L’economia manufatturiera del Friuli Venezia Giulia chiude il II trimestre 2024 in crescita secondo i dati elaborati da Confindustria regionale su base trimestrale sullo stato dell’economia basata sui dati di mercato interno ed estero, occupazionali, produttivi e l’andamento degli investimenti e del credito, dati raccolti da un campione molto significativo di imprese associate al sistema confederale regionale.
Entrando più in dettaglio, relativamente agli investimenti, viene effettuato il confronto tra le previsioni di attuazione per i prossimi 12 mesi, rispetto agli investimenti consuntivati nel correlato periodo precedente. Gli investimenti, peraltro, vengono suddivisi in 5 comparti: la digitalizzazione delle imprese, la sostenibilità ambientale, l’efficienza energetica, le risorse umane e la loro formazione, la ricerca e sviluppo.
Passando all’esposizione dei dati dell’economia manufatturiera, si registra che nel corso del II trimestre 2024 il grado di utilizzazione degli impianti si stabilizza al 77,6% contro il 78% del trimestre precedente.
Il dettaglio dei principali indicatori congiunturali, rispetto al I trimestre 2024, indica che:
la produzione industriale manifesta un significativo incremento del +8,8% nel periodo considerato, contro il decremento del -1,2% del trimestre precedente; un dato positivo, rispetto alla situazione geopolitica attuale e agli effetti del conflitto in corso tra Russia e Ucraina;
le vendite evidenziano, nel trimestre considerato, un incremento del 7,5%, dopo la contrazione -3,6% registrata nel I trimestre 2024. Relativamente al mercato domestico queste evidenziano una crescita del 6,1% (rispetto al -1,5% del I° trimestre 2024) mentre, per il mercato estero si assiste ad un suo incisivo incremento pari al +9,1%, rispetto al -4,7% del I trimestre 2024;
i nuovi ordini manifestano, nel trimestre in considerazione, l’incremento del +1,3%, contro il +5,9% del I trimestre del 2024;
l’occupazione, contrariamente ai precedenti periodi, è in aumento significativo, anche grazie agli interventi posti in essere al suo sostegno.
L’esame dei principali indicatori tendenziali dell’economia manufatturiera riscontra che nel secondo trimestre 2024, confrontato con lo stesso periodo del 2023:
- l’andamento della produzione industriale evidenzia una leggera contrazione dell’indicatore tendenziale, pari al -2,6%, rispetto a quella significativa, registrata nel II trimestre 2023, pari al -10,1%;
- le vendite globali si riducono leggermente, registrando, nel II trimestre 2024, un indicatore tendenziale negativo pari al -2,1%, senz’altro migliore rispetto al -8,7% del II trimestre dell’anno precedente: effetto cumulato, delle vendite Italia (-4,4% contro il -8,8% del II trimestre del 2023) e, in misura molto più lieve, delle vendite estere (-0,1% rispetto al -8,7% del II trimestre 2023).
- l’indice tendenziale dei nuovi ordini, invece, evidenzia un trend positivo rispetto agli indicatori tendenziali delle vendite (+2,5% rispetto -4,3% del II trimestre 2023).
I dati previsionali per il III trimestre 2024 dell’economia manufatturiera del Friuli Venezia Giulia evidenziano una stabilizzazione dell’andamento della produzione industriale, in quanto ben l’87% ne prevede il suo assestamento, l’8% degli intervistati ne prevede un incremento, mentre solo il 5% pronostica una sua contrazione (nella rilevazione precedente ben il 37% degli intervistati ne prevedeva la sua riduzione.
Per quanto riguarda la domanda, scomponendola tra interna ed estera, il 7% degli intervistati prevede un incremento della domanda interna, il 79% il suo assestamento (era il 67% nel II trimestre 2023) e il 14% una sua riduzione (era il 28% nell’analogo trimestre dell’anno precedente). Circa la domanda estera, il 9% ne prevede il suo incremento, con l’83% che ne prevede il suo assestamento (era il 58% nel II trimestre 2023). Analogamente al dato negativo relativo alla domanda interna, solo l’8% ne prevede la sua contrazione (contro il 34% nel II trimestre 2023).
Le previsioni d’investimento da parte delle imprese per i prossimi 12 mesi evidenziano che, nel comparto relativo alla digitalizzazione, il 60% delle stesse ne prevede un incremento (contro il 39% della rilevazione del II trimestre 2023), mentre il 38% conferma il volume degli investimenti realizzati precedentemente.
Per quanto riguarda il tema della sostenibilità ambientale, il 58% (contro il 41% della rilevazione del II trimestre 2023) degli intervistati indica un aumento degli investimenti nel settore; il 39% conferma il valore dei 12 mesi precedenti.
Relativamente all’efficientamento energetico il 54% (contro il 46% della rilevazione precedente) ne prevede un aumento, mentre il 43% la conferma dei valori precedenti.
In relazione agli investimenti nelle risorse umane e della formazione, il 47% ne prevede un aumento (29% nella rilevazione precedente) contro il 52% che conferma l’entità dei 12 mesi antecedenti.
Per la ricerca e sviluppo, il 42% degli intervistati prevede una crescita degli investimenti in tale comparto (contro il 31% nella rilevazione precedente), il 52% la conferma nei valori precedentemente registrati.
Per il presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia, Pierluigi Zamò, «l’indagine del secondo trimestre 2024 e le previsioni per il terzo restituiscono segnali estremamente positivi per l’economia regionale: particolarmente significativo è l’incremento della produzione industriale che ha registrato un +8,8% contro i valori di decremento del trimestre precedente. Evidenzio anche la performance delle vendite, in ripresa robusta con un aumento del 7,5% trainato soprattutto dall’export, a +9,1%. Inverte finalmente tendenza anche l’occupazione ed è questo un dato particolarmente importante che riflette anche l’efficacia delle misure di politica industriale e delle politiche attive del lavoro della regione Friuli Venezia Giulia».
Quanto alle prospettive a breve termine per Zamò «sono contraddistinte dall’ottimismo: le imprese chiamate a rispondere sugli investimenti pianificati per i prossimi dodici mesi, infatti, hanno dichiarato incrementi in tutti i settori chiave: digitalizzazione (60%), sostenibilità ambientale (58%) ed efficientamento energetico (54%). Risultati, sottolineo, che sono anche frutto di un quadro macroeconomico compostosi in questi mesi e da noi auspicato lo scorso anno quando dicemmo che se si fossero verificate due condizioni – la stabilità dei tassi di interesse e l’accelerazione nell‘utilizzo dei fondi del PNRR – il motore avrebbe potuto ripartire anche a giri elevati. Ebbene: non solo la tenuta, ma la recente decisione della BCE di ridurre i tassi dello 0,25% è un’ulteriore boccata di ossigeno».
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