Piccola editoria indipendente: in Trentino una proposta del Pd per sostenerla

Franzoia: «l’informazione è fondamentale per il processo democratico e lo è ancora di più nelle piccole realtà, specie ora che l’editoria è in crisi».

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piccola editoria indipendente
La consigliere provinciale del Trentino, Mariachiara Franzoia (Pd).

In Trentino la piccola editoria indipendente è da tempo in crisi, stretta tra i monopoli editoriali legati a triplo filo con gli interessi economici locali – con più di un dubbio circa la loro reale indipendenza -, tanto che agli editori puri rimangono pochi margini di manovra tra vendite in edicola sempre più ridotte ed entrate pubblicitarie asfittiche, con i “grandi” che drenano anche quelle briciole una volta lasciate al pascolo dei “piccoli”.

Per cercare di ovviare parzialmente alla situazione sempre più preoccupante anche per le sue implicazioni democratiche, come ha ricordato solo poche settimane fa il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella cerimonia del ventaglio con la stampa parlamentare, la consigliera provinciale del Pd, Mariachiara Franzoia, ha presentato una mozione volta a stimolare la Provincia di Trento a non dimenticare questo settore piccolo ma strategico dell’economia locale, soprattutto per le sue ricadute democratiche, oltre che occupazionali.

«Con la proposta di mozione n. 117 voglio spingere il governo dell’Autonomia speciale a rivedere, dopo 8 anni dalla sua approvazione, la legge provinciale n. 18/2016 dedicata al settore dell’editoria, un settore che in questo lasso di tempo ha subito una trasformazione profonda, organizzativa e tecnologica. In questo periodo abbiamo assistito a chiusure di testate informative con tanti giornalisti che sono stati licenziati, molti dei quali si sono reinventati come piccoli editori autonomi con blog e portali web, mentre solo pochi hanno trovato lavoro nei giornali e televisioni rimasti – sottolinea Franzoia -. Con la mozione voglio portare all’attenzione della giunta la necessità di adeguare la legge provinciale e il suo regolamento di attuazione per adattarlo alle mutate realtà del panorama informativo locale, oltre che per superare alcune discriminazioni oggi esistenti tra gli editori, a danno di quelli indipendenti».

Franzoia punta anche a sostenere l’adeguamento tecnologico del settore editoriale, specie in uno scenario dove soprattutto la piccola editoria indipendente è in difficoltà tra entrate sempre più scarse e le elevate spese per gli investimenti. «Prendo ad esempio quanto fatto dalla regione Toscana, dove è stato destinato un fondo da 1,5 milioni di euro riservato solo all’editoria con un particolare riguardo per la piccola editoria, che va a coprire fino all’80% la spesa per l’aggiornamento tecnologico degli editori. Se riesce a farlo una regione ordinaria come la Toscana, non vedo perché anche una ricca Autonomia speciale come quella trentina, reduce dal recente assestamento di bilancio da un miliardo di euro, non possa fare altrettanto. Sostenere il pluralismo delle voci dovrebbe essere un imperativo per qualsiasi amministratore pubblico. E a chi dice che non ci sono soldi, rispondo che quando si vuole i soldi si spendono, e pure a milioni, per iniziative discutibili, dall’interesse pubblico indefinito, ma che stanno a cuore a qualche esponente della maggioranza».

La proposta di Franzoia potrebbe essere il volano anche per la ripresa del settore dell’informazione locale, aprendo spazi professionali specie nella piccola editoria indipendente anche per quei giovani che sono attratti dal mondo dell’informazione, ma che con la retribuzione a 5 euro lordi a pezzo – quando va bene – non possono sicuramente basare la loro crescita professionale.

«C’è anche la questione dell’informazione locale e di valle, spesso legata alle minoranze linguistiche e culturali di cui il Trentino è ricco – prosegue Franzoia – e che con le nuove tecnologie possono trarre un notevole beneficio, portando la creazione dell’informazione dal centro alla periferia, avvicinandola alle singole realtà».

La proposta di buon senso è sul tavolo. Bisognerà vedere se la maggioranza di centro destra la farà propria o la boccerà a prescindere, facendo però un pessimo servizio alla democrazia e al pluralismo costituzionalmente garantito e richiamato, oltre che da Mattarella, anche dagli organismi europei, sollecitando stati e realtà locali a sostenere quanto più possibile tutte le voci a vantaggio della democrazia e della trasparenza dell’azione politica e decisionale.

 

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