Appalusi, abbracci, strette di mano e selfie con il candidato alla presidenza della regione Emilia Romagna, Michele De Pascale, quarantenne sindaco di Ravenna, presidente della provincia e presidente dal 2018 dell’Unione delle province italiane. È un clima di festa quello che ha caratterizzato la direzione regionale del Pd dell’Emilia Romagna, riunita in via Andreini a Bologna. Sono stati in tanti a congratularsi con il primo cittadino di Ravenna, che, come primo passo per la corsa alla guida della Regione, si metterà al lavoro per costruire «una coalizione larga».
«Sono molto onorato di aver ricevuto dal Pd questa investitura, già nei giorni scorsi ho avuto modo di parlare con tutte le forze della coalizione e le incontrerà nei prossimi giorni – aggiunge De Pascale – e stiamo ricevendo anche tanti contatti da movimenti civici».
E se dalla Romagna l’entusiasmo era già partito mesi fa, negli ultimi giorni sono arrivati tanti segnali postivi «anche dall’Emilia e da Bologna». Parallelamente partirà anche la Fabbrica del programma, che su richiesta di De Pascale sarà «di coalizione e non di un solo partito», mentre la decisione di indicare De Pascale come futuro governatore è frutto della decisione del solo Pd, con il M5s che mastica amaro.
«Ho chiesto a Vincenzo Colla di guidarla», ha aggiunto De Pascale, che pochi giorni fa ha incassato l’endorsement dell’assessore allo Sviluppo economico della giunta Bonaccini che pure era tra i nomi “papabili” più autorevoli come candidato.
Ad appoggiare De Pascale è stato anche il presidente uscente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che si è dimesso e martedì si insedierà al Parlamento europeo, dove ha conquistato un seggio. «Conosco molto bene Michele De Pascale – ha detto Bonaccini – con lui siamo in buone mani» e se verrà eletto «sono convinto che farà meglio di me».
Tanti restano i problemi da affrontare, ammette De Pascale, che si propone «di mettersi con l’orecchio a terra e ascoltare le persone, proponendo anche dei cambiamenti». Fiducioso è anche il segretario regionale del Pd, Luigi Tosiani, che dice che grazie a De Pascale e alla coalizione civica che costruirà «si può vincere» alle urne il prossimo autunno.
Nel frattempo, Elena Ugolini, preside dell’istituto Malpighi ed ex sottosegretaria del governo Monti, vicina a Comunione & Liberazione, scesa in campo per un progetto civico in vista delle prossime regionali, lancia “Officina Emilia Romagna 2030” «per scrivere insieme il programma». L’iniziativa servirà nelle intenzioni di Ugolini per produrre un «radicale cambio di metodo: coinvolgere le migliori competenze diffuse sul territorio per stabilire le nuove priorità di governo».
Attorno a Ugolini si mobilitano le forze che sostennero l’ascesa di Giorgio Guazzaloca a sindaco di Bologna, primo amministratore non di sinistra della città, che potrebbe anche incassare l’appoggio di Fratelli d’Italia («è una persona che ha fatto il bene del territorio» afferma il viceministro dei Trasporti e ras di FdI in regione, Galeazzo Bignami), mentre Lega Salvini e Forza Italia preferirebbero un candidato più noto e rodato nelle istituzioni, con il rischio che il centrodestra si presenti alle elezioni con più candidati, offrendo così la vittoria a De Pascale su un piatto d’argento per la solita miopia e scarsa lungimiranza di personaggi come il leader leghista.
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