Su centri commerciali possibile fotovoltaico fino a 1,1 GW

Studio Ambrosetti, facilitare impianti con norme e incentivi.

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In tempi di divieti di pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli per preservarne l’utilizzo produttivo primario, i tetti dei centri commerciali italiani potrebbero rappresentare uno spazio utilizzabile con una potenza fino a 1,1 GW, (il 3,5% dell’attuale installato fotovoltaico) secondo uno studio del Cncc-Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, The European House – Ambrosetti sulla mappatura della filiera estesa dei centri commerciali.

Per agevolare questi impianti e accelerare così la transizione ecologia, il comparto chiede una serie di norme e incentivi. Il potenziale di superficie disponibile, si legge «è pari a 13 milioni di metri quadri. Installare 1,1 GW di pannelli fotovoltaici dimezzerebbe le emissioni totali del settore che alla voce energia impiega fra il 10 e il 20% dei propri costi.

Il beneficio economico complessivo per il Paese (lungo tutta la vita utile della tecnologia fotovoltaica stimabile in circa 20-25 anni dei pannelli) è di circa 2 miliardi di euro, pari alla metà degli investimenti attuali della filiera dei centri commerciali. Per questo il documento elaborato dal Cncc chiede, fra l’altro, di «estendere il perimetro dimensionale prevedendo la partecipazione delle grandi imprese anche per le comunità energetiche rinnovabili e prevedere la possibilità per i centri commerciali di beneficiare della tariffa incentivante anche per impianti con potenza maggiore di 1 MW per garantire la sostenibilità economica dell’investimento, oltre prevedere la possibilità di beneficiare degli incentivi statali per la realizzazione degli impianti rinnovabili non solo per realtà in comuni fino a 5.000 abitanti.

Dall’analisi realizzata da The European House-Ambrosetti, ha commentato Roberto Zoia, presidente del Consiglio nazionale dei centri commerciali, «emerge, con dati oggettivi, il ruolo strategico dell’industria dei centri commerciali, ma anche alcune distorsioni in termini di asimmetrie competitive che non consentono di esprimere il pieno potenziale a beneficio della collettività e delle migliaia di operatori che investono e lavorano nei centri commerciali, tema su cui intendiamo continuare a impegnarci per una concorrenza libera ma anche paritaria».

Nel 2022 sono 730.000 gli occupati, 4 miliardi di euro gli investimenti realizzati, 130 miliardi di euro di fatturato e 57 miliardi di euro di valore aggiunto (pari a circa il 3% del Pil italiano). Infine, considerando anche il comparto manifatturiero e il settore dei servizi attivati a monte e a valle da questa filiera, i centri commerciali nel 2022 hanno generato 226,6 miliardi euro di valore aggiunto in Italia, pari al 12% del Pil del Paese. Il pieno potenziale economico del settore è frenato da alcuni fattori ostativi, tra cui ad esempio, le disparità esistenti tra piattaforme online e retailer fisici, che generano asimmetrie competitive, e che sono state corrette solo parzialmente dalla recente evoluzione normativa in materia di tutela della concorrenza.

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