comuni limitrofi).
«È il più grande intervento di efficientamento energetico sul patrimonio della nostra edilizia residenziale pubblica – aggiunge Clancy – e riguarda il 16% degli alloggi Erp di proprietà comunale, con un miglioramento di almeno 2 classi energetiche e con un risparmio di emissioni pari a circa 1,5 milioni di mc/anno di CO2».
Il presidente di Acer, Marco Bertuzzi, sottolinea come «manchi una misura strutturale, stabilita a livello governativo, per l’edilizia popolare pubblica. Noi andiamo avanti con la manutenzione ordinaria e con quella straordinaria partecipando a bandi. Avevamo però chiesto che, almeno per l’edilizia pubblica, il Superbonus 110% fosse prolungato. Non è stato possibile ma l’edilizia popolare pubblica è quella che necessita di maggiore manutenzione, perché è stata costruita soprattutto negli anni ’50, ’60 e ’70».
Difficile dargli torto: chissà quanti alloggi di case popolari sarebbe stato possibile ristrutturare utilizzando i milioni regalati dai grillini (con la connivenza del Pd) per ristrutturare 8 castelli e migliaia di ville e villette, prime e seconde case. Chissà.
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