Global Innosystem Index 2024: Italia al XXIV posto per capacità d’innovazione

Occorrono investimenti in ricerca e sviluppo, supporto all’imprenditoria, sviluppo di meccanismi gestione per l’IA. Lombardia, Trentino e Lazio le realtà italiane più avanzate.

0
298
Global Innosystem Index 2024

Il Global Innosystem Index 2024, presentato al Technology Forum tenutosi a Stresa da The European House – Ambrosetti (Teha), vede anche quest’anno l’Italia posizionarsi nella parte più bassa della classifica sui temi dell’innovazione.

Singapore, Israele ed Estonia si trovano ai vertici dell’innovazione, mentre l’Italia è al XXIV posto. Gli indici in cui l’Italia performa peggio sono l’innovazione dell’ecosistema (32a) e il capitale umano (28a), tuttavia si colloca al 10° posto per efficacia dell’ecosistema dell’innovazione.

The European House – Ambrosetti ha presentato anche la seconda edizione del TEHA – Regional Innosystem Index (TEHA – RII), che propone una valutazione delle performance degli ecosistemi innovativi di 242 regioni europee, aggiungendo 3 nuovi indicatori alla valutazione rispetto agli 8 previsti nel 2023.

Quattro le proposte del Global Innosystem Index 2024 sviluppate quest’anno per rafforzare la capacità di innovare in Italia: aumentare gli investimenti pubblici e privati nella ricerca e sviluppo, migliorare il supporto all’imprenditoria innovativa mediante gli investimenti di Venture Capital e Private Equity per favorire la nascita di “unicorni” (aziende con oltre un miliardo di fatturato), rafforzare il ruolo dell’Italia nel G7 e quale Paese leader nello sviluppo di meccanismi di gestione per l’Intelligenza artificiale, istituire un “new deal” delle competenze per preparare i cittadini e le aziende ad operare in una società digitale e sostenibile.

Il tema dell’innovazione è di assoluta centralità in un’ottica di crescita e competitività di un sistema-Paese, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi dell’Intelligenza artificiale che stanno trainando l’intero settore della tecnologia (e non solo). L’Italia, tuttavia, risulta tra gli ultimi Paesi al mondo per quanto riguarda l’ecosistema dell’innovazione, con un notevole ritardo rispetto a Paesi come Regno Unito, Svizzera, Germania e Francia.

Il Global Innosystem Index 2024 ha confrontato 37 Paesi ad alta performance innovativa, ampliando il campione d’indagine che, nell’edizione 2023, aveva valutato 22 Paesi.

Singapore fa il suo esordio nella nuova, più ampia classifica, con un punteggio di 5,41 (su una scala da 1 a 10), seguono poi Israele (5,21) e l’Estonia (5,17). Rispetto al TEHA-GII 2020 (indicatore ricalcolato per consentire di fare un confronto rispetto all’evoluzione del posizionamento di ciascun paese alla luce dei nuovi indicatori considerati), Singapore conferma il proprio posizionamento di vertice a livello mondiale. Israele guadagna una posizione, mentre l’Estonia ne perde una.

Anche in questo scenario più ampio, l’Italia si colloca nella parte più bassa della classifica del Global Innosystem Index 2024, risultando 24ª con 3,19 punti e perdendo una posizione rispetto al 2020, dove era 23ª con 3,57 punti. L’Italia precede Spagna (3,18) e Grecia (3,02).

Il confronto tra l’Italia e le variabili input (ossia le variabili che valutano la presenza degli elementi abilitanti dei processi di innovazione) configura un quadro fortemente negativo che rappresenta un’Italia nelle retrovie dell’innovazione. 32ª per l’innovazione dell’ecosistema e 28ª per capitale umano, si classifica leggermente meglio, 24ª, per lo sviluppo di un ecosistema attrattivo, confermando la carenza rilevata già nel 2023. Infine, per risorse finanziarie a supporto dell’innovazione, il nostro paese si colloca al 22° posto. L’unica variabile che dà fiducia è rappresentata dall’efficacia dell’innovazione dell’ecosistema (variabile di output, che valuta la capacità di un paese di generare innovazione), per cui l’Italia scala la classifica fino al 10° posto per la produzione di nuove idee e per il loro impatto economico.

Anche quest’anno, il TEHA – Regional Innosystem Index (ARII) esegue una valutazione delle prestazioni degli ecosistemi innovativi di 242 regioni europee, aggiungendo 3 nuovi indicatori alla valutazione rispetto agli 8 del 2023. I KPI sono stati raggruppati in 4 categorie: sviluppo economico, capitale umano, talento per l’innovazione e infrastrutture digitali e tecnologie, per un totale di 31.944 osservazioni. Dall’analisi emerge che la Lombardia è la tra le regioni italiane a guidare l’innovazione, guadagnando 4 posizioni nella classifica europea rispetto al TEHA-GII 2020 (nel 2024 si posiziona in 39ª posizione). Il Trentino, invece, perde due posizioni passando dalla 46ª alla 48ª posizione, seguita dalla regione Lazio (49ª) che guadagna una posizione. L’Emilia Romagna, al contrario, scivola di 10 posizioni classificandosi 76ª, non varia, invece, il trend negativo di Basilicata (179ª), Sicilia (180ª) e Calabria (191ª).

In generale, le regioni italiane continuano a collocarsi molto al di sotto delle “top 10” regioni classificate in quasi tutti gli indicatori di performance considerati.

Gli aspetti da migliorare su cui l’Italia dimostra ancora grandi difficoltà riguardano l’ambito educativo e lavorativo: la percentuale di persone che possiedono un titolo di studio STEM, la percentuale di soggetti impiegati nell’ambito della ricerca, il numero di lavoratori nel campo della scienza e tecnologia, oltre a considerare un maggiore stanziamento di risorse a sostegno delle attività di ricerca e sviluppo.

Molto bene invece le università italiane, che contano la presenza di 11 di queste nella “top 100europea. Positivi i segnali anche rispetto al numero di domande di brevetto depositate, per la prima volta l’Italia supera quota 5.000 con una crescita del 38% nella decade 2014-2023 (dai 3.649 del 2014 ai 5.053 del 2023). Risultati positivi per l’Italia anche nel tasso di successo dei brevetti di applicazione, che si colloca al posto nelle “top 25 country” a livello mondiale.

Le nuove aziende e gli “unicornirappresentano un’altra criticità su cui in Italia occorre investire maggiori risorse: nel 2024 è 19ª con un punteggio di 3,0 sulla quantità di nuove aziende ogni 1.000 abitanti. Questo dato, rispetto all’Estonia, leader della classifica, è 8 volte minore; inoltre, a livello italiano, ci sono solo 3 startup che sono state valutate più di un miliardo nell’ultima decade.

Infine, l’ultima area critica è rappresentata dall’attrattività del Paese. Solo una piccola parte del flusso netto in entrata nel Paese deriva dagli investimenti diretti esteri; al contempo solo una piccola percentuale dei prodotti esportati sono di tipo tecnologico, il 184% in meno rispetto a Singapore, leader della classifica.

Anche quest’anno, The European House – Ambrosetti ha analizzato gli ecosistemi dell’innovazione a livello regionale, prendendo in esame 242 regioni europee in relazione ad 11 indicatori. Non sono presenti grandi novità sul podio: la francese Ile-de-France si conferma al primo posto (con un punteggio di 7,37 su una scala da 1 a 10), guadagnano una posizione (rispetto al TEHA-RII 2020) la regione di Stoccolma (Svezia) e Hovedstaden (Danimarca), rispettivamente con un punteggio di 6,47 e 6,09. Al contrario, perde due posizioni la regione di Helsinki-Uusimaa, che si trova adesso ai piedi del podio.

L’Italia rientra nelle prime cinquanta regioni del TEHA – RII 2024 con tre regioni: la Lombardia si posiziona al 39° posto, guadagnando 4 posizioni rispetto al TEHA-RII 2020; il Trentino perde invece due posizioni e si trova nella classifica di quest’anno in 48° posizione, seguita dal Lazio (49°) che guadagna una posizione. Ampliando l’orizzonte di analisi entro le prime 100 posizioni, si trovano l’Emilia Romagna (76°) che perde 10 posizioni rispetto al TEHA-RII 2020, il Piemonte (82°), la Toscana (90°) e il Friuli Venezia Giulia (97°). Guardando al fondo della classifica, le regioni italiane più critiche restano quelle del Mezzogiorno, ancora indietro Puglia (178°) che risale leggermente, Basilicata (179°), Sicilia (180°) e Calabria (191°).

Il Trentino emerge come regione italiana con il maggior numero di lavoratori impiegati nella ricerca (l’1,1% dei lavoratori è impiegata nell’ambito della ricerca), mentre l’Emilia Romagna investe la maggior quota di risorse nelle attività di Ricerca e Sviluppo, il 2,1% del PIL regionale. Il Lazio, invece, si riconferma nell’ambito della formazione terziaria (26,7%) e per maggior numero di persone che lavorano nel settore scienza e tecnologie (33,8%) e l’Alto Adige per tasso di partecipazione nell’istruzione e formazione (14,6%).

Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano” e “Dario d’Italia”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata. 

Telegram

https://t.me/ilnordest

Linkedin

https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/

Facebook

https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/

X

https://twitter.com/nestquotidiano

© Riproduzione Riservata