Le conseguenze della transizione verde imposta per ukaze comunitario del “Green Deal” dall’Unione europea guidata da dal talebano ambientalista Frans Timmermans farà fare un balzo in avanti all’economia continentale, in termini di innovazione, ma nell’immediato e per almeno i prossimi cinque anni i costi da sopportare saranno molto alti, anche per la produttività delle imprese atteso calare sensibilmente.
Uno studio della Banca centrale europea accende un faro sugli effetti collaterali del “Green Deal”, secondo cui la stretta sulle politiche ambientali la produttività delle imprese inquinanti cala di un terzo in cinque anni.
Gli economisti di Francoforte hanno analizzato la situazione nel gruppo dei sei Paesi Ue più grandi, Italia compresa. L’impatto sulla produttività cambia a seconda del tipo di stretta: i sussidi alla ricerca e sviluppo hanno uno effetto negativo solo nel periodo di transizione, ma successivamente danno una spinta. Le politiche di mercato, come il sistema di scambio di emissioni o le tasse, hanno un impatto negativo persistente, anche se piccolo. Ad avere l’impatto maggiore sui cinque anni osservati sono gli strumenti non di mercato, come i limiti alle emissioni.
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Ad indorare la pillola, nel lungo periodo la stretta sulle politiche ambientali europee porterà ad una nuova ondata di innovazione e di nuove tecnologie sostenibili che aumenteranno la produttività. Forse e a fronte di un danno economico, sociale e tecnologico attuale certo.
Gli esperti della Bce hanno analizzato anche l’impatto di pandemia e shock energetico, i cui effetti sono stati arginati dagli aiuti «generosi e rapidi a livello nazionale ed europeo», che hanno sostenuto famiglie e imprese senza produrre effetti distorsivi sull’economia, utili anche a mitigare gli errori di strategia di von der Leyen e compagnia.
Alcuni cambiamenti nel modo di lavorare, come il ricorso al telelavoro, hanno effetti che dureranno nel tempo. I dati indicano che più aumenta il telelavoro, più cala la produttività, soprattutto in quelle aziende che non avevano esperienza di lavoro da remoto prima del Covid. La produttività – spiega lo studio – viene massimizzata con un livello «moderato» di lavoro da remoto. La transizione digitale ha invece soltanto effetti positivi sulla produttività, ma ad oggi l’impatto resta relativamente modesto, perché solo poche aziende, quelle più avanzate nel digitale, hanno beneficiato della spinta all’innovazione tecnologica e dei processi. Le altre dovranno invece investire di più per formare personale con competenze digitali.
Lo studio della Bce evidenzia la necessità di fare una sostanziale marcia indietro sul percorso del “Green Deal”, peraltro già iniziato della stessa presidente della Commissione uscente Ursula von der Leyen in cerca di una rielezione sempre più difficile e non scontata, che finisce per essere pesantemente controproducente per il sistema europeo a fronte di un contributo limitato e, di fatto, ininfluente sulle emissioni globali, ma fortemente incidente sull’economia, sullo stato sociale e sulla capacità produttiva del continente europeo, ponendolo in una posizione di sudditanza sia nei confronti degli Stati Uniti – dopo averli sostanzialmente eguagliati – che, soprattutto, della Cina.
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