La Corte dei conti del Trentino Alto Adige ha sostanzialmente promosso con la parificazione dei bilanci delle province di Trento e di Bolzano, oltre che della regione Trentino Alto Adige.
Il collegio è stato presieduto da Anna Maria Rita Lentini, mentre le relazioni in udienza sono state svolte dal presidente Stefania Fusaro, dai consiglieri Alessandro Pallaoro, Marilisa Beltrame, Tullio Ferrari, Gianfranco Bernabei, Maria Teresa Wiedenhofer e dal referendario Carmine Pepe. Il Collegio è stato composto anche dal consigliere Stefano Natale e dal primo referendario Tamara Lollis, magistrati istruttori per la parifica del rendiconto della provincia di Bolzano. Sono intervenuti anche i procuratori regionali di Trento e Bolzano, consiglieri Gianluca Albo e Alessia Di Gregorio.
Il giudizio di parificazione dei tre bilanci è concluso con una sostanziale promozione dei bilanci 2023, evidenziando però alcune ombre. Se quello della Regione e della provincia di Bolzano è promosso senza obiezioni, per la provincia di Trento i magistrati contabili hanno evidenziato alcune ombre sulla gestione finanziaria che prevede una parifica del Rendiconto per l’esercizio finanziario 2023, ma con sospensione del giudizio per l’importo complessivo di 42.900.867 euro, fino al deposito della pronuncia della Corte costituzionale nel giudizio n. 77 del 2022 R.R., relativo alla legittimità costituzionale dell’art. 9 della L.P. 4 agosto 2022, che ha inserito l’art. 60-bis nella L.P. 3 aprile 1997, n. 7.
La questione evidenziata dalla Corte dei conti si riferisce alle perdite derivanti dai contratti “swap” sottoscritti da Cassa del Trentino e da Patrimonio del Trentino per 31 milioni che gravano sulle finanze dell’Autonomia trentina. I due bracci operativi della provincia di Trento hanno sottoscritto contratti di “Interest rate swap” che negli anni hanno registrato un valore “mark to market”, ipotetico valore di realizzo costantemente negativo e un differenziale tra i flussi generati in entrata in favore delle due società provinciali ed in uscita a carico delle medesime ed in favore degli istituti finanziari con i quali i contratti sono stati stipulati anch’essi negativi.
Il dato registrato al 31 dicembre 2023 evidenzia un differenziale negativo di 21 milioni di euro per i contratti di Patrimonio del Trentino e uno negativo di 10,7 milioni di euro per i contratti di Cassa del Trentino, pari quindi a complessivi 31,7 milioni di perdite, ed in lieve peggioramento rispetto al dato riferito all’anno precedente.
«Non si tratta di simulazioni di costi, ma di oneri reali che sono gravati, e continuano a gravare, sulla finanza provinciale e sul punto singolari risultano le repliche della Provincia – commenta Gianluca Albo, procuratore regionale della Corte dei conti di Trento -. A fronte di una dettagliata esposizione delle perduranti perplessità circa l’utilità di sottoscrivere tali delicatissimi strumenti finanziari, all’origine di un rilevante e costante differenziale negativo tra flussi in entrata, per la Provincia, e flussi in uscita dalla Provincia, nonché di un valore “mark to market” costantemente molto negativo, la Provincia si è limitata a recepire quanto prospettato per i contratti “swap” siglati da Cassa del Trentino».
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