Terziario del NordEst, il 17,9% delle imprese si sente meno sicuro

Indagine Format Research per Confcommercio Friuli Venezia Giulia. L’esposizione ai fenomeni criminosi è superiore al dato nazionale.

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Terziario del NordEst commercio elettronico indagine Nomisma/Crif commercio elettronico

Nel 2023, il 17,9% delle imprese del terziario del NordEst di mercato ha percepito un peggioramento dei livelli di sicurezza, un valore inferiore al dato Italia pari al 18,9%. Furti, usura, aggressioni e violenze, atti di vandalismo sono i fenomeni criminali percepiti in maggior aumento e la percentuale dei furti (25,1%) è superiore al valore nazionale (23,5%).

I dati emergono da un’indagine di Confcommercio Friuli Venezia Giulia realizzata da Format Research per la giornata nazionale “Legalità, ci piace!” «Un appuntamento che promuove la cultura del rispetto delle regole sul mercato – ha detto il presidente di Confcommercio Friuli Venezia Giulia, Gianluca Madriz -. Contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, furti, infiltrazioni della criminalità organizzata, rapine, taccheggio, corruzione alterano la concorrenza, comportando la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti».

Tra gli altri dati di rilievo, il 35,9% degli imprenditori del terziario del NordEst teme di essere esposto a fenomeni criminali (dato nazionale 33,9%). I furti sono il crimine che preoccupa di più gli imprenditori sulla sicurezza della propria impresa (35,8%). Il 25,2% degli intervistati ha avuto notizia di imprenditori esposti a tentativi di usura o estorsione, e il 17% delle imprese del commercio al dettaglio del NordEst ritiene che il taccheggio sia migliorato sul 2022; il 61,1% delle imprese del terziario del NordEst si sente penalizzato da abusivismo e contraffazione (dato nazionale 62,8%).

Una parte dell’indagine è sui consumatori. Il 23,4% dei consumatori del NordEst ha acquistato prodotti/servizi illegali nel 2023 (dato nazionale 24,2%); di questi il 70,5% ha utilizzato canali di vendita online. I capi di abbigliamento (61,0%), calzature (36,6%) e pelletteria (27,8%) sono i prodotti illegali più acquistati. L’acquisto illegale è effettuato in modo consapevole per il 69,9% (dato nazionale 68,1%) e la quasi totalità dei consumatori (il 98,7%) sa che ciò può comportare rischi. Il “consumatore illegale” è in genere uomo, tra i 18 e i 34 anni, livello d’istruzione medio-alto, è soprattutto impiegato, operaio o studente.

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