Gestione degli orsi, boomerang per il governo del Trentino

Prima seduta del tavolo grandi carnivori. La giunta provinciale, dopo il sondaggio boomerang, tenta la carta della comunicazione per raddrizzare il crollo dei consensi. Aperti due fascicoli giudiziari dopo i 15 esposti presentati dai protezionisti.

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gestione degli orsi

L’essere passato dalle carte bollate di ordinanze fallate e ricorsi al Tar alle doppiette dei forestali (e di qualche bracconiere) nella gestione degli orsi trentini ritenuti problematici rischia di costare caro al governo dell’Autonomia trentina che si è dimostrato ancora una volta inadeguato.

Mentre la giunta provinciale per il tramite dell’assessore provinciale ai grandi carnivori, Roberto Failoni (Lega Salvini), ha insediato il tavolo grandi carnivori per cercare di raddrizzare una situazione scappata di mano alla giunta guidata dal leghista Maurizio Fugatti, ricorrendo pure ad una società di comunicazione nazionale nonostante esistano le risorse di Trentino Marketing, sulla sua testa piovono gli esposti da parte delle associazioni protezionistiche che gli contestano in 15 diverse denunce presentate alle procure di Trento – competente per l’emanazione delle ordinanze di soppressione dell’orsa KJ1 – e di Rovereto – competente per il teatro dell’assassinio ordinato nottetempo dal Fugatti per impedire i ricorsi legittimi dei protezionisti – con cui si chiede di procedere penalmente per danno al patrimonio indisponibile dello Stato costituito da fauna protetta internazionalmente e spregio di un ordine del presidente del Tar di Trento che aveva inibito la Provincia a realizzare qualsiasi atto a compromettere irreparabilmente la vita dell’orsa KJ1.

Failoni in chiusura dei lavori del tavolo, ha voluto sottolineare come le azioni della Provincia siano volte a «garantire la sicurezza di cittadini e ospiti, ma anche alla conservazione della specie e alla tutela della biodiversità che caratterizza il contesto trentino».

Intanto, le associazioni protezionistiche rispediscono al mittente i risultati del sondaggio sbandierato dalla Provincia secondo cui il 73% dei residenti approverebbe l’operato della giunta nella gestione degli orsi, assassini compresi. Per “Io non ho paura del lupo” APS, WWF Trentino ODV, ENPA del Trentino e LAV Trentino, «i risultati di questo sondaggio sono figli del pesante e irrazionale clima di disinformazione che quotidianamente colpisce tutti noi cittadini trentini. Sono anni che noi abitanti del territorio siamo bersagliati da una mole di informazioni contrastanti e confuse su orso e grandi carnivori. Articoli, inchieste, dichiarazioni e sproloqui che fanno spesso leva sulle paure e che inevitabilmente hanno fatto crescere i timori nella popolazione residente».

Durissime le critiche dei protezionisti rispetto al sondaggio sulla presenza dell’orso commissionato alla Doxa da parte della Provincia Autonoma di Trento che evidenzia l’errore sulle modalità di approccio alla gestione degli orsi in Trentino, tutto centrato sulla sicurezza che, secondo i protezionisti, costituisce un falso problema in quanto le aggressioni all’uomo con protagonista gli orsi in Trentino in ben 25 anni si contano sulle dita di una mano, nonostante la crescita della popolazione ursina fino ai circa 100 esemplari stimati.

Per le associazioni protezionistiche «oggi quando si parla di orso il tema della sicurezza è l’unico ormai proposto dalla Provincia, eppure la possibilità di farsi male incontrando un orso resta talmente remota nella realtà che dovrebbe rimanere sì un tema importante, ma comunque marginale rispetto alla sicurezza negli ambienti naturali: basti pensare che solo nel corso del 2023, in Italia 492 persone sono decedute in montagna, 45 nel solo Trentino, così come testimoniato dall’ultimo rapporto del Soccorso Alpino e Speleologico. Eppure qui si continua a far credere alle persone che il problema, anzi l’unico problema, sia l’orso, mirando ad alzare di continuo in maniera immotivata e irrazionale il livello della paura e del confronto fra supposticittadini-ambientalisti da salotto” che del vivere nell’ambiente non sanno nulla e “valligiani-abitanti dei boschi” che devono subire le scelte dei “cittadini”».

«Questo non vuol dire sminuire la potenziale pericolosità dell’orso in rare e definite occasioni, bensì responsabilizzare i frequentatori della montagna rispetto al rischio intrinseco di frequentare ambienti naturali, diversi dall’idea di “montagna sicura come un centro commerciale” che traspare dall’operato della Provincia e dai continui riferimenti alla “sicurezza” quando si parla di grandi carnivori. Su questo tema, come in qualunque attività sia lavorativa che ludica svolta in montagna, il pericolo zero non esiste e non esisterà mai. È giunta l’ora di dirlo chiaramente».

Infine i protezionisti tornano sugli esiti del sondaggio: «in considerazione della massiccia disinformazione propinata quotidianamente a tutti noi abitanti del Trentino, è paradossalmente da interpretare come un successo il fatto che solo il 32% dei residenti consideri la presenza dei plantigradiper niente gradita”. Inoltre è molto grave che ad oggi la Provincia non abbia reso pubblica la relazione accompagnatoria del sondaggio ricevuta dalla Doxa, che dovrebbe contenere anche i dati relativi al gradimento: questi sono rimasti fuori dal comunicato stampa ufficiale, che ha messo in evidenza solo paura e sicurezza/insicurezza. Dovremmo forse fare una richiesta di accesso agli atti per poter leggere un sondaggio pagato con i nostri soldi?»

Intanto, proprio per tamponare le critiche al suo operato sulla gestione degli orsi, in occasione dell’insediamento del tavolo la Provincia ha diffuso il contenuto integrale del sondaggio che è qui consultabile.

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