L’assassinio premeditato da parte della provincia di Trento e del suo presidente, il leghista Maurizio Fugatti, dell’orsa KJ1 unicamente colpevole di avere protetto, come hanno confermato i veterinari, i suoi tre cuccioli si sta trasformando in un boomerang d’immagine per un Trentino che proprio sulla presenza degli orsi aveva costituito parte del suo successo turistico, salvo gestire poco e male la presenza di un animale che ha le sue esigenze legittime dopo almeno 60 anni in cui era stato praticamente azzerato da una caccia indiscriminata.
Per cercare di arginare gli effetti negativi sull’immagine del Trentino nel cuore della stagione turistica – specie scorrendo le critiche che si aggiungono sui vari canali social che invitano al boicottaggio – l’amministrazione provinciale è corsa ai ripari commissionando un sondaggio tra i residenti per capire l’atteggiamento della popolazione locale circa la presenza degli orsi.
Secondo l’indagine di BVA Doxa commissionata da Trentino Sviluppo per rilevare il livello di informazione, gradimento e preoccupazione dei trentini, in merito alla presenza dell’orso bruno (1.200 interviste telefoniche a un campione rappresentativo della popolazione tra il 21 giugno e l’8 luglio 2024), tre residenti in Trentino su quattro giudicano negativamente la condivisione del proprio territorio con gli orsi.
«Si tratta della conferma di una percezione emersa in maniera chiara in occasione degli incontri che abbiamo promosso nel Trentino occidentale con gli amministratori comunali e delle Comunità di valle, per presentare le iniziative di gestione, sorveglianza e comunicazione messe in campo da Provincia e Trentino Marketing» osserva l’assessore provinciale alle foreste con delega ai grandi carnivori e turismo, Roberto Failoni.
Secondo la rilevazione di BVA Doxa, il 32% dei residenti in Trentino considera la presenza dei plantigradi “per niente gradita” (percentuale che sale al 37% nel Trentino occidentale, maggiormente caratterizzato dalla presenza di orsi per la mancata realizzazione dei corridoi faunistici previsti dal piano “Life Ursus”), mentre per il 41% è “poco gradita“: complessivamente, il 73% dei trentini giudica negativamente la presenza degli orsi sul proprio territorio. Un dato che nel 2011 si attestava al 62%.
Tra le motivazioni più comuni di chi si dice contrario alla presenza dell’orso, vi è l’opinione secondo cui questi animali “sono pericolosi per l’uomo” (36%), seguita da “sono troppi e vanno regolati” (28%) e “fanno paura” (22%). Peccato che gran parte di questa percezione derivi dal fatto che negli ultimi 7 anni la giunta del leghista Fugatti abbia fatto poco o nulla per favorire una reale convivenza con gli orsi, a partire dalle buone pratiche di comportamento quado si ha l’occasione di imbattersi in uno di questi plantigradi, solitamente timorosi della presenza dell’uomo.
Il 21% degli intervistati, inoltre, sostiene che la propria contrarietà derivi dalle limitazioni dei comportamenti che inducono gli orsi con la loro presenza.
L’indagine indaga peraltro sul gradimento dei trentini rispetto alla legge provinciale – aggiornata a marzo 2024 – che consente al presidente della Provincia di disporre l’abbattimento degli orsi problematici: il 69% si dichiara favorevole, mentre il 25% si dice contrario. Peccato che la legge approvata sull’onda dell’emozione del caso Papi sia una delle tante approvate dalla giunta Fugatti che poi sono finite cassate dalla Corte costituzionale o depotenziate dalla magistratura amministrativa per abuso delle competenze autonomistiche invadendo le competenze dello Stato.
Dell’analisi, inoltre, emerge che il 75% degli intervistati si dichiara informato sui comportamenti da adottare in presenza dell’orso, soprattutto i giovani di età compresa tra i 18 ed i 34 anni (81%).
Fondamentale appare infine proseguire con le misure adottate: il 79% è favorevole al fatto che l’amministrazione provinciale sostenga i costi necessari per la gestione degli orsi. In questa direzione si colloca l’assunzione di 25 nuovi operatori per rafforzare il Corpo forestale trentino, impegnato nel controllo e nel presidio del territorio a garanzia della sicurezza delle persone e pure degli stessi orsi contro episodi sempre più frequenti di bracconaggio probabilmente indotti dalla stessa politica che sono fauna protetta internazionalmente e patrimonio indisponibile dello Stato, nonostante che la maggioranza leghista del Trentino la pensi in modo opposto, salvo esserne chiamata a risponderne dinanzi alle autorità competenti come hanno già chiesto le associazioni protezionistiche.
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