Libri scolastici: indagine Antitrust circa possibili cartelli su prezzi ed edizioni

Il mercato di settore vale 1 miliardo di euro. Consumatori plaudono. Meglio sarebbe passare al comodato d’uso dei libri da parte delle scuole.

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libri scolastici

Tra il ritorno sui banchi e il nuovo allarme dei consumatori sul caro libri scolastici, scende in campo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato che avvia un’indagine conoscitiva sui mercati dell’editoria scolastica in Italia che comprende anche le pubblicazioni e gli ausili per la scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. Un mercato dal valore di circa 1 miliardo e che riguarda 7 milioni di studenti e 1 milione di docenti.

Sotto l’attenzione dell’Antitrust finiscono prezzi ed edizioni, oltre alle dinamiche concorrenziali dei mercati interessati e una serie di criticità «oggetto di ricorrente considerazione pubblica», come l’andamento dei prezzi, le modifiche frequenti delle edizioni, le difficoltà di approvvigionamento e delle modalità di distribuzione, le possibili rigidità nelle modalità di adozione scolastica, anche considerando le innovazioni tecnologiche, soprattutto per quanto riguarda la combinazione dei formati cartaceo-digitale e la circolazione dei diritti di proprietà delle edizioni digitali.

Contestualmente all’indagine, l’Autorità il via ad una consultazione pubblica aperta a tutti i soggetti interessati, che possono inviare contributi entro 30 giorni. Plaudono le associazioni dei consumatori, all’attacco sui costi stellari che gravano sulle famiglie.

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Secondo il Codacons, la spesa per i libri, senza contare l’intero corredo scolastico, arriva a toccare i 700 euro a studente per alcuni indirizzi di studio. Unanime, quindi, la richiesta di interventi per fermare i rincari. Assoutenti rilancia sui kit scuola a prezzi calmierati ma anche sulle sanzioni agli istituti che sforano i tetti di spesa ministeriali. L’Unc sostiene la necessità di rivedere le norme ed eliminare ogni vincolo agli sconti, che oggi non possono superare il 15% del prezzo di copertina. L’Adoc chiede di rendere detraibili, già nella prossima legge di Bilancio, «nella misura del 19% anche le spese per l’acquisto dei libri scolastici, così come avviene per le spese sanitarie».

Sarebbe opportuno avviare una profonda revisione delle modalità di fornitura dei libri scolastici agli studenti, specie quelli dell’obbligo scolastico, passando al sistema del comodato d’uso dei libri di testo da parte delle singole scuole. Ci sarebbero vantaggi per molti, anche se non per tutti: le scuole potrebbero utilizzare l’autonomia scolastica per utilizzare i propri fondi, magari integrati da un contributo economico da parte delle singole famiglie, per acquistare i libri di testo necessari nei vari corsi, fornendoli gratuitamente agli alunni previo un deposito cauzionale per coprire le eventuali spese per il ripristino del libro in caso di danneggiamento, utilizzandoli per almeno tre anni prima di essere sostituiti.

Le famiglie avrebbero meno costi da sostenere, mentre vantaggi ci sarebbero anche per l’ambiente evitando lo smaltimento anticipato di libri ancora in buono stato. In più, verrebbe fatto cessare lo stillicidio di continui aggiornamenti annuali dei vari testi, spesso con modifiche marginali e trascurabili ai fini della didattica, ma utili ai vari editori per vendere più copie, magari anche ad un prezzo rincarato.

Non solo: si potrebbe coinvolgere meglio i docenti nella didattica, incentivandoli economicamente a predisporre dispense per le materie insegnate da distribuire a cadenza settimanale o mensile agli studenti, seguendo l’andamento della didattica, così anche da evitare di acquistare testi che poi vengono usati solo in minima parte o addirittura lasciati intonsi.

Cambiare si può, basta volerlo senza essere succubi delle pressioni del settore dell’editoria scolastica il cui unico interesse è spingere sul continuo aggiornamento dei testi e dei relativi listini.

 

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