In Friuli ogni anno vengono tagliati oltre 200.000 metri cubi di legno, ma solo una modesta parte resta in Regione: il restante viene esportato per essere lavorato all’estero e nuovamente importato, «con una forte perdita di valore aggiunto» per la filiera del legno. Lo ha rilevato Alessandro Fantoni, capogruppo del gruppo Legno arredo di Confindustria Udine. «Questo legname che se ne va – ha aggiunto Fantoni – potrebbe restare sul territorio se ci fossero le risorse umane in grado di valorizzarlo, a partire dall’edilizia».
Nel corso di un convegno organizzato da Confindustria Udine, cui hanno preso parte anche alcuni funzionari della Regione Friuli Venezia Giulia e diversi docenti e rappresentanti dell’Università di Udine, del Cluster Legno arredo FVG, del Carnia Industrial Park, dell’Isis Fermo Solari di Tolmezzo, del Cesfam e di Friuli Innovazione, è emersa anche l’esigenza di «mappare l’attuale offerta formativa riguardante la filiera legno, in particolare sul territorio montano, che sarà oggetto di importanti misure di supporto finanziario da parte della Regione».
Un focus è stato inoltre dedicato agli indirizzi formativi della filiera legno attivati all’Isis Solari di Tolmezzo, che con i suoi corsi per operatore del legno e perito edile con indirizzo sulla lavorazione del legno coinvolge 150 studenti, ai corsi delle facoltà di architettura, agraria e scienze ambientali dell’ateneo friulano, e ai percorsi formativi svolti dal Cesfam di Paluzza.
«L’attuale offerta didattica – ha osservato Fantoni – è un buon punto di partenza, che può e deve sicuramente essere incrementato per supportare le aziende del territorio che necessitano di una ancora più completa formazione sulle tecnologie del legno, che parta dalle scuole professionali per arrivare fino all’università e alla ricerca».
Investire sulla filiera del legno è vincente anche per questioni ambientali, visto che a livello forestale migliora la sicurezza e sanità dei boschi, migliorandone la resistenza agli attacchi dei patogeni e del maltempo, prevenendo anche la diffusione degli incendi, mentre la successiva trasformazione del legno con le moderne tecniche dei pannelli multistrato incrociati X-Lam consente di realizzare elementi per l’edilizia a ridotto impatto ambientale – decisamente inferiore a quello dei laterizi tradizionali -, con una resistenza sismica e agli incendi decisamente superiore, oltre a tempi di realizzazione in cantiere decisamente ridotti, a vantaggio anche dei minori costi.
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