Nei primi sei mesi del 2024 la moda italiana tracolla, con le imprese del settore che hanno registrato un calo del 5,3% delle esportazioni, pari a una perdita di 1,8 miliardi di valore. In pratica, tra gennaio e giugno, le aziende hanno visto calare di 9,7 milioni di euro al giorno i ricavi da vendite all’estero.
Confartigianato rilancia con i dati l’allarme per la «crisi profonda della moda italiana» e, dopo il «peggioramento nel corso dell’estate degli indicatori», chiede al governo «misure subito».
I crolli maggiori per l’export della moda italiana riguardano i mercati di Svizzera (-54,9%), Regno Unito (-9%) e Germania (-7,1%)”. A livello provinciale è Varese ad aver subito il calo più intenso (199 milioni, -28,7%), seguita da Firenze (778 milioni, -16,5%), Treviso (204 milioni, -15,7%) e Biella (127 milioni, -15,6%).
Negativi anche i dati della produzione: nel mese di luglio è scesa del 18,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con una flessione complessiva del 10,8% tra gennaio e luglio 2024. Peggiorate anche le aspettative sugli ordini delle imprese della moda italiana e la crisi, avverte Confartigianato, «si riflette anche sulle previsioni di assunzione per il trimestre settembre-novembre 2024: -5,6% rispetto all’anno precedente».
Confartigianato si è rivolta al ministro delle Imprese, Adolfo Urso, con una lettera del presidente Marco Granelli che «ha denunciato la gravità della situazione che investe soprattutto le piccole imprese e ha sollecitato una serie di interventi per scongiurare il tracollo del settore e il rischio di perdere una delle componenti più importanti del patrimonio manifatturiero “Made in Italy”, per misure immediate».
Dal ministero c’è ora «l’impegno a prendere in considerazione alcune proposte avanzate dalla confederazione a sostegno degli imprenditori».
«Confidiamo – spiega il presidente di Confartigianato Moda, Moreno Vignolini – che il Governo possa sospendere i versamenti tributari per le imprese in crisi». E’ anche «necessario estendere la Cig in deroga, applicare la moratoria sul rientro dei prestiti garantiti attraverso una norma del Fondo Centrale di Garanzia che permetta l’allungamento senza impatti sul rating aziendale, l’aumento del 50% dell’aiuto di “Impresa 4.0”, una semplificazione delle procedure di accesso ai prestiti Simest per fiere e patrimonializzazione delle imprese». Confartigianato sollecita anche «risorse per incentivare l’acquisto di capi rigenerati provenienti da filiere certificate».
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