Auto elettrica, continua il calo di vendite per incendi e per eccesso di svalutazione

In Corea del Sud avviata campagna di richiamo per 3.000 Mercedes EQE equipaggiate con batterie della cinese Farasis Energy. Le case di noleggio rialzano sensibilmente i canoni delle elettriche per compensare le perdite sul valore di rivendita dell’auto usata, che è crollato.

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L'incendio di una Mercedes EQE in un parcheggio sotterraneo in Sud Corea.

Per l’auto elettrica non c’è pace e ai consumatori continua a piacere sempre di meno, oltre che a costituire un serio grattacapo ai gestori delle flotte aziendali e degli autonoleggi che hanno investito su questi modelli sempre più problematici, vuoi per la tendenza delle batterie ad incendiarsi, vuoi per il crollo delle quotazioni dei veicoli sul mercato dell’usato.

In Corea del Sud la Mercedes ha avviato una campagna di richiamo per 3.000 auto della classe EQE dopo che una ha preso fuoco scatenando un incendio preceduto da un’esplosione in un parcheggio sotterraneo di un condominio residenziale danneggiando i veicoli parcheggiati e compromettendo la stabilità dell’edificio, tanto che la stessa Mercedes ha annunciato di donare 3,3 milioni di dollari per aiutare le persone coinvolte nell’evento che ha causato 21 feriti e la distruzione di 70 auto, con 8 ore di intervento dei pompieri per spegnerle l’incendio.

A finire sotto accusa la qualità delle batterie installate sulle Mercedes EQE prodotte dalla cinese Farasis Energy, società che è al XV posto nella classifica mondiale di produttori di batterie per veicoli. Nonostante che Mercedes abbia stipulato un accordo di fornitura per otto anni, Farasis Energy ha al suo attivo una lunga serie di richiami, tra cui 30.000 veicoli a marchio Baic di proprietà statale cinese equipaggiati con batterie Farasis, dichiarando «potenziali rischi di incendio».

La batteria coinvolta nell’esplosione e nel successivo incendio non era né in funzione né sottoposta a ricarica. In casa Mercedes, con lo stesso tipo di batteria sono equipaggiati i modelli delle serie EQE, EQA ed EQB.

A pesare sulle sfortune dell’auto elettrica, oltre ai noti problemi di utilizzabilità per via di autonomia ridotta e di tempi di ricarica lunghi, c’è anche la rivendibilità del veicolo sul mercato dell’usato. Ne sanno qualcosa i gestori delle flotte aziendali e degli autonoleggi che avevano puntato su questo genere di veicoli per edulcorare l’impatto ambientale della mobilità aziendale. Nelle aziende di autonoleggio si tenta di correre ai ripari aumentando sensibilmente i canoni ai clienti per tentare di limitare la pesante perdita alla rivendita derivante dalla svalutazione del veicolo molto più forte rispetto a quella di un modello analogo dotato di motore termico.

Tra le flotte, si sta assistendo a un ritorno in auge dei motori termici, con l’elettrico a batteria che lascia il posto ad un termico a benzina o a gasolio, solo leggermente elettrificato, visto che le ibride ricaricabili si è ormai dimostrato che costano di più sia in termini di costo che di gestione, visto che praticamente nessuno cura la ricarica frequente della batteria che assicura la marcia in elettrico per 50-70 km, con il risultato che questi modelli viaggiano quasi sempre a benzina, con in più il sovraccarico di circa 150 kg derivanti da una batteria tenuta quasi sempre scarica.

 

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