Lupi in Alto Adige: il Tar di Bolzano stoppa le voglie venatorie di Kompatscher

Enpa, Lav e Legambiente plaudono alla decisione dei giudici. Ancora una volta, una politica incapace di programmare la normale convivenza tra uomo e selvatici sceglie le vie spicce, ma illegali.

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Sull’odiosa decisione del presidente dell’Alto Adige, Arno Kompatscher (Svp), di autorizzare l’assassinio di due lupi a caso ritenuti colpevoli di una serie di naturali atti di predazione ai danni degli allevatori che pare non abbiano attuato le opportune misure di prevenzione antipredatori, il Tar di Bolzano ha accolto il ricorso d’urgenza presentato da numerose associazioni ambientaliste.

«Siamo estremamente felici di questo risultato – commentano ENPA e LAV – che ancora una volta mette a tacere l’arroganza di un’amministrazione provinciale del tutto inadeguata, sempre pronta ad accogliere le richieste delle frange più estremiste del mondo allevatoriale condannando a morte i lupi, ma incapace di imporre l’adozione delle misure di prevenzione».

Per Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente, «ben venga la decisione del TAR di Bolzano. I lupi sono una specie protetta ai sensi della Direttiva Habitat e della Convenzione internazionale di Berna. In Trentino Alto Adige si torni ad usare buon senso, basta a politiche di accanimento ammazza lupi e orsi che alimentano solo paura e odio sociale e che sono, per altro, in netta contraddizione con le norme UE e la recente decisione della Corte di giustizia della UE che ha stabilito il divieto alla caccia del lupo a fronte di uno stato di conservazione insoddisfacente a livello nazionale, fissandosi quale priorità assoluta la tutela della biodiversità, di specie e di habitat di interesse comunitario».

Le velleità venatorie delle due province autonome di Trento e di Bolzano a più riprese intervenute per autorizzare la soppressione di orsi e di lupi colpevoli di avvicinarsi troppo alle zone abitate e agli allevamenti sono sempre state rispedite al mittente dai giudici amministrativi di primo e secondo grado, salvo nel caso in cui in Trentino il presidente leghista Maurizio Fugatti ha giocato il tutto per tutto autorizzando nottetempo l’assassinio dell’orsa KJ1 dopo averla radiocollarata, impedendo così il ricorso d’urgenza dei protezionisti che sono stati messi di fronte al fatto compiuto. Fatto di cui ora Fugatti dovrà rispondere penalmente, sia per la soppressione di fauna protetta patrimonio indisponibile dello Stato, sia per avere disatteso un preciso ordine del presidente del Tar di Trento che gli vietava qualsiasi atto teso a compromettere il bene pubblico, visto che ha fatto accoppare l’orsa.

I magistrati amministrativi di Trento e Bolzano hanno espresso la stessa linea a favore del rispetto delle norme statali ed europee di protezione della fauna, evidenziando che nella politica locale ci sia una sorta di deriva verso l’illegalità, probabilmente buona solo a vellicare il consenso di qualche pugno di elettori. Con buona pace del rispetto delle norme di legge italiane ed europee, oltre che dell’elementare buon senso.

 

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