Mentre le Olimpiadi Invernali 2026 Milano-Cortina arrancano tra cantieri, disorganizzazione e perfino indagine penale su presunti giri di mazzette e assunzioni di personale pilotate, ecco che il Cio ha assegnato l’edizione 2030 delle Invernali alla Francia che sta inaugurando in queste ore l’edizione 2024 delle Olimpiadi “ordinarie” tra fortissimi dispositivi di sicurezza e un calo generalizzato di presenze turistiche.
Praticamente contemporaneamente alla comunicazione dell’assegnazione delle Olimpiadi Invernali 2030, gli organizzatori hanno fatto immediatamente sapere che sarà un’edizione a cavallo di quelle Alpi, coinvolgendo gli impianti di pattinaggio dell’Oval di Torino, che l’edizione 2026 ha sdegnosamente rifiutato, preferendo un’organizzazione autarchica soprattutto per soddisfare l’ego di politicanti a fine carriera e di “prenditori” che hanno strillato fino a quasi scoppiare per evitare lo scippo degli investimenti (leggasi spreco) di oltre 100 milioni di euro per il rifacimento della pista di slittamento di Cortina.
La cosa non è passata inosservata, con gli amministratori piemontesi che, legittimamente, cantano vittoria decantando la decisione degli organizzatori francesi, sorvolando elegantemente sul fatto che gli impianti di Cesana non siano stati presi in considerazione per l’edizione itabliana delle Olimpiadi invernali 2026, nonostante le pressioni del Cio a non creare impianti destinati alla rapida obsolescenza per mancato utilizzo e a deficit di gestione assicurato.
Il presidente della regione Piemonte, il rieletto Alberto Cirio, sottolinea che «dopo molti mesi di lavoro, che abbiamo svolto in silenzio e con pragmatismo, siamo orgogliosi di aver ottenuto questo b. Ancora una volta questo è il frutto del lavoro di squadra, regione e comune insieme, per far crescere il Piemonte e Torino e renderle sempre di più capitali dello sport e dei grandi eventi».
Un risultato che secondo Cirio «conferma un fatto che abbiamo sempre sostenuto, ovvero che Torino e il Piemonte hanno tutte le carte in regola per ospitare grandi competizioni internazionali. L’abbiamo sostenuto quando ci siamo candidati per ospitare le gare di Bob per le Olimpiadi di Milano e Cortina del 2026 e abbiamo continuato a crederci candidandoci per Francia 2030».
Più graffiante il commento del senatore e vicepresidente del Gruppo per le Autonomie, il bolzanino Luigi Spagnolli: «viene da chiedersi cosa ne pensano dalle parti del Governo italiano e del Comitato Milano-Cortina dopo che la Francia, fresca di nomina come paese ospitante delle Olimpiadi invernali del 2030, ha chiesto a Torino di poter svolgere all’impianto dell’Oval le gare di pattinaggio di velocità. E questo per la squisita ragione che non avrebbe senso costruire una nuova struttura che significherebbe soltanto spese enormi e un forte impatto ambientale».
«Dalle nostre parti, invece, contro chi suggeriva di appoggiarsi alle strutture austriache per le gare di Bob si sono prodotte reazioni da peccato di lesa maestà – prosegue Spagnolli -. Come se portare qualche gara all’estero fosse un’onta rispetto alla natura tricolore del grande evento. Intanto l’opera, ad alta invasività ambientale, è arrivata a costare la spaventosa cifra di 118 milioni di euro. E questo per una disciplina praticata in Italia da appena 50 persone. Una decisione folle e che oggi, dopo la decisione francese, appare sotto una luce grottesca e ridicola».
Difficile dargli torto.
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