Ricorso Italia contro l’Austria sul corridoio del Brennero: il Cdm dà mandato all’avvocatura

Tocca alla Corte di giustizia europea, dopo la decisione della Commissione europea favorevole all’Italia (e alla Germania), dirimere il contenzioso apertosi con Vienna sui limiti al traffico merci di attraversamento.

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Le colonne di Tir in attesa di entrare in Austria a Kufstein.

Il Consiglio dei ministri del governo Meloni ha attivato la procedura per il ricorso dell’Italia contro l’Austria alla Corte di giustizia europea per le limitazioni al transito delle merci sul suo territorio nella tratta compresa tra il confine italiano del Brennero e quello tedesco di Kufstein che attualmente riducono di molto le capacità di movimentazione delle merci su una tratta internazionale strategica per l’economia nazionale.

«Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha approvato la proposizione del ricorso nei confronti della Repubblica federale d’Austria, dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea, relativamente ai divieti di circolazione imposti dal Land del Tirolo, attivato nella riunione del Consiglio dei ministri del 16 ottobre 2023» afferma la nota diffusa da Palazzo Chigi al termine della riunione.

Ricostruendo l’iter della vicenda del ricorso dell’Italia contro l’Austria, la nota ministeriale prosegue affermando che «il 14 febbraio 2024 l’Italia ha presentato alla Commissione europea una richiesta per aprire la procedura ai sensi dell’articolo 259 del TFUE (denuncia interstatale) nei confronti dell’Austria. La Commissione, il 14 maggio 2024, ha emesso il previsto parere, affermando che la Repubblica federale d’Austria ha violato gli obblighi derivanti dagli articoli 34 e 35 del TFUE in materia di divieti delle restrizioni quantitative tra gli Stati membri. Sono rimesse all’Avvocatura generale dello Stato le valutazioni in merito alle modalità e alle tempistiche ritenute più idonee alla miglior tutela delle ragioni dello Stato italiano».

Con il mandato all’avvocatura di predisporre e depositare il ricorso si apre un contenzioso che non sarà breve, che potrebbe comportare qualche anno di attesa, sempre che nel frattempo le parti interessate non riescano a trovare un accordo in grado di soddisfare tutte le esigenze.

Intanto, oltre alle limitazioni unilaterali decise dal Land Tirol – con l’avallo del governo centrale – ora si aggiungono gli annunciati problemi di transito sul viadotto di Lueg che per almeno tre anni strozzerà la circolazione subito dopo il confine del Brennero in territorio austriaco e i lavori, questa volta in Val Venosta in Alto Adige, sulla direttrice del valico di Resia. Di fatto, due importanti e strategiche vie di comunicazione saranno per mesi se non anni fortemente ridimensionate come capacità di transito.

Una situazione denunciata dagli autotrasportatori dell’Alto Adige, per bocca del presidente della sezione autotrasporto di Confartigianato lvh.apa, Alexander Öhler: «la ristrutturazione del ponte Lueg in Tirolo sta causando gravi ingorghi e ritardi nel traffico, che incidono pesantemente sul trasporto merci. La manutenzione delle infrastrutture stradali è imprescindibile, ma queste operazioni devono essere ben pianificate e, soprattutto, coordinate con tutti i paesi interessati. Non si può lavorare a scapito dell’economicità. Il nostro principio deve essere: lavorare insieme e non uno contro l’altro».

Öhler critica la chiusura programmata della strada del valico di Resia in Val Venosta a partire dal primo agosto: «con il cantiere sul ponte Lueg e quello in Val Venosta, contemporaneamente due importanti strade di collegamento sono bloccate, rendendo quasi impossibile un flusso regolare delle merci. Il caos del traffico è quindi preprogrammato».

La chiusura totale prevista da inizio ottobre a metà dicembre e di nuovo dall’8 marzo a fine maggio 2025 porterà a un significativo spostamento del traffico pesante sull’autostrada del Brennero, già fortemente congestionata. «Il risultato di queste misure non coordinate possiamo immaginarlo tutti: ancora più ingorghi, ritardi e un enorme danno economico – evidenzia Öhler -. Facciamo un appello urgente ai responsabili affinché si cerchino insieme soluzioni che non ostacolino ulteriormente il trasporto merci».

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