Inflazione: in Italia il livello più basso dell’Ue allo 0,9%

Cgia: ma varia a seconda delle realtà italiane, con le città più grandi con livelli più alti.

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L’inflazione pare essere stata domata, almeno in Italia dove secondo l’Istat ad aprile è allo 0,9% contro il 2,4% medio dell’Unione europea e, tra i 27 paesi Ue, solo Finlandia e Lituania hanno un livello più basso di quello italiano, ma sono realtà decisamente marginali nel contesto economico continentale.

Secondo l’Ufficio studi della Cgia, negli ultimi sette mesi il dato dell’inflazione a livello nazionale è stato ben al di sotto della soglia del 2% e, secondo la Commissione Europea, quest’anno dovrebbe attestarsi al +1,6%, contro il +5,9% registrato nel 2023 e il +8,7% del 2022. Il dato 2024, inoltre, è nettamente inferiore alla media UE che, invece, dovrebbe attestarsi al 2,5%.

Ora tocca alla Banca centrale europea nella prossima seduta dei primi di giugno iniziare a tagliare il livello dei tassi fermi al 4,5% che sta frenando eccessivamente l’economia, con il rischio di trasformare una leggera ripresa dell’economia in una nuova frenata.

Sebbene la crescita dell’inflazione stia rallentando, la percezione dei consumatori italiani è che i prezzi dei beni e dei servizi stiano invece salendo. In realtà alcune voci di spesa che incidono in misura importante sul bilancio familiare hanno subito delle contrazioni importanti. Negli ultimi 12 mesi, ad esempio, i prezzi dell’energia elettrica e del gas sono scesi rispettivamente del 29,2% e del 21,6%, rendendo così le bollette molto più leggere. Anche i biglietti aerei hanno registrato una decisa diminuzione: quelli internazionali dell’11,85 e quelli nazionali del 6,95. Per contro, è aumentato, in particolar modo, il prezzo delle patate (+11,9%), i pacchetti vacanza in Italia (+17,2%) e l’olio d’oliva (+44,3%).

La fiammata inflazionistica del 2021-2022 è costata alle famiglie italiane 4.039 euro in più. Se nel 2021, anno che ha preceduto l’avvento della crisi sanitaria, la spesa media annuale delle famiglie italiane ammontava a 21.873 euro, due anni dopo la stessa è salita a 25.913 euro. Soprattutto per le famiglie meno abbienti, l’abitazione e l’alimentare sono le voci di spesa che hanno contribuito maggiormente ad incrementare le uscite complessive.inflazione

Analizzando la serie storica dell’inflazione presente in Italia tra il 1948 e il 2023, si riscontra che tra il 1956 e il 1972 (gli anni del cosiddetto “boom economico”), l’inflazione è stata mediamente del 4%. Con lo scoppio della crisi energetica e a seguito degli effetti riconducibili all’accordo interconfederale sul punto unico di contingenza, tra il 1973 e il 1984 il caro vita medio è stato del 16%, mentre tra il 1998 e il 2002 (periodo che “battezza” la nascita della BCE e dell’Euro) è crollato all’1,5%. Solo tra il 2022 e il 2023 (periodo post-Covid), l’impennata dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime hanno re-infiammato l’inflazione che è tornata a salire a un tasso medio del 7%. Un valore, quest’ultimo, comunque di 11 punti inferiore alla media che avevamo nella seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso.

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