Con il titolo “La Chiesa per il territorio”, l’Arcidiocesi di Trento ha pubblicato il proprio bilancio 2023 e quello di altri otto enti afferenti: Fondazione Caritas Diocesana (già Fondazione Comunità Solidale), Seminario, Fondazione Fraternitas, Casa del Clero, Museo Diocesano Tridentino, Vita Trentina Editrice, Fondazione Causa pia Battisti e Collegio Arcivescovile.
Il bilancio 2023 dell’Arcidiocesi di Trento si chiude con un utile di 1.302.717 euro, in netto miglioramento rispetto al 2022 chiuso con una perdita di 1,7 milioni grazie agli incassi derivanti dalla vendita del complesso immobiliare della nuova sede dell’Aci. Il risultato economico è algebricamente determinato da ricavi per 12.654.577 euro, costi per 11.000.677 euro e imposte sul reddito per 351.183 euro.
Rispetto all’anno precedente, i ricavi totali aumentano di 2.051.467 euro (+19,3%), soprattutto per la componente finanziaria (+99%) e quella immobiliare (+128%) che ha beneficiato della plusvalenza di 2.345.296 euro derivanti dalla dismissione della sede dell’Aci a Trento. Tra i ricavi le fonti più rilevanti sono rappresentate dalla gestione del patrimonio immobiliare (34,3%), dai contributi Cei (16,3%), ricavi finanziari (14,2%), contributi da Enti e privati (14,1%).
I costi complessivi diminuiscono di 966.749 euro rispetto all’esercizio precedente (-8,1%), che risentiva di minusvalenze sul portafoglio titoli. Il costo del lavoro rappresenta il 30,8% dei costi totali; quelli di struttura e diversi incidono per il 25,6%; i costi di gestione degli immobili (ammortamenti, spese di manutenzione, ecc.) per il 39,4%.
Sul versante patrimoniale, le immobilizzazioni, al netto degli ammortamenti, rappresentano l’80% del totale attivo di 105.045.754 euro e sono dovute per 28,5 milioni (-11% rispetto al 2022) a terreni e fabbricati strumentali e per 24,1 milioni (-1%) a terreni e fabbricati non strumentali.
Le immobilizzazioni di natura finanziaria sono pari a 30 milioni (+3%). All’interno di questa quota, poco più di 27 milioni sono relativi al 21,7% del capitale dell’Istituto di Sviluppo Atesino (ISA).
Il patrimonio netto di Arcidiocesi si attesta a 75,2 milioni di euro, in crescita del 2% (1.302.717 euro) rispetto al 2022.
Per l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, i numeri del bilancio vanno «letti tenendo sullo sfondo le principali coordinate dell’impegno pastorale della Chiesa e le sue priorità». Non a caso, nella sua introduzione al Rapporto, monsignor Tisi cita gli ambiti – donne, giovani e fragilità – sui quali la comunità ecclesiale trentina intende investire nei prossimi anni, così come emerso dal confronto nel Cammino sinodale.
Don Lauro ricorda anche la sua prossima Visita pastorale, al via in autunno. L’operazione ascolto del territorio «riguarderà sicuramente – precisa Tisi – l’utilizzo delle strutture, spesso pensate per altri contesti storici e sociologici, e più in generale delle risorse materiali», al fine di far «maturare – aggiunge l’Arcivescovo – spirito di vicinanza e solidarietà tra comunità di uno stesso territorio».
«Dopo sei esercizi chiusi in perdita, Arcidiocesi di Trento nel 2023 – commenta nella sua relazione l’Economo diocesano, Claudio Puerari – rileva un risultato economico positivo di 1,3 milioni di euro a seguito, in particolare, di componenti non ricorrenti: la plusvalenza riveniente dalla cessione di un importante immobile e la ripresa di valore degli investimenti in valori mobiliari che avevano subito un brusco calo negli ultimi anni».
Per contro, Puerari evidenzia nella gestione “istituzionale” una «perdita di 3,7 milioni di euro, in sensibile crescita rispetto al 2022, per effetto della flessione delle fonti di ricavo, fisiologicamente volatili, della permanenza delle esigenze di sostegno finanziario agli Enti Diocesani ed alle Parrocchie e di elevati costi fissi, per parte rilevante riconducibili all’area del personale», pur essendo passati dal 2017 da 70 a 58 dipendenti.
Quanto al patrimonio immobiliare, Puerari ribadisce la necessità di un’adeguata destinazione dello stesso «in modo che il reddito da questo generato possa continuare a costituire, nel lungo periodo, con la dovuta attenzione all’ambiente, un cruciale sostegno alle iniziative diocesane».
Nell’auspicare un «continuo miglioramento della qualità nell’amministrazione dei beni temporali affidati all’Arcidiocesi e agli Enti ad essa afferenti», Puerari conclude affermando come «la sostenibilità dei conti si conferma obiettivo cruciale e comune del personale laico e religioso in quanto strumento per assicurare all’Arcidiocesi la disponibilità dei mezzi necessari a poter sostenere la propria missione nel lungo periodo».
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