L’assassinio dell’orsa KJ1, operazione apparentemente premeditata con una preventiva cattura e attivazione del radiocollare per controllarne i movimenti una volta rimessa in “libertà provvisoria” prima dell’esecuzione della sentenza capitale con un decreto emesso ben tre volte, di cui due bocciato dal Tar e una modificato nottetempo in modo da non dare adito a ricorsi delle associazioni protezionistiche, potrebbe costare molto caro al presidente del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti, che ha voluto fortissimamente il trofeo dell’animale unicamente colpevole di avere fatto l’orsa proteggendo i suoi tre cuccioli.
Il Codacons ha annunciato un esposto alla Procura della Repubblica di Trento per chiarire le modalità dell’assassinio dell’orsa KJ1, che ad un primo esame appare premeditato e a danno di un esemplare di fauna protetta, un bene indisponibile dello Stato, agendo contro una sentenza del presidente del Tar di Trento e pure contro il parere dei veterinari.
«Vogliamo capire se l’iter seguito dalla Provincia di Trento sia corretto, considerati i tempi strettissimi tra la firma del decreto e l’abbattimento dell’esemplare di orso – afferma in una nota il Codacons -, che non hanno consentito di impugnare il provvedimento sottraendolo al giudizio della magistratura, in violazione dell’art. 24 della Costituzione. In tal senso, chiederemo alla Procura di Trento di aprire una indagine sul caso, anche in considerazione del fatto che il Tar si era già espresso contro l’abbattimento dell’animale, bocciando tutte le ordinanze del presidente Fugatti».
Decisione sbagliata e immotivata da un punto di vista scientifico ed etologico quella del leghista Fugatti secondo la Federazione nazionale degli Ordini Veterinari Italiani, secondo cui l’orsa KJ1 «si è comportata solo come una madre alle prese con i cuccioli». Nella nota dei veterinari si afferma «come d’abitudine, è stato da subito chiaro che la volontà dell’amministrazione trentina fosse quella di abbattere l’animale senza altre possibili opzioni e i forestali hanno dato esecuzione nelle prime ore della mattinata di ieri al provvedimento di abbattimento pubblicato nella notte per evitare ricorsi al TAR».
«Un’amministrazione sorda a tutti gli appelli, compreso quello del ministro all’Ambiente Pichetto Fratin e di quella della comunità professionale dei medici veterinari. Oltre a quelli delle associazioni che da anni conducono azioni legali a tutela degli animali e di quella considerevole parte di italiani che hanno preso a cuore la storia di Papillon, Daniza, di M57, di MJ5, di F36, quest’ultimi uccisi per mano dell’uomo – prosegue la nota dei veterinari -. L’amministrazione trentina dopo aver immaginato di utilizzare l’immagine dell’orso come attrazione turistica, delle 3 soluzioni proposte da ISPRA ha scelto ed affrettato la soppressione dell’orsa».
«Come categoria – sottolinea il presidente della federazione dei Veterinari, Gaetano Penocchio – ci dissociamo. L’approccio scientifico ci insegna che la biodiversità va tutelata perché i suoi valori sono oltre che economici e utilitaristici, scientifici, estetici, etici, culturali e politici».
«L’orso è orso e da tale si comporta. Una madre è madre. L’amministrazione della Provincia autonoma di Trento non è padrona del mondo». Difficile dare torto ai veterinari.
Ma a complicare la situazione di Fugatti c’è anche il fatto che Ispra ha interpretato male il concetto di conservazione della specie, valutandolo su una scala locale invece che su quella nazionale, così come vuole l’art. 16 della direttiva Ue “Habitat”, ribadita anche dalla sentenza della Corte di giustizia europea nella causa C-346/2022.
Di fatto, la fretta nel volere compiere l’assassinio dell’orsa KJ1 di Fugatti, tipica più di un volgare ladro di polli che di un presidente dell’Autonomia speciale, ruolo per il quale si dimostra una volta di più inadeguato, pare non avere curato al meglio la “blindatura” giuridica del suo provvedimento unilaterale, del quale ora potrebbe essere chiamato a rendere conto, penalmente e civilmente, anche per il danno d’immagine arrecato al Trentino, viste le proteste che stanno montando dalla popolazione italiana ed europea contro il suo bieco comportamento.
Ma una sorta di responsabilità nell’assassinio dell’orsa KJ1 dovrebbe essere valutata anche in capo ai Forestali che hanno eseguito l’ordine del leghista Fugatti, che contrasterebbe con l’ordinamento nazionale, sovraordinato a quello trentino nonostante la sua Autonomia speciale, danneggiando irreparabilmente un bene statale protetto. In questo scenario, più che eseguire pedissequamente un ordine che rischia di rivelarsi fallato, i Forestali avrebbero fatto meglio ad opporsi, chiedendo una valutazione da un organismo terzo, eventualmente ricorrendo ad una sorta di obiezione di coscienza, tanto più che pure il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin ha bollato come una deriva ingiustificata il comportamento sanguinario del presidente leghista. Anche perché il corpo Forestale era stato notificato di una diffida dell’associazione protezionistica LNDC con cui si evidenziava la possibile illiceità della contravvenzione all’ordine di sospensiva del Tar, che già di per sé poteva costituire un reato sanzionato dall’articolo 650 del Codice penale.
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