Un anno 2023 tra luci e ombre per l’economia del Friuli Venezia Giulia e uno scenario per il 2024 ancora incerto, dopo il “blocco” causato dal Covid nel 2020 e il rimbalzo positivo «a sorpresa» nel biennio ’21-’22. Sullo sfondo, la convivenza di fronti di preoccupazione, dovuti alla forte instabilità geopolitica e geoeconomica internazionale, e di fattori più incoraggianti come il calo dell’inflazione e l’aumento delle imprese e dell’occupazione in alcuni settori trainanti.
Questo il quadro che emerge dal II Osservatorio sull’economia del Friuli Venezia Giulia, realizzato dal Centro studi della Camera di commercio Pordenone-Udine incrociando e analizzando tutti i principali dati statistico-economici regionali in un confronto con i dati nazionali e internazionali. Il report è stato presentato oggi a Udine.
«Le preoccupazioni – ha commentato il presidente dell’ente camerale, Giovanni Da Pozzo – sono numerose: i due principali focolai di guerra in Ucraina e Medioriente, le difficoltà sul canale di Suez, elezioni che quest’anno si susseguiranno in tantissimi Paesi, molti dei quali cruciali, l’instabilità di alcune superpotenze come la Cina, il conseguente rallentamento della Germania e di chi, come Italia e in regione in particolare, è più esposto su quel mercato. Tuttavia, rileviamo che l’inflazione, dopo i picchi del 2022 sta rientrando su andamenti più naturali e se pure è innegabile la frenata dell’export fra 2022 e 2023 in Friuli Venezia Giulia, mentre altre regioni hanno comunque continuato a fare risultati positivi è vero altresì che il confronto dei valori esportati fra 2019 e 2023 dimostra una crescita».
In regione nel 2023 l’export è sceso del 13,7% su base annua e al netto della cantieristica navale la variazione è più contenuta, -8,1%, ha sottolineato con la responsabile del Centro Studi camerale, Elisa Qualizza, ma comparando 2023 e 2019, si registra invece un +23,2% di export, e con inflazione generale media nel periodo del 16%.
Tra i principali partner commerciali, si evidenzia la diminuzione dell’export soprattutto verso Usa -25%, Austria -23,7%, Francia -14,5% e Germania -12,1%, mentre cresce verso Paesi Bassi (+5,7%) e Croazia (+7,9%). Incremento a doppia cifra verso India (+43,8%), Canada (+10,5%), Brasile (+45%) e Arabia Saudita (+52,7%).
Secondo Prometeia, la crescita del Pil in regione è stata dello 0,8%, mentre per l’Italia sarà +0,7% nel 2024; per il Friuli Venezia Giulia ci si può attendere quest’anno una conferma (con un decimale in più rispetto alla media italiana). L’industria è stabile e le costruzioni, dopo anni di decisa crescita, segnano un lieve rallentamento. Nel 2024 e nel 2025 sarà sempre il terziario a trainare l’economia regionale, mentre l’industria in senso stretto tornerà a crescere a partire dal 2025.
«Un altro fattore critico – ha rimarcato Da Pozzo – ci arriva dal credito alle imprese, in calo in Italia e anche in regione: -5% credito alle imprese in Italia 2022-2023, – 5,2% in provincia di Pordenone e -5,8% in provincia di Udine». Tra gli altri dati positivi, il tasso di crescita complessivo delle imprese registrate in regione nel 2023 è +0,34%, e la sostanziale stabilità degli occupati, rispetto al 2022, con un -0,1% (media italiana +2,1%).
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