Punti di foraggiamento per gli ungulati da rimuovere perché attirano anche gli orsi

Cortocircuito per la provincia di Trento: da una parte tenta tutte le azioni per allontanare i plantigradi dalla vicinanza delle zone antropizzate, salvo avvicinarle con i puti di alimentazione.

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punti di foraggiamento
Una fototrappola cattura un orso nel punto di foraggiamento.

Nella gestione degli orsi, la provincia di Trento e il suo presidente, il leghista Maurizio Fugatti, incappa nell’ennesimo cortocircuito perché da una parte tenta tutte le azioni possibili – anche quelle meno ortodosse – per allontanarli dalle zone antropizzate, salvo, dall’altra, avvicinarli grazie alla mancata rimozione dei punti di foraggiamento installati dai cacciatori per attirare gli ungulati che richiamano anche gli orsi grazie alla disponibilità di frutta di cui proprio gli orsi sono ghiotti.

L’ennesima denuncia sulla mancata corretta gestione della popolazione ursina in Trentino arriva dalla Lav, la Lega Antivivisezione, che denuncia l’immobilismo del governo provinciale rispetto ad una sentenza del Tar di Trento.

La presenza dei siti di foraggiamento e la facile disponibilità di frutta ha attirato gli orsi, facendone percepire un numero maggiore rispetto a quello effettivamente reale, cosa che ha contribuito a “pompare” il sentimento antiursino tra la popolazione locale.

«Se i cittadini trentini sono preoccupati per la loro incolumità a causa del concentramento di orsi attorno ai siti di foraggiamento utilizzati dai cacciatori per attrarre gli animali a cui sparare, se la prendano con Fugatti e non con gli orsi» afferma Massimo Vitturi, responsabile Lav Animali Selvatici.

Di fatto, i punti di foraggiamento approntati dai cacciatori servono per attirare la popolazione ungulata per poi abbatterla con facilità. Quella facilità in cui potrebbe incappare anche qualche orso, incrementando quei fenomeni di bracconaggio illegale ai danni di fauna patrimonio dello Stato dotato del massimo grado di protezione anche a livello europeo, come ha ribadito in una recentissima sentenza la stessa Corte di giustizia europea. Un bracconaggio di cui la politica trentina non può del tutto chiamarsi fuori, visto che è la prima a sostenere la via della caccia, anche se non legale, per limitarne il numero, probabilmente trovando in qualche mente poco attenta e bilanciata un facile incentivo a delinquere.

Vitturi richiama la provincia di Trento alle sue responsabilità: «già a settembre 2023 avevamo diffidato la Provincia di Trento, chiedendo l’immediata rimozione dei siti di foraggiamento utilizzati dai cacciatori. Tali postazioni sono infatti indicate dalla comunità scientifica come fonte di attrazione per gli orsi, che si abituano così a cibarsi in aree frequentate dall’uomo, sviluppando di conseguenza atteggiamenti confidenti. Ma la Provincia si è opposta, costringendo ancora una volta l’associazione a rivolgersi al Tar di Trento per garantire la tutela della sicurezza dei cittadini e degli orsi. La sentenza, pubblicata il 13 febbraio 2024, riconosce le ragioni della Lav che stanno alla base della richiesta di rimozione delle strutture di foraggiamento, tanto da affermare che “non v’è dubbio che la Provincia, a fronte delle motivate diffide trasmesse dall’Associazione ricorrente, fosse tenuta a provvedere sulle istanze in esse contenute”. Riferendosi ancora alle richieste di rimozione dei siti di foraggiamento inviate dalla Lav alla Provincia, la stessa sentenza riconosce che la Provinciaha manifestato – seppur implicitamente – la volontà di non accogliere tali richieste”».

Vitturi mette nel mirino il vertice dell’Autonomia speciale: «è sotto gli occhi di tutti la grave responsabilità di Fugatti che, con la sua becera condotta e la sua inazione, mette direttamente a rischio i cittadini. Chiediamo al Commissario di Governo di Trento di intervenire nel suo ruolo di garante della sicurezza pubblica allo scopo di far rimuovere tutti i siti di foraggiamento al fine di garantire la sicurezza di cittadini e orsi».

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