La Corte dei Conti promuove il bilancio del Friuli Venezia Giulia

Per il giudizio di parifica, bene la gestione finanziaria, ma manca programmazione nella sanità.

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Corte dei Conti
Il procuratore regionale della Corte dei Conti, Tiziana Spedicato.

La Corte dei conti ha sostanzialmente promosso il bilancio della regione Friuli Venezia Giulia nel giudizio di parifica sui conti del 2023, evidenziando poche ombre, tra cui «una grande carenza è nella programmazione del sistema sanitario, in un quadro di equilibrio di bilancio e di integrale assorbimento degli obblighi di finanza pubblica non facile da trovare», evidenziando nelle parole del Procuratore regionale della Corte dei Conti, Tiziana Spedicato, come «il risultato di amministrazione è estremamente positivo».

Il giudizio di parifica verifica la compatibilità tra quello che è stato fatto nella programmazione finanziaria – che traduce le politiche – e quello che è stato realizzato. La Corte dei Conti controlla tutto il ciclo di bilancio con le varie variazioni, l’assestamento e il rendiconto.

«Ai dati finanziari, indubbiamente estremamente positivi, si deve accompagnare una gestione che risponda a criteri di legittimità, efficienza ed efficacia», ha indicato il Procuratore Spedicato. Se la spesa sanitaria ha registrato impegni crescenti nel triennio 2019-2021, in buona parte per l’emergenza pandemica, ed era notevolmente aumentata nel corso del 2022, a livello di impegni nel 2023 è stata di 3.247,2 milioni con un decremento rispetto al 2022 (3.278,9 milioni), di 39,5 milioni (ma un aumento di 399,4 milioni; +14,03%, rispetto al 2019). Tali impegni rappresentano il 38,60% (nel 2022 furono di 46,51%) degli 8.413,5 milioni registrati complessivamente in bilancio.

Sono diminuiti, in particolare, gli impegni delle spese correnti (3.027,4 milioni; -101,7 milioni rispetto al 2022) e di quelle per incremento di attività finanziarie (-180,0 milioni). Tale decremento è ricollegabile per lo più al “Programma 1” del bilancio, riguardante il finanziamento ordinario dei Lea (2.974,6 milioni; 2022: 3.076,9 milioni), quasi integralmente erogato.

La spesa per il personale risulta pari a 884,1 milioni e risulta rispettato anche il limite massimo (stabilito in n. 3.232 unità con riferimento al personale dipendente a tempo indeterminato in servizio al 1° gennaio 2023) di contratti a tempo determinato (579 unità) e di somministrazione (56). La spesa netta per il lavoro somministrato è stata pari a 4,1 milioni e sarebbe in eccesso rispetto al limite di 3,3 milioni, fissato in sede di programmazione, ma rientrerebbe nel limite della spesa complessiva del personale determinato con dgr. n. 1964 del 2023 e sarebbe, comunque, da ricollegare alle scadenze dei contratti già in essere e alle proroghe dei contratti necessari per garantire servizi non ridimensionabili, nell’impossibilità di adottare altre soluzioni alternative nel breve periodo, ha spiegato Spedicato.

La spesa farmaceutica, invece, compresa quella per i farmaci innovativi, registra un incremento del 6,4% rispetto al 2022, con superamento del tetto di spesa per gli acquisiti diretti, comprensivi della componente ospedaliera (diretta e distribuzione per conto). È stato sforato il tetto per i dispositivi medici.

Per il Procuratore Spedicato, tuttavia, «appare condivisibile il richiamo della Sezione di controllo al ruolo di regia e di coordinamento del governo delle risorse intestato alla Regione, perché contribuisca in concreto alla realizzazione di un serio – perché attendibile – sistema di programmazione del servizio sanitario, funzionale all’allocazione di risorse in base alle effettive esigenze del territorio ed espressione di un efficace governo del livello amministrativo».

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