Incentivi auto, a poche ore dall’apertura esaurito il fondo per le elettriche

Il mercato auto a maggio flette del 6,6%, mentre sui primi 5 mesi 2024 è leggermente positivo. Il comparto chiede la profonda revisione della fiscalità sull’auto aziendale.

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A maggio sono state immatricolate in Italia 139.581 autovetture con un calo del 6,6% su maggio 2023, calo probabilmente influenzato dall’annunciato avvio a giugno della nuova tornata degli incentivi auto. Il consuntivo dei primi cinque mesi vede, poi, 726.311 immatricolazioni con una crescita del 3,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma con un calo del 20,3% sullo stesso periodo del 2019.

In tema di incentivi auto, la piattaforma in cui i concessionari possono prenotare gli incentivi appena aperta alle 10 del 3 giugno, a fine giornata ha esaurito i fondi disponibili per le auto elettriche (emissioni da 0 a 20 grammi di CO2 per chilometro), per il 21,8% dei fondi disponibili per le auto endotermiche con emissioni da 61 a 135 grammi di CO2 per chilometro e soltanto per il 4,2% per le ibride (emissioni da 21 a 60 grammi di CO2 per chilometro).

Secondo quanto denuncia l’Unrae, sarebbe anche emerso che nel Dpcm del 20 maggio 2024 che ha dato avvio agli incentivi auto 2024 sugli annunciati 960 milioni del fondo mancherebbero ben 178,3 milioni, tanto che sarebbe ora necessario l’emanazione di un nuovo Dpcm per evitare di lasciare nell’incertezza il settore.

Il relativo boom dell’auto elettrica è legato alle prenotazioni già raccolte nelle scorse settimane di veicoli elettrici, specie quelli di fascia più bassa che, complice la rottamazione di una vecchia automobile e un basso reddito Isee consente di accedere ad incentivi fino a 13.750 euro, decisamente sproporzionati rispetto alle disponibilità del mercato, tanto da rendere particolarmente competitive le utilitarie dei grandi gruppi prodotte in Cina. Con buona pace del prodotto italiano tanto decantato dal ministro del “Made in Italy”, Adolfo Urso.

E se l’andamento del primo giorno per il segmento delle auto tradizionali con motore termico ha impegnato quasi il 22% dei fondi disponibili, il cui ammontare è decisamente aumentato rispetto alle edizioni precedenti, è prevedibile che questo genere di sovvenzioni basterà solo per coprire gli incentivi del solo mese di giugno, con quelli successivi che rientreranno nuovamente in crisi.

Per quanto riguarda l’andamento dei prossimi mesi dall’inchiesta congiunturale mensile sui concessionari condotta dal Centro Studi Promotor emerge che il 48% dei concessionari si attende vendite in aumento, il 39% stabilità e il 13% manifesta pessimismo sulle prospettive a breve.

Gli incentivi appena adottati non consentiranno certo di raggiungere durevolmente risultati significativi e si pone quindi la necessità di identificare soluzioni strutturali per il ritorno alla normalità nella motorizzazione italiana, come ad esempio una radicale revisione del sistema di tassazione degli autoveicoli, a partire da quelli aziendali. Secondo le stime dell’Anfia nel 2023 il gettito fiscale dell’auto dovrebbe infatti aver toccato i 77 miliardi di euro di cui ben 36 miliardi per le sole imposte sugli acquisti di benzina e gasolio auto. Tanto che il ministero dell’Economia starebbe studiando strategie per mantenere invariato il gettito fiscale legato all’auto man mano che la quota di auto elettriche dovesse aumentare.

Il tema dell’eccessiva tassazione dell’auto aziendale in Italia è richiamato dal presidente dell’Unrae, Michele Crisci, secondo cui «è indispensabile riformare il trattamento fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale, agendo su detraibilità IVA e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2, e riducendo il periodo di ammortamento a 3 anni». Comprensibilmente Crisci, che è anche il presidente della cinese Volvo, punta a sostenere l’ormai invendibile auto elettrica, quando sarebbe meglio andare oltre e arrivare alla neutralità tecnologica delle normative, stabilendo la totale deducibilità fiscale di tutte le automobili, eventualmente ponendo un tetto al prezzo d’acquisto attorno agli 80-90.000 euro. Di fatto l’ammontare degli incentivi auto 2024 consentirà la vendita sovvenzionata di circa 316.000 auto, di cui il 77% di quelle “tradizionali” con motore termico.

Secondo Massimo Artusi, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto, «non possiamo non ribadire che con misure temporanee come quella oggi al via – che, ricordo, è limitata all’anno in corso – e senza una visione d’insieme e di prospettiva, difficilmente gli obiettivi di rilancio del settore potranno essere raggiunti e consolidati nel tempo, come richiederebbe una strategia della transizione che voglia essere davvero efficace. Accanto a queste misure è necessaria, infatti, una riforma complessiva della fiscalità sull’auto – in particolare in materia di IVA e di tassazione dei benefit – senza la quale le misure incentivanti diventano interventi episodici o a pioggia e comunque destinati prima o poi a interrompersi».

Dall’analisi del mercato emerge che a maggio le auto elettriche perdono ancora terreno, con una contrazione del –18,9% e quota al 3,6%, portando il bilancio dei primi cinque mesi dell’anno a –19,8%, con una quota del 2,9%. Analogo andamento negativo per le auto plug-in che flettono nel mese del -32,7% (quota 3,2%) e da inizio anno del -25,8% (quota 3,2%). Tengono le ibride elettriche che registrano un incremento del +7,7% con una rappresentatività che arriva al 40% e le auto a benzina che ottengono un aumento del +4,4% (quota 32,1%); nel cumulato queste alimentazioni crescono rispettivamente del +13,3% (quota 38,8%) e +15,4% (quota 31,3%). Le immatricolazioni di autovetture diesel registrano un decremento consistente pari a -30,8% e una rappresentatività del 14,4%, mentre nel periodo gennaio-maggio il disavanzo si attesta a -21,3% (quota 14,8%). Gpl e metano diminuiscono rispettivamente del -27,3% e -13,9% con quote al 6,6% e 0,1%.

Dal punto di vista dei canali di vendita, i privati accusano una flessione ben peggiore del mercato, pari a -10,9% sullo stesso mese 2023 (quota 51,7%) mentre sui primi cinque mesi dell’anno la crescita si riduce a +4%, con una quota al 54,5%. Le immatricolazioni a società, se non fosse per l’apporto delle auto-immatricolazioni (+38,7%), registrano un avanzo del +23,1% nel mese (quota 17,1%), con un progressivo da inizio anno del +15,6% (quota 15%). Il noleggio registra un calo del -11,3% (quota 31,1%) mentre su base annua l’arretramento è del -3,1% e la rappresentatività al 30,5%.

Negli ultimi tre giorni di maggio è stato immatricolato il 40,3% del totale mercato, mentre le auto-immatricolazioni di case e concessionari (incluso l’uso noleggio), secondo le elaborazioni Federauto sui dati Dataforce, hanno rappresentato circa il 12,6% dei volumi di vendita mensili, con un incremento del +38,7% rispetto a maggio 2023 e circa del +25% dall’inizio dell’anno che andranno ad alimentare le vendite scontate di auto nuove a chilometri zero.

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