La realizzazione del rigassificatore galleggiante al largo del porto di Ravenna sarà completata entro il 31 dicembre 2024 e, dopo tre mesi di collaudi, l’infrastruttura entrerà in funzione l’1° aprile 2025. L’iter procede in linea con i tempi, ha detto l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier, a Ravenna, in una conferenza stampa organizzata per la visita del ministro alla Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, al cantiere di Rosetti Marino, azienda leader nelle operazioni petrolifere, e alla zona di mare aperto in cui sorgerà la piattaforma.
«L’avanzamento dei lavori è assolutamente in linea con quelli che erano i programmi, la parte dei lavori a terra è stata completata oltre il 90% e per quanto riguarda i lavori a mare della piattaforma a cui verrà ancorata la Bw Singapore siamo oltre il 50%», ha detto Venier.
I costi saranno più alti rispetto a quanto preventivato, perché al progetto originario si sono aggiunti due elementi. Quello più oneroso è la realizzazione di una diga frangiflutti, che permetterà alla nave rigassificatrice di operare a pieno regime anche in caso di condizioni meteomarine particolarmente avverse: si parla di un investimento ulteriore di quasi 300 milioni. La gara è ancora in corso, i lavori inizieranno ad agosto 2024 e finiranno a ottobre 2026.
L’altro investimento vale alcune decine di milioni e riguarda un lavoro di adeguamento della nave rigassificatrice “Bw Singapore”, a Dubai, per costruire un impianto di preriscaldamento che aiuti la rigassificazione del Gnl: si è reso necessario per le temperature, più basse della media, di quella parte di Alto Adriatico. In totale, l’investimento per il rigassificatore vale oltre un miliardo, di cui circa 500 milioni per la nave.
Con l’entrata in esercizio della “Bw Singapore” – nave di cui bisognerà vedere se seguirà la sorte dell’altra rigassificatrice in opera a Piombino, la “Golar Tundra” ribattezzata “Italis Lng” e immatricolata nel Registro navale italiano al posto di quello nelle isole Marshall – la capacità di rigassificazione complessiva del Paese salirà a 28 miliardi di metri cubi all’anno, il 45% della domanda italiana di gas del 2023 e un volume pari alle importazioni dalla Russia nel 2021.
«Con il rigassificatore di Ravenna raggiungiamo quasi la metà del consumo nazionale con i rigassificatori. Qualsiasi succeda, un minimo di fondo questo Paese ce l’ha», ha sottolineato Pichetto Fratin. Per il ministro in futuro «il nucleare sarà parte del mix come in tutti i Paesi. Il gas è il grande vettore di accompagnamento perché tra tutti i fossili è quello meno dannoso: deve stare fino al 2050, secondo la nostra previsione, come elemento che unisce geotermico, idroelettrico, fotovoltaico ed eolico. E nel contempo inizia anche la parte del nucleare».
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