Trentino Sviluppo, il braccio imprenditoriale–finanziario della provincia di Trento, ha un nuovo vertice, composto da un consiglio di amministrazione profondamente rinnovato, presieduto da Giuseppe Consoli, esponente di lungo corso del mondo assicurativo al timone di Itas Mutua, con l’unica conferma di Albert Ballardini nel ruolo di vicepresidente e amministratore delegato con competenze su asset turistici, partecipazioni funiviarie e rapporti con Trentino Marketing, mentre gli altri tre consiglieri sono tutti al loro primo mandato: Valentina Leonardi, Federico Rosina e Clara Stenico.
«Un consiglio di amministrazione rinnovato per quattro componenti su cinque – sottolinea Achille Spinelli, assessore allo Sviluppo economico, lavoro, università e ricerca del Trentino – chiamato a dare seguito all’importante lavoro svolto da chi lo ha preceduto. Trentino Sviluppo è società di punta del sistema pubblico e la attendono sfide importanti, come importanti sono le traiettorie di sviluppo immaginate per il nostro territorio: dai nuovi poli tecnologici ai profondi cambiamenti legati al mondo della produzione e del lavoro, con aziende sempre più impegnate nelle sfide dell’innovazione, della sostenibilità e dell’apertura verso nuovi mercati internazionali».
Fondamentale, per la crescita armonica e coesa del territorio, è anche l’impegno di Trentino Sviluppo nel settore degli asset turistici e funiviari e nelle attività di marketing territoriale. Su questo si sofferma Roberto Failoni, assessore provinciale all’Artigianato, commercio, turismo, foreste, caccia e pesca, secondo cui «il nuovo consiglio, in accordo con la Provincia e in stretta sinergia con la società controllata Trentino Marketing si cimenterà da subito su progetti importanti già avviati, penso al collegamento funiviario San Martino di Castrozza-Passo Rolle o alla funivia che dalla città di Trento salirà sul Monte Bondone, ma sarà fondamentale mantenere alta l’attenzione a supportare progetti territoriali in tutti gli ambiti turistici, fortemente richiesti dalle comunità locali in quanto condizione necessaria per garantire lavoro e redditività nelle valli di montagna».
Cogliendo le sfide ricordate dagli assessori provinciali, il nuovo presidente Giuseppe Consoli ha sottolineato come «il nostro sarà un mandato all’insegna di continuità e stabilità, volto a fare rete a beneficio del territorio, per farci conoscere anche da chi ad oggi non conosce appieno il ruolo di Trentino Sviluppo. Mi auguro che, con senso di responsabilità e grazie al gioco di squadra, riusciremo a trasformare in opportunità anche le potenziali criticità legate ad ogni cambiamento e nuova sfida».
Il direttore generale, Paolo Pretti, ha evidenziato l’attenzione sua personale e di tutta la struttura di Trentino Sviluppo nell’accompagnare il nuovo consiglio di amministrazione a fare propri i diversi progetti strategici affidati alla società di sistema, «in un momento che è per noi di grande stimolo e confronto anche su metodo di lavoro, strumenti e priorità».
Sono state in particolare tre le parole chiave richiamate dal presidente Consoli come “bussola” del nuovo mandato: solidità, sinergie, innovazione.
Proprio l’agire in una logica di sistema trentino è la stella polare di Consoli: «non ci sono alternative per la sua stessa essenza Trentino Sviluppo deve agire in una logica di sistema, come facilitatore e catalizzatore di relazioni a più livelli. In questo intendo investire molte attenzioni, energie, tempo, perché le sinergie e le relazioni sono il “propellente” che spinge il nostro motore».
Quattro i punti fondamentali sui quali si articola il Piano strategico di Trentino Sviluppo: costruzione di un’interfaccia unica con le imprese e razionalizzazione dei servizi offerti in base alle esigenze delle aziende; rafforzamento di un’offerta sinergica alle imprese, con soluzioni integrate rispetto agli ambiti di intervento della società; posizionamento come partner di riferimento per l’innovazione ad alta specializzazione, attraverso la crescita delle facility esistenti (ProM, Hub Scienze della Vita) e la creazione di nuove in ambiti e settori diversi, facilitando la messa in rete tra enti di ricerca e mondo delle imprese; consolidamento delle attività legate ai progetti strategici di sistema.
Altrettanto fondamentale è fare un’azione di commercializzazione del sistema trentino, cercando di attrarre l’insediamento in Trentino di nuove aziende sia per valorizzare l’occupazione e la capacità di ricerca locale, che il gettito fiscale che poi va ad alimentare il bilancio dell’Autonomia speciale anche nell’ottica di recuperare i lustri di andamento sottotono dell’imprenditorialità locale e delle politiche di settore, che hanno scavato un vallo tra Trentino e Alto Adige, che si è riflesso anche nella forte differenza dei due bilanci, proprio perché in Alto Adige si è curato maggiormente l’insediamento e lo sviluppo delle imprese con politiche lungimiranti, mancate in Trentino.
La presenza in seno al consiglio di amministrazione di un esponente del mondo dell’agricoltura dovrebbe consentire il rilancio del comparto primario e dei suoi rapporti con il mondo industriale, sfruttando tutte le potenzialità che la ricerca applicata mette a disposizione della produzione agricola e la sua successiva trasformazione, anche per garantire ai consumatori prodotti con sempre minore ricorso all’impiego di fitofarmaci e a costi più competitivi. Senza trascurare il ruolo delle foreste come fornitrici di legname da costruzione per sostenere l’edilizia sostenibile a standard energetico passivo, favorendo indirettamente anche la manutenzione dei boschi per contenere la diffusione dei parassiti come il bostrico.
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