“Bucone” di bilancio del Centro S. Chiara: sono mancati i controlli della Provincia

Scomparsa la buona amministrazione di un ente pubblico chiamato a soddisfare i desiderata della politica senza prima avere incassato i fondi necessari. La Corte dei conti dovrebbe agire.

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“bucone” di bilancio

La vicenda del “bucone” di bilancio scavato nei conti del Centro servizi culturaliS. Chiara” di Trento, il braccio culturale-operativo della provincia di Trento e dei comuni maggiori del territorio, fa emergere come la politica trentina agisca spesso, forse troppo, senza curarsi del rispetto delle leggi e delle norme di contabilità, approvando impegni di spesa senza prima avere in cassa le relative disponibilità.

E anche il fatto che la Provincia non abbia adempiuto alla tempestiva sostituzione del presidente che si è dimesso ormai un anno fa, lasciando la gestione in mano ad un vicepresidente e a un consiglio di amministrazione incompleto non fa che gettare ulteriori dubbi sulla corretta gestione dell’ente, oltre alla mancanza di controllo preventivo e consuntivo da parte dei suoi finanziatori pubblici.

A fare scoppiare il bubbone del “bucone” di bilancio da oltre 2 milioni di euro è la gestione della fantasmagoricaTrentino Music Arena”, quella spianata agricola resa sterile dai riporti dello smarino estratto per la realizzazione delle gallerie stradali della variante della tangenziale di Trento sotto la collina di Martignano, che nei progetti iniziali avrebbe dovuto ospitare la nuova cittadella militare oltre ad alcuni impianti sportivi aperti anche alla cittadinanza. Progetto finito nel nulla per il cambio delle priorità della Difesa, e che ha lasciato per anni alla crescita delle erbacce un’area di oltre 20 ettari nella prima periferia della città di Trento.

A più riprese si è parlato di localizzarvi a turno il nuovo stadio cittadino o anche il nuovo ospedale, salvo finire regolarmente nel nulla. Tre anni fa, il colpo (che deve essere stato veramente duro) di genio del presidente della provincia di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, che sul finire della legislatura ha la trovata di adibire l’area ad un gigante-mega-iper caravanserraglio di spettacoli itineranti, dagli eventi musicali, ai circhi ad eventi folkloristici, battezzandola pomposamenteTrentino Music Arena”. Un volano per concretizzare la politica del “panem et circenses” in salsa autonomistica, per di più a ridosso delle elezioni provinciali con il ballo la difesa della maggioranza a guida Lega Salvini della provincia di Trento.

Detto, fatto. Per approntare l’area al primo mega evento, quello relativo all’apertura del Tour 2022 di Vasco Rossi del 20 maggio dello stesso anno, la Provincia non ha badato a spese, andando spesso anche oltre il dovuto e il doveroso, utilizzando a man bassa le procedure di emergenza e perfino gli addetti e i macchinari della Protezione civile per l’approntamento dell’area con i relativi sbancamenti ed impianti, anche se l’areale individuato non aveva quelle caratteristiche di sicurezza per ospitare eventi da 100.000 e passa spettatori.

Proprio su questo affatto non trascurabile aspetto, il responsabile della Polizia amministrativa della Provincia, Marzio Maccani, negò a più riprese l’autorizzazione di sicurezza allo svolgimento degli eventi imbracciando un duro contenzioso con il Fugatti e i dirigenti provinciali a lui vicini, tanto che il Maccani fu addirittura rimosso e sostituito dal suo incarico per potere avere le autorizzazioni che lui legittimamente negava per l’insussistenza dei requisiti di sicurezza, complice la presenza di un’unica via di uscita e la confinante linea ferroviaria del Brennero. Ferrovia che alla fine del concerto di Rossi fu con procedura di emergenza addirittura chiusa alla circolazione dei treni per circa tre ore per consentire lo sfollamento in sicurezza degli spettatori che avevano invaso i binari.

E mentre Fugatti procedeva letteralmente come un rullo compressore a piallare ogni ostacolo sulla “suaarena, spendendo circa 3 milioni di euro tra spesa diretta e controvalore dell’utilizzo di personale e beni della Protezione civile, incassando ripetute sconfitte giudiziarie per la rimozione illegittima del dirigente Maccani, non si è fatto scrupolo anche di coprire letteralmente di euro Vasco Rossi e la sua claque, offrendogli condizioni capestro per l’ente pubblico, tanto che il mega concertro inaugurale della “Trentino Music Arenaè costato multipli di eventi analoghi organizzati in altre realtà, dove per esibirsi Vasco Rossi deve pagare fior di centinaia di migliaia di euro alle amministrazioni comunali ospitanti, mentre nel Trentino di Fugatti è avvenuto l’esatto opposto.

Dal mega evento inaugurale della “Trentino Music Arenahanno iniziato a nascere e a crescere le rogne per il Centro servizi culturaliS. Chiara” e le relative basi per creare il “bucone” di bilancio, cui la Provincia ha delegato la gestione. Da lì in poi è stato un susseguirsi di annunci di eventi da parte della Provincia e di qualche promoter nelle maniche di chi conta, cartelloni presentatiufficiosamente” e poi smentiti dal vertice del Centro perché le date annunciate o non collimavano o, più semplicemente, non erano state prenotate. Per non parlare di impegni per eventi da parte della Provincia non accompagnati dalla preliminare erogazione dei fondi necessari a coprire i costi di organizzazione e del cachet degli artisti.

A tale proposito, sconfortante è la testimonianza del presidente che si è dimesso, Sergio Divina: «dalla Provincia chiedevano di fare cose che non c’erano a bilancio, con la promessa verbale che la copertura della spesa sarebbe arrivata a distanza temporale sfalsata rispetto all’impegno effettivo. Non era un bel modo di operare. Era impossibile sapere quando le coperture finanziare sarebbero arrivate e i rischi potevano essere alti». Anche perché il “S. Chiaraè pur sempre un ente pubblico che dovrebbe rispettare i principi della contabilità pubblica, per cui ad un impegno di spesa deve sempre precedere la presenza in cassa dei relativi fondi. E in mancanza dei quali, spesso l’Ente avrebbe dovuto pure indebitarsi con il sistema bancario, sostenendo spese maggiori rispetto a quelle spettanti.

Insomma, il “bucone” di bilancio del CentroS. Chiaraè probabilmente figlio legittimo dell’approssimazione di governo della giunta Fugatti, tanto da non avere ancora provveduto alla sostituzione di Divina ad oltre un anno dalle sue dimissioni, con un Ente retto provvisoriamente dal vicepresidente Sandra Matuella, pure lei appartenente alla corte di Fugatti.

Una situazione decisamente critica, su cui tenta di fare luce anche l’interrogazione presentata dal consigliere provinciale di Onda, Filippo Degasperi, sconcertato come tanti altri trentini del pressapochismo della maggioranza di governo provinciale nella gestione dei soldi pubblici a milionate per sovvenzionarepanem et circenses” in salsa Lega Salvini, quando mancano soldi per coprire i costi della sanità provinciale pubblica. Una gestione su cui sarebbe opportuno che la Corte dei conti intervenisse con dovuta solerzia, anche per non protrarre oltre un modus operandi agli antipodi della buona e corretta amministrazione del denaro pubblico.

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