Nuova ordinanza a morte per un’orsa in Trentino: Fugatti ci ricasca

La decisione a seguito dell’aggressione ai danni di un turista francese probabilmente non sufficientemente informato. Il provvedimento scatena la reazione giudiziaria delle associazioni protezionistiche.

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Dopo che un turista francese a passeggio sul “Sentiero delle Cavre” a Dro sul lago di Garda Trentino è stato ferito non gravemente agli arti da un’orsa con cuccioli, dal presidente del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti, è scattato il riflesso ormai automatico della nuova ordinanza a morte dell’animale non appena i Forestali avranno completato gli accertamenti che vedono imputata l’orsa KJ1 che probabilmente a reagito a difesa dei suoi tre cuccioli nei confronti del turista probabilmente non sufficientemente avvisato sulle norme di comportamento da tenere in occasione degli incontri con la fauna selvatica.

La nuova ordinanza a morte di un orso di Fugatti è stata immediatamente impugnata dalle associazioni protezionistiche, che contestano il provvedimento «contingibile ed urgente» con l’ordine al Corpo Forestale Trentino di proseguire un monitoraggio intensivo nelle zone dove si è verificato l’incidente, procedere con l’identificazione genetica dell’individuo responsabile dell’aggressione al turista francese e di procedere con la sua uccisione.

«LAV, come annunciato da sempre, risponderà colpo su colpo a questa rappresaglia insensata e violenta nei confronti degli orsi voluta dal presidente Fugatti, che non ha mai fatto nulla per garantire la sicurezza dei cittadini, informandoli ed educandoli ad una corretta convivenza con gli animali selvatici – afferma in una nota l’associazione protezionistica -. Inoltre, i cuccioli nati nel 2024 e in compagnia dell’orsa presunta responsabile dell’aggressione, difficilmente potranno farcela in assenza della madre».

«Il nostro Ufficio legale è già al lavoro per impugnare questa nuova ordinanza a morte, che ha più il sapore di una vendetta nei confronti dell’orsa, che non la ricerca di sicurezza attraverso la convivenza pacifica, nel rispetto della vita dei cittadini e degli animali. Ci opponiamo al provvedimento e facciamo ricorso al TAR – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV per l’Area Animali Selvatici -. Uccidere gli orsi non garantisce la sicurezza dei cittadini, ma versa solamente altro sangue innocente che va a sommarsi a quello già versato. La sicurezza dei cittadini è esclusivamente legata alla responsabilità delle loro azioni nel momento in cui si trovano in un territorio in cui vivono gli orsi, riportati in Trentino dalla stessa Provincia autonoma. Per questo è importantissimo sapere come comportarsi nel caso ci si trovi in una zona frequentata dagli orsi e nel caso di vero e proprio incontro con un orso».

Secondo la LAV, una parte rilevante delle responsabilità di quanto sta accadendo è proprio degli amministratori provinciali che negli ultimi 24 anni non hanno fatto nulla. «E oggi, non potendo più prevenire, se la prende con gli animali».

Per l’Oipa «la legge provincialeammazzaorsi” è oggetto di una procedura pilota innanzi alla Commissione Europea e potrebbe essere incostituzionale per violazione dell’articolo 9 della Carta costituzionale». L’ordinanza di Fugatti, secondo i protezionisti, pare sproporzionata rispetto alle conseguenze subite dal turista ferito non gravemente, con pesanti conseguenze anche sulla sopravvivenza dei tre cuccioli.

«Ci risiamo, scatta una corsa contro il tempo – afferma l’Oipa -. Siamo di nuovo alle prese con uno spietato mandato di uccidere un orso che fa l’orso. Un’altra reazione “corpo a corpo”: l’unica risposta che sembra conoscere il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti che, invece di favorire e promuovere una serena convivenza con i plantigradi, vuole vedere morto un animale che ha attaccato in un contesto ancora non chiaro».

Annuncia ricorso alla magistratura amministrativa anche la Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente di Michela Vittoria Brambilla che, oltre ad augurare la pronta guarigione al turista ferito, contesta a Fugatti il tempismo della sua ordinanza a morte dell’orsa, presa ancora prima di avere chiarito con sufficiente certezza lo svolgimento dei fatti.

«L’episodio – specifica l’On. Brambilla, anche a nome dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’Ambiente non può comunque servire da pretesto per avviare la strage di orsi prevista dalla legge provinciale del marzo scorso, di cui contestiamo la non conformità alle norme europee e alla Costituzione, né tantomeno per comportamenti tesi ad eludere la possibilità stessa di un controllo di legalità. Non può e non deve ripetersi il caso dell’orso M90, abbattuto in contemporanea con l’emissione del decreto che lo condannava a morte, per impedire alle associazioni animaliste di presentare ricorso».

«Chi trae profitto politico dalla situazione ha fatto della guerra a lupi e orsi la propria bandiera e li vuole morti, punto e basta – ribadisce Brambilla -. Anche strizzando l’occhio al bracconaggio. Nei giorni scorsi si è avuta conferma che hanno perduto la vita per cause non naturali due orsi giàcondannati” dalla Provincia le cui carcasse sono state trovate nello scorso autunno: MJ5 e F36. Ricordo che il Piano interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali (Pacobace) prevede anche azioni diverse dall’abbattimento, come il radiomarcaggio e la captivazione».

«Preciso fin d’ora che siamo pronti a prendere in carico plantigradi eventualmente considerati “problematici”, per favorire il loro trasferimento in rifugi all’estero, visto che la Provincia ha a suo tempo rifiutato la nostra proposta di creare un santuario per orsi in Trentino. Non ci stancheremo mai di ripetere, infine, che si deve puntare sulla prevenzione: adeguata segnaletica, rigoroso rispetto delle norme di comportamento, completamento dell’installazione dei bidoni anti-orso in tutti i comuni interessati, chiusura preventiva dei sentieri a rischio (specialmente in presenza di orse con i cuccioli) e tutte le misure necessarie per promuovere e realizzare la convivenza tra uomini ed orsi, come sostanzialmente avviene da sempre nel parco d’Abruzzo. Ritardi e omissioni sono sospetti: sparare è una vergogna, ma è più comodo».

Poi, ai politici che preferiscono le vie spicce per risolvere i problemi che loro stessi hanno contribuito a causare, non si lamentino se qualche esagitato segue le loro orme.

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