La produzione industriale in Italia registra un parziale recupero a maggio con un +0,5% rispetto al mese precedente, dopo un arretramento dell’1% ad aprile e dello 0,5% a marzo. La media dei tre mesi resta quindi in calo. Ed in un anno, a maggio rispetto allo stesso mese del 2023, la flessione è del 3,3%.
Dai dati rilevati dall’Istat emerge anche un crollo per la produzione di auto, un settore che è al centro di un confronto al ministero delle Imprese per rilanciarne i volumi: a maggio il calo è ampio, -27,8% rispetto ad un anno prima, il peggior risultato da ottobre 2021. Nei primi cinque mesi del 2024 la flessione è del 16% rispetto allo stesso periodo del 2023. Un dato che trasforma in agro i festeggiamenti per i 125 anni di fondazione della Fiat a Torino, con la famiglia Agnelli-Elkann sempre meno presente nella produzione nazionale a marchio Fiat dirottata verso i siti produttivi dell’Europa dell’Est e del Nord Africa che offrono maggiori economie produttive.
Se l’Italia brinda al rimbalzino, la produzione industriale di maggio è in forte calo in Francia (-2,7%) e Germania (-2,5%), con quest’ultima che si riflette anche sulla catena di fornitura italiana, visto che nel solo comparto automotive tedesco il peso della componentistica italiana s’aggira attorno al 30%.
Il rimbalzino di maggio non sorprende gli industriali: il Centro studi di Confindustria già alla fine di maggio aveva stimato che sarebbe stato «un mese positivo per l’industria italiana», mentre sono più caute le attese per giugno perché è raddoppiata, al 12,7%, la percentuale di imprese che si aspettano una contrazione sull’onda della frenata tedesca e francese.
A pesare sull’andamento negativo della produzione industriale di Germania e Francia c’è la deriva ambientalista verso l’auto elettrica che non sfonda tra le scelte dei consumatori, tanto che le case costruttrici stanno rivedendo in tutta fretta le politiche produttive rilanciando sui motori termici, tanto da portare al forte ridimensionamento delle linbee di montaggio dei modelli elettrici.
L’Audi ha annunciato che intende ridurre della metà la forza lavoro impiegata nell’impianto di Bruxelles. La ristrutturazione comporterà il licenziamento, in una prima fase, di 1.500 persone circa sulle 3.000 attualmente impiegate. Il piano, secondo fonti sindacali, sarà applicato in tre tappe al termine delle quali i lavoratori interessati dalla procedura di licenziamento collettivo potrebbero essere la quasi totalità con la conseguente chiusura dello stabilimento di Forest, uno dei comuni che formano la capitale belga. Alla base del piano di ristrutturazione ci sarebbero difficoltà di mercato e la decisione di spostare in Messico la produzione del modello Audi Q8 e-tron.
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