In Trentino il commercio al dettaglio è sempre più in crisi, tanto che secondo i dati del Registro delle imprese elaborati dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di commercio, tra il 2010 e il 2023, il settore con attività in sede fissa ha perso 764 unità. In termini assoluti, si passa dai 5.997 negozi del 2010 ai 5.233 di fine 2023.
Significativo anche il divario riscontrato su base annua, che corrisponde ad una perdita di 134 esercizi, considerando che Trentino, a fine 2022, le attività commerciali erano 5.367.
Analizzando le diverse zone di cui si compone il territorio provinciale, si riscontra che l’andamento delle attività commerciali interessa in modo disomogeneo i diversi ambiti geografici. Le comunità di valle più colpite risultano essere quelle più periferiche, come la Valle di Fiemme (-22,4% negozi in 13 anni), la Valsugana e Tesino (-21,2%), le Giudicarie (-19,4%) e la Val di Non (-18,6%), mentre la Rotaliana, la Paganella e l’Alto Garda e Ledro esprimono una maggiore capacità di tenuta.
I due comuni di Trento e Rovereto, considerati insieme, ospitano il 28,6% degli esercizi commerciali in sede fissa dell’intera provincia e il 34,9% della superficie di vendita. In linea di massima, il peso del comune capoluogo è circa 2,5 volte quello del comune di Rovereto con 1.665 negozi per 221.232 mq di superficie di vendita, contro i 639 negozi per 97.898 mq del maggiore comune lagarino. Un dato che fotografa anche le maggiori dimensioni di popolazione tra i due comuni. Seguono Riva del Garda con 427 esercizi, per una superficie di vendita complessiva di 40.844 mq, e Pergine Valsugana con 298 unità commerciali e una superficie di vendita di 37.441 mq.
In generale, il Trentino è stato interessato da una crescita significativa della superficie media dei punti vendita negli ultimi 13 anni che è passata dai 114 metri quadri nel 2010 ai 141 metri quadri nel 2023, valore che testimonia la sempre più massiccia presenza di grandi catene distributive presenti spesso nei centri commerciali a danno dei negozi di vicinato a gestione familiare.
Se poi si considera la specializzazione dell’attività di vendita degli esercizi commerciali distribuiti sul suolo provinciale, dal 2010 alla fine del 2023 si registra un calo significativo degli esercizi al dettaglio di articoli di abbigliamento (-127 unità dal 2010), di ferramenta–vernici-vetro piano e materiali da costruzioni (-103), prodotti tessili (-90) e di giornali–articoli di cancelleria (-85). In controtendenza, invece, i negozi dediti alla vendita di medicinali (+43 unità), di altri prodotti alimentari in esercizi specializzati (+34) e di articoli medicali e ortopedici (+27).
Sempre a fine 2023, in provincia di Trento, le imprese che svolgono attività di vendita al dettaglio al di fuori dei negozi sono 851, di cui 407 dedite al commercio ambulante (erano 728 nel 2010) e 294 al commercio on-line (erano 55 nel 2010). Seguono 68 unità locali che svolgono vendita a domicilio, 22 che effettuano commercio per mezzo di distributori automatici e 59 che commerciano per corrispondenza, telefono, radio, televisione e (anche) Internet.
Considerando il settore del commercio all’ingrosso, al 31 dicembre 2023, in provincia di Trento, si contano 1.263 imprese registrate e 1.128 imprese attive. Il confronto con i dati rilevati nel 2012 evidenzia che entrambe le categorie del settore hanno riscontrato un calo graduale: le registrate sono diminuite di 271 unità e le attive di 231.
Sul fronte dell’occupazione, se si considerano i lavoratori delle unità locali ubicate in provincia, si riscontra che il commercio al dettaglio offre lavoro a 15.807 addetti, mentre il commercio all’ingrosso ne assorbe complessivamente 6.955.
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