Bolletta elettrica: chi è nella “tutela graduale” paga meno del “maggior tutela” e del mercato libero

Paradossi delle liberalizzazioni all’italiana, dove il libero mercato spesso e meno competitivo di quello regolamentato.

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Bolletta elettrica

Il 30 giugno scorso è terminato il regime di “maggiore tutela” del mercato elettrico, avviando la progressiva liberalizzazione anche dei 7,5 milioni di utenti che non avevano ancora scelto il mercato libero per la bolletta elettrica. Con una differenza, però: le tariffe per questi utentitutelatisaranno più competitive, e di molto, rispetto ai 22,7 milioni di utenti che sono sul mercato libero.

Una situazione che è paradossale, tanto da spingere pure l’Arera a decidere in corner che pure quei 3,8 milioni di utenti vulnerabili con continueranno a fruire del regime di “maggiore tutelapotranno passare alle “tutele gradualiperché più conveniente.

Stando alle norme, entro il 30 giugno scorso pure i 22,7 milioni di utenti del “mercato liberoavrebbero potuto optare senza costi di rientrare nel mercato di “maggiore tutela” vigente fino a quella data per poi passare automaticamente dal 1° luglio alle “tutele graduali” con la relativa convenienza tariffaria per la bolletta elettrica. Peccato che la comunicazione allestita da Arera e dall’Acquirente unico sia stata tardiva e poco efficiente, per cui poche migliaia di utenti hanno esercitato l’opzione.

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Entrando nel dettaglio tariffario, per vincere le aste organizzate da Arera nei mesi scorsi per gestire il servizio agli utenti in uscita dal regime di “maggiore tutela” i vari gestori hanno letteralmentestariffato”, andando in perdita sul costo di commercializzazione, andando così a creare un valore unico nazionale mediano calcolato da Arera che è negativo pari a -72,65 euro/anno per contatore o Pod, denominato “parametro gamma”.

L’utente avrebbe dovuto pagare come componente di commercializzazione 41 euro all’anno, con una riduzione rispetto all’attuale 58 euro, ma si ritrova invece con un bonus di 72.65 euro da scontare (parametro gamma): quindi il risparmio totale nella bolletta elettrica sarà di circa 113 euro all’anno rispetto alla “maggior tutela”. Ma non solo.

I clienti che sono passati automaticamente alle “tutele graduali” dal 1° luglio, perché “non vulnerabili”, avrebbero dovuto avere un costo dell’energia composto dalla componente materia prima sommato ai 41 euro di quota di commercializzazione, ma lo sconto di 113 euro porterà ad uno sconto sulla materia prima di 72.65 euro l’anno, 12 euro circa ogni bimestre.

Di fatto, i clienti nelle “tutele graduali”, che sono serviti dagli operatori del libero mercato che hanno vinto le aste Arera proponendo un loro guadagno “negativo”, avranno un prezzo più basso degli utenti vulnerabili in “maggior tutela”.

Un consumatorenon vulnerabile” in “tutela gradualespenderà così 113 euro in meno all’anno rispetto ad una personavulnerabile” servita dal Servizio energetico di “maggior tutela”. Un paradosso commerciale e normativo che ha portato Arera ad approvare in consiglio la possibilità, anche per i “vulnerabili”, di passare alle “tutele graduali”, perchépiù conveniente.

Per chi ha sfruttato l’opzione entro il 30 giugno di tornare dal “libero mercato” alle “tutele graduali” lo sconto in bolletta dipende da quanto pagava prima alla voce “componente di commercializzazione”, mediamente variabile da 144 a 160 euro all’anno. Un consumatore che pagava 144 euro all’anno, 12 euro al mese, nel regime delle “tutele graduali” avrà un risparmio ancora maggiore, perché assommerà il mancato corrispettivo di commercializzazione allo sconto di 72.65 euro all’anno per un risparmio totale di 216 euro all’anno rispetto al costo del libero mercato.

Per cercare di arginare la possibile fuga di clienti, molte aziende attive sul “libero mercatohanno azzerato la componente di commercializzazione, rinunciando alla quota di 144-160 euro all’anno.

Infine, per i clientivulnerabili” in “maggiore tutela”, ovvero coloro che rientrano per una questione anagrafica (consumatori con più di 75 anni, percettori di bonus sociale, soggetti a disabilità (L.104/92), residenti in un modulo abitativo di emergenza o in isola minore non interconnessa, avranno un costo dell’energia composto dalla componente materia prima e da una quota di commercializzazione di 41 euro all’anno, finendo per pagare l’energia più degli utenti delle “tutele graduali”. Con buona pace della tutela dei consumatori in stato di bisogno.

 

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