Imu aumenti per case di lusso e seconde case

Gabella immobiliare più cara a Grosseto, Milano, Roma, Venezia e Rimini. Trento e Bolzano tra le realtà meno esose.

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Con l’avvicinarsi della scadenza per il versamento dell’acconto IMU per il 2024, fissata per il 16 giugno, ma slittata, quest’anno, al 17 giugno 2024, è tempo di conti per gli italiani: per l’abitazione prima casa” considerata di lusso (categorie catastali A/1, A/8, A/9), il costo medio complessivo dell’IMU sarà di 2.531 euro (1.266 euro per l’acconto di giugno), con punte di oltre 6.000 euro nelle grandi città, secondo quanto emerge dal rapporto Imu curato dal Servizio politiche economiche, fiscali e previdenziali della Uil, diretto dalla segretaria confederale Vera Buonomo.

Il costo medio complessivo dell’IMU per una “seconda casa”, ubicata in una città capoluogo, sarà di 1.022 euro (511 euro per l’acconto di giugno), con punte di oltre 2.000 euro nelle grandi città. Le pertinenze dell’abitazione principale di lusso, come cantine, garage, posti auto e tettoie (classificate nelle categorie catastali C2, C6, C7), sono soggette a IMU con la stessa aliquota applicata alle “prima casa” di lusbso. Il costo medio annuo per queste pertinenze è di 99 euro (circa 50 euro per l’acconto di giugno).

L’analisi dei costi dell’IMU per le abitazioni principali di lusso nel 2024, evidenzia che Grosseto si distingue come la città con il costo totale annuo dell’IMU più elevato, con un totale di 6.828 euro. Milano ha un costo medio annuo di 5.966 euro, mentre Roma si posiziona al terzo posto con un costo di 5.774 euro all’anno. Venezia presenta un costo annuale di 5.750 euro e Rimini chiude la lista delle prime cinque città più costose con un costo complessivo annuo di 5.479 euro.

Per quanto riguarda le città meno care, Cremona si conferma la città con il costo IMU più basso per le abitazioni principali di lusso, con un totale annuo di 967 euro. A Messina il costo medio annuo è di 1.018 euro, a Ragusa di 1.083 euro. Trento ha un costo IMU di 1.113 euro annui, mentre Bolzano presenta un costo di 1.154 euro.

L’analisi dei costi annuali dell’IMU per le seconde case mostra significative variazioni tra le diverse città italiane. Prendendo in esame le città più care e quelle meno care, si può osservare le differenze sostanziali nella pressione fiscale. Tra le città con i costi più elevati per le seconde case, Roma si posiziona al primo posto con un valore medio annuo di b euro. Seguono Siena, dove il costo medio annuo è di 1.937 euro, e Padova con 1.770 euro. A Livorno, il costo medio per una seconda casa è di 1.549 euro, mentre Verona chiude la lista delle cinque città più costose con un costo medio annuo di 1.497 euro.

Catanzaro si distingue per il costo medio dell’IMU per le seconde case più basso, pari a 509 euro annui. Seguono Messina con un costo medio annuo di 519 euro e Caltanissetta con 549 euro. A Crotone, il costo medio per una seconda casa è di 556 euro, mentre Enna chiude la lista delle cinque città meno costose, con un costo medio annuo di 575 euro.

Le pertinenze delle abitazioni principali di lusso, soggette a IMU (categorie catastali C2, C6 e C7), mostrano una notevole variabilità nei costi annui a seconda della città in cui si trovano. Questa analisi mette in evidenza le città italiane con i costi più elevati e più bassi per queste pertinenze. Nella classifica delle città con i costi più elevati per le pertinenze delle abitazioni principali, Napoli si posiziona al primo posto, con un costo totale annuo dell’IMU pari a 208 euro. Segue Agrigento con 203 euro annui, evidenziando come anche in questa città del Sud Italia i costi siano particolarmente alti. Ancona, con un costo annuo di 187 euro, si colloca al terzo posto, seguita da Bari (177 euro) e Salerno (176 euro).

Al contrario, le città con i costi più bassi per le pertinenze delle abitazioni principali presentano un quadro molto diverso. Trento si distingue per avere il costo più basso, con soli 46 euro annui. Seguono Belluno con 47 euro e Sondrio con 49 euro. Latina e Bergamo completano la lista delle cinque città meno costose, con costi annuali rispettivamente di 50 euro e 51 euro. Queste cifre indicano una pressione fiscale significativamente inferiore nelle regioni del Nord Italia rispetto al Sud.

Sono state individuate e riportate le aliquote IMU, deliberate dai comuni, sia per l’abitazione principale di lusso che per le abitazioni a disposizione. Da questa analisi emerge che in 18 città è in vigore la ex addizionale TASI, che porta le aliquote oltre la soglia massima dell’IMU per le seconde abitazioni a disposizione, fissata al 10,6 per mille. In particolare, Roma, Milano, Ascoli Piceno, Brescia, Brindisi, Matera, Modena, Potenza, Rieti, Savona, Chieti e Verona applicano un’aliquota dell’11,4 per mille. Terni e Siena hanno un’aliquota dell’11,2 per mille, mentre Lecce, Massa e Venezia si attestano all’11 per mille. Agrigento applica un’aliquota del 10,9 per mille e Trento del 10,8 per mille. In altre 77 città capoluogo, l’aliquota per le seconde case è del 10,6 per mille. Tra queste, vi sono Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo e Bari. Sono 10, invece, le città che applicano aliquote inferiori alla soglia massima. Tra queste si trovano Gorizia, Pordenone, Ragusa, Udine, Belluno e Como.

Per quanto riguarda le aliquote IMU relative all’abitazione principale di lusso, l’86% delle città capoluogo ha applicato l’aliquota massima, che include la ex addizionale TASI, raggiungendo un’aliquota complessiva del 6 per mille. Il restante 14% ha applicato un’aliquota inferiore al 6 per mille. La media del costo annuo dell’IMU, raggruppata per le cinque aree geografiche, mette in luce una notevole disparità tra le diverse zone del Paese. Questa differenza accentua ulteriormente la differenza valoriale del patrimonio immobiliare sul territorio italiano. Nel NordOvest il costo medio annuo dell’IMU è di 1.027 euro annui, mentre nel NordEst il costo medio sale a 1.060 euro. Nelle regioni del Centro Italia, il costo medio dell’IMU si attesta a 1.144 euro. Al contrario, nel Sud Italia e nelle Isole, i costi medi dell’IMU sono significativamente inferiori, pari rispettivamente a 982 euro e 829 euro annui. Questa differenza tra Nord e Sud è indicativa del diverso valore degli immobili nelle varie aree del Paese.

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