Economia del Friuli Venezia Giulia: i redditi sono anche sotto i livelli del 2019

Rapporto Bankitalia sull’economia regionale. Molta attesa per l’effetto degli 1,63 miliardi del Pnrr. Crescita rallentata dalla manifattura.

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Economia del Friuli Venezia Giulia Bandiera friuli venezia giulia

L’economia del Friuli Venezia Giulia è in rallentamento certifica l’indagine della sede regionale di Bankitalia, secondo cui questa si «è attestata allo 0,6% rispetto al +0,9% dell’Italia, ma è pur sempre una crescita, anche se ha rallentato per un motivo essenzialmente legato alla manifattura, diminuita del 3,7% nel 2023 dopo un -1,1% nel 2022» ha detto il direttore della sede regionale della Banca d’Italia, Marco Martella, presentando il rapporto di Bankitalia sull’economia del Friuli Venezia Giulia.

«Nel manifatturiero, invece – ha precisato Martella – si tratta non di un rallentamento, ma di una decrescita dovuta essenzialmente alla scarsa domanda estera e alle difficoltà dei partner esteri principali del Friuli Venezia Giulia, quali la Germania, che l’anno scorso ha visto un’economia decrescere dello 0,3%».

«Quest’anno stime della Commissione europea per la Germania sono di un +0,1%, ma a fronte di questa stagnazione – ha continuato Martellaprobabilmente il manifatturiero regionale difficilmente potrà registrare un rimbalzo significativo. Le costruzioni sono andate molto bene nel 2023, con un più 3,7%, però nel 2024, venendo meno i superbonus e altri incentivi – ha aggiunto – ovviamente ci si aspetta un rallentamento o una stagnazione».

Martella si è poi soffermato sul credito alle imprese: «ha avuto una forte contrazione, meno 7,7%, ma questo è dovuto essenzialmente a una minore domanda, derivata dal fatto che le imprese avevano accumulato abbondante liquidità nel post pandemia, e a tassi molto bassi. Adesso, molte sono riuscite ad autofinanziarsi e a rimborsare ciò che era stato erogato prima, anche perché hanno rallentato anche gli investimenti».

Nel 2023 la crescita del reddito nominale delle famiglie si è indebolita. L’incremento dei prezzi ha determinato una lieve riduzione dei redditi disponibili in termini reali che non hanno ancora recuperato il livello del 2019. La crescita dei consumi delle famiglie, stimata all’1,3% ha rallentato risentendo del calo del potere d’acquisto.

I depositi bancari delle famiglie, dopo il forte accumulo nel periodo pandemico – osserva Bankitalia – sono diminuiti del 2,3% a fine 2023 rispetto a un anno prima. Vi ha contribuito, spiega l’Istituto, la riduzione dei depositi in conto corrente a cui si è contrapposto l’aumento dei più remunerativi depositi a risparmio (+12,6%). Per quanto riguarda le imprese, i prestiti sono diminuiti del 7,7% proseguendo il calo iniziato alla fine del 2022.

L’aumento dei tassi di interesse ha indebolito la domanda di finanziamenti delle famiglie; al rallentamento del credito al consumo (+4,4% nel 2023, cresceva del 5,7% nel 2022) si è associata la diminuzione dei nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni, che si sono ridotti di un quarto rispetto all’anno precedente. Il Taeg è cresciuto di 110 punti base rispetto a dicembre 2022, portandosi alla fine del 2023 al 4,6%, sceso al 4,2% nel primo trimestre 2024.

Infine, rileva la Banca d’Italia nel rapporto sull’economia del Friuli Venezia Giulia, nel 2023 il numero di occupati è rimasto stabile mentre è aumentato il ricorso agli ammortizzatori sociali, che si è attestato su livelli lievemente superiori a quelli del 2019. Nel primo trimestre 2024 le ore di Cig autorizzate sono 4,7 milioni, in linea con il 4 trimestre 2023 ma superiori rispetto al primo trimestre 2023 (2,8 milioni di ore).

Molta attesa per il rilancio dell’economia è posta nei fondi del Pnrr che al 7 dicembre 2023 risultavano assegnati a soggetti attuatori pubblici 1,63 miliardi per interventi da realizzare in Friuli Venezia Giulia, l’1,5% del totale nazionale. Riguardo i principali enti assegnatari, il 69% circa delle risorse fa capo agli enti territoriali e, in particolare, ai comuni (26%). Tra gli altri numeri forniti, nel periodo 2020-23 le amministrazioni pubbliche hanno bandito gare relative al Pnrr che insistono sul territorio regionale per un importo stimato di circa 730 milioni (pari a circa l’1,4% delle gare nazionali e al 59% delle risorse destinate alla regione per le quali è richiesta una procedura di affidamento). Risulta aggiudicato il 44% delle gare, rappresentative del 68% degli importi.

Martella ha commentato gli effetti del Superbonus 110% a livello regionale, «che è stato molto forte anche a livello in termini pro capite, più elevato rispetto alla media dell’Italia ed è stato ancora molto forte alla fine del 2023, tanto che le costruzioni continuano ad avere un trend positivo anche a inizio 2024, quindi c’è un effetto trascinamento».

Gli investimenti ammessi a detrazione dall’introduzione del Superbonus sono cresciuti in regione anche nei primi mesi del 2024, riflettendo il forte aumento delle domande alla fine del 2023: lo scorso marzo avevano raggiunto i 2,8 miliardi, pari a 2.332 euro pro abitante, un valore superiore del 17% alla media italiana.

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