Superbonus la corsa non si ferma, nonostante tutti i tentativi del governo Meloni

Secondo Unimpresa dal 2021 ad oggi sono stati spesi 122 miliardi per 500.000 cantieri. La spesa media è a 600.000 euro per i condomini, per scendere a poco più di 114.000 per gli edifici unifamiliari e a circa 96.000 per le villette.

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Superbonus
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Quasi mezzo milione di cantieri col superbonus edilizio per un totale di crediti d’imposta maturati pari a oltre 122 miliardi di euro: è quanto segnala il Centro studi di Unimpresa, secondo cui, nel dettaglio, sono 494.406 gli interventi avviati e realizzati a partire dal 2021, con un investimento medio per intervento di circa 237.052 euro. Il totale delle detrazioni o crediti d’imposta maturati è di 122,2 miliardi di euro, cifra che evidenzia l’ampia portata e l’effetto stimolante delle politiche di incentivo fiscale per il settore delle costruzioni e ristrutturazioni.

Sul totale di 494.406 cantieri, secondo il Centro studi Unimpresa, i condomini rappresentano la fetta più significativa degli interventi compresi nel superbonus. Gli investimenti effettuati per questa categoria ammontano a 78,1 miliardi di euro, distribuiti su 132.492 edifici. Ciò rappresenta il 10,5% del totale degli edifici con più di quattro abitazioni. Le detrazioni e i crediti di imposta generati da questi interventi ascendono a 80,1 miliardi di euro, dimostrando un forte incentivo economico a favore di miglioramenti e ristrutturazioni.

La categoria degli edifici unifamiliari comprende 244.682 interventi su edifici unifamiliari, con investimenti totali pari a 27,9 miliardi di euro. Questi interventi hanno generato detrazioni per un totale di 30,0 miliardi di euro, indicando una percentuale di agevolazione media elevata. Gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari indipendenti insieme costituiscono il 3,3% del totale degli edifici con meno di quattro abitazioni.

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Le unità immobiliari funzionalmente indipendenti, poi, hanno visto 117.224 interventi, con investimenti che raggiungono gli 11,3 miliardi di euro. Le detrazioni maturate per queste unità ammontano a 12,1 miliardi di euro. Queste cifre sottolineano l’importanza data alla ristrutturazione di unità che, pur essendo all’interno di edifici plurifamiliari, dispongono di accessi autonomi e impianti esclusivi.

La spesa media, in quasi mezzo milione di cantieri col superbonus edilizio, è di 237.000 euro: l’investimento medio più alto è nei condomini e sfiora i 600.000 euro, mentre negli edifici unifamiliari si scende a poco più di 114.000 e a circa 96.000 per le villette.

Ora il problema è legato all’ennesimo cambio in corsa delle regole per frenare la crescita degli effetti finanziari del superbonus che, secondo i dati del ministero dell’Economia, è lanciato ad oltre 210 miliardi di spesa. L’ultima proposta che andrà in discussione nei prossimi giorni è l’estensione obbligatoria da 4 a 10 anni del periodo di recupero del superbonus per tutti gli interventi attivati a partire dall’inizio del 2024, mentre per tutti gli altri rimarrebbero le vecchie regole, con la possibilità per i singoli privati che scontano in proprio senza cessione i crediti del superbonus di sfruttare la deducibilità a 10 anni, con la possibilità di sfruttare meglio l’ammontare dei crediti.

Superata la sbornia del superbonus, c’è in agguato la norma europea che impone la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati. Secondo il presidente dell’Unione piccoli proprietari immobiliari, Fabio Pucci, «la direttiva europea sulle “Case Green” prevede che entro pochi anni in Italia vengano riqualificati oltre 500.000 edifici pubblici e circa 5 milioni di edifici privati con le prestazioni più scadenti, il costo stimato per migliorarli di due classi energetiche è di circa 320 miliardi, ma ad oggi né l’Europa né lo Stato italiano hanno messo a disposizione risorse, incentivi o bond».

Per Pucci «il rischio è che la direttivaCase Greenspacchi in due il mercato immobiliare, da un lato quello dei ricchi con case sempre più di valore, dall’altro quello dei poveri con case sempre più deprezzate. Senza un intervento da parte dell’Europa e dell’Italia 1,2 milioni di condomini saranno a rischio speculazione in Italia, – paventa Pucci -: ci sono residenti che non riescono a pagare nemmeno le spese di condominio, figuriamoci se saranno in grado di sostenere spese di 40-80.000 euro per l’efficientamento energetico. I loro appartamenti si deprezzeranno diventando a rischio speculazione».

Il problema non è affatto trascurabile: il patrimonio immobiliare italiano è costituito da circa 6.000 miliardi di euro di valore per 12,5 milioni di edifici residenziali che ospitano un totale di 32 milioni di abitazioni di cui il 78,4% circa è occupato da famiglie residenti. Numeri considerevoli che consegnano all’Italia il primato di essere il primo paese in Europa per numero di case ogni mille abitanti, a testimonianza che forse in Italia negli anni si è costruito un po’ troppo, specie in termini di seconde e terze case, spesso poco sfruttate.

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