Concordato preventivo biennale: penalizzazioni per chi non aderisce

Stella (Confprofessioni): «inaccettabile inserire in una lista di accertamento selettivo i contribuenti onesti che non aderiscono, anche se in possesso di una pagella alta».

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Il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.

Il concordato preventivo biennale continua a fare discutere i potenziali interessati al provvedimento e gli operatori professionali chiamati a consigliare i contribuenti su come comportarsi, anche se ciò è reso sempre problematico dai continui cambi in corsa operati dal governo Meloni che nella foga di assicurare un gettito adeguato dal provvedimento cerca di migliorare l’appetibilità, non sempre riuscendoci, anzi.

Tra i problemi sollevati dagli operatori professionali c’è la questione delle scadenze: quella del 31 ottobre è ormai troppo stretta e serve una proroga di almeno un mese. «Le modifiche al concordato preventivo biennale (CPB) proposte in Parlamento devono essere accompagnate da un congruo differimento dei termini per l’adesione» commenta il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.

«L’istituto del CPB – spiega Stella – è nato lo scorso febbraio e da allora ha subito una serie di interventi normativi e di prassi che hanno progressivamente definito le regole del gioco. Con il decreto correttivo del 4 agosto ritenevamo la vicenda sostanzialmente chiusa. Tant’è che il processo di accompagnamento dei contribuenti verso il nuovo strumento è stato già avviato e definito dalla gran parte dei professionisti del settore tributario, nonostante la circolare esplicativa dell’Agenzia delle entrate sia stata pubblicata soltanto lo scorso 18 settembre».

«Tenendo presente che la scadenza per l’adesione al concordato preventivo biennale è fissata al prossimo 31 ottobre – aggiunge Stellaogni cambiamento delle regole del gioco deve essere necessariamente accompagnato dal differimento di tale termine, considerate le tempistiche necessarie per consentire ai contribuenti di valutare coscientemente l’opportunità di aderire. Non tenere conto di questa esigenza, peraltro, segnerebbe una netta cesura con i principi fissati dalla legge delega per la riforma fiscale, in cui è centrale il riequilibrio del rapporto tra amministrazione fiscale e contribuenti».

Ma non c’è solo la questione delle scadenze temporali: c’è anche la previsione del bastone per tutti i contribuenti che non vi aderiranno. «Sul piano del merito – continua il presidente di Confprofessioniesprimiamo preoccupazione per l’intento di inserire tutti i contribuenti che non aderiranno al concordato preventivo biennale in liste selettive di controllo, senza distinzione tra chi raggiunge punteggi di affidabilità fiscale elevati e bassi. A questo punto tanto varrebbe abolire gli ISA, visto che non avrebbero più senso di esistere».

Per Stella «va considerato che molti contribuenti, pur avendo elevata affidabilità fiscale, non aderiranno al CPB, semplicemente perché non prevedono di incrementare il proprio reddito nel futuro. Includerli automaticamente nelle liste selettive, quindi, sarebbe contrario allo stesso spirito dello strumento concordatario, che certamente non è nato per punire chi dichiara correttamente il proprio reddito».

 

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