Cestini stradali: c’erano una volta…

In Trentino, Dolomiti Ambiente cancella un indicatore di civiltà del cittadino e di efficienza delle amministrazioni. di Pierluigi Fedrizzi, esperto nella gestione delle tecnologie per il ciclo dei rifiuti urbani

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Cestini stradali

Nei giorni scorsi si è letto sul quotidiano L’Adige un articolo dal titolo “I cestini servono, non vanno rimossi” con tutte le varie considerazioni del caso. C’è da rimanere perplessi, sia come cittadini comuni che come operatori economici del territorio trentino che frequentano anche altre realtà italiane perché la soluzione prospettata per i cestini stradali non è la soluzione.

Capita periodicamente di leggere sulla stampa locale proclami roboanti su iniziative innovative e quanto si sia bravi a Trento (e a Rovereto) con la raccolta dei rifiuti e la relativa differenziazione, salvo poi leggere il suddetto articolo e cadere nei dubbi. Sembrerebbero esistere due luoghi con lo stesso nome, ma con narrazioni diverse, tanto da essere indotti ad un approfondimento, perché bercele proprio tutte non va bene.

Se si parla con chi è del settore per chiedere lumi in materia, ci si sente dire che i dati ufficiali nazionali (fonte ISPRA e ISTAT) sono un poco diversi da quelli raccontati in Trentino giocando sulle terminologie. Se poi si chiede un parere sui cestini stradali, ci si sente raccontare che la presenza del cestino stradale ricopre una grande valenza operativa pratica, socio-economica e di immagine per una Italia che sempre più dovrebbe puntare sul turismo di tipo culturale, gastronomico e sportivo che si aspetta una gestione dell’ambiente pubblico efficiente.

Del cestino se ne è occupata persino l’intelligenza artificiale che lo ha pure dotato di sensori che fanno meraviglie, ma in Trentino si preferisce gettarli in discarica: ferro vecchio, plastica o ingombranti? Va a saperlo!

Mi sento in dovere di riportare ai “nostri soloni” un fatto che pare pure quasi scontato: «Copiate quello che avete verificato funzionare… Perché così rischiate di sbagliare poco. Non pensatevi sempre più furbi… Avrete un’alta probabilità d’insuccesso. Ricordarsi della centralità del cittadino».

La gestione del rifiuto urbano di strada ha molte possibilità offerte anche dalla moderna tecnologia tra quelle di tracciamento come GPS, RFID, QRCODE, ma rimane comunque centrale il comportamento e le aspettative del cittadino che considera il cestino, posto sul suolo pubblico, come la “cartina di tornasole” della capacità organizzativa di un’amministrazione locale che spesso trascura l’importanza del suo cliente principale: proprio il cittadino.

Provo di seguito a sintetizzare.

Il cittadino deve essere aiutato nella sua quotidianità e non gli si deve complicare la vita per semplificare quella del gestore del ciclo dei rifiuti;

Il cittadino deve essere reso consapevole delle sue responsabilità ambientali (maggiori costi) ed economiche (sanzioni) che si assume quando non espone il suo contenitore ma abbandona sulla pubblica via un sacchetto di rifiuto.

Il cittadino deve essere sicuro e convinto che lo sforzo che fa non sia inutile e che «chi non fa e non sta alle regole», sia individuabile e sanzionabile.

Il cittadino deve essere ricompensato del suo impegno con un costo inferiore per un servizio migliore.

Premesso quanto sopra, la soluzione del problema passa attraverso un cambio di paradigma che coinvolge i tre attori principali del processo gestione ambiente nel suo complesso:

l’amministrazione (comune) a cui fa capo la responsabilità politica della garanzia del servizio della raccolta differenziata dei rifiuti domestici ed il decoro dell’ambiente pubblico;

l’ente gestore (multiutility) a cui fa capo l’organizzazione del servizio che deve vedere il cittadino come un cliente pagante e non un fattore di disturbo alla sua organizzazione;

il cittadino che ha bisogno del servizio e deve accettare che, assieme al suo “diritto” di produrre rifiuti, ha pure il “dovere” di collaborare nello smaltimento migliore nell’interesse della comunità e dell’ambiente.

In definitiva, i cestini stradali non vanno eliminati ma ben gestiti, perché ciò è utile ed obbligatorio. Non è accettabile che per non fare emergere problematiche esistenti, comprese l’incapacità di gestire o per problemi sindacali legati al controllo dell’operatività degli addetti, si pensi di operare in modo da non operare.

Insacchettare i cestini dei rifiuti, mettendoli provvisoriamente fuori uso, non è una soluzione, ma un esempio del non decidere e del non pensare a come si potrebbe fare.

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