È stato approvato dal Consiglio provinciale di Trento e dalla sua maggioranza di centro destra a guida Lega Salvini il disegno di legge che stabilisce la possibilità di sopprimere fino a 8 orsi pericolosi o problematici ogni anno. Dopo un’intera giornata di lavori, il testo ha ricevuto il via libera con 19 voti a favore, 11 astenuti (tutto il centro sinistra) e 2 voti contrari dei consiglieri di Alleanza verdi e sinistra Lucia Coppola e di Onda Filippo Degasperi.
Soddisfatta la maggioranza: «credo che questo disegno di legge sia l’ennesima opportunità per avvicinare le valli alla città» ha detto l’assessore provinciale al Turismo e commercio, Roberto Failoni, promotore dell’iniziativa legislativa, che modifica una legge provinciale del 2018.
Per il 2024 e il 2025 il numero di orsi potenzialmente rimovibili ammonta a otto esemplari all’anno, di cui non più di due femmine adulte e non più di due maschi adulti, aprendo così anche alla possibile soppressione di cuccioli. I valori sono stati definiti in base all’analisi demografica condotta da Ispra nel 2023, e andranno ricalibrati a partire dal 2026. Gli abbattimenti potranno essere operati solo dal personale del Corpo forestale della Provincia di Trento.
Protesta da parte del mondo animalista che ha manifestato fuori dal Consiglio provinciale. La Lav chiede che Bruxelles apra «una procedura di infrazione contro la Provincia di Trento e il Governo nazionale succube di Fugatti». L’Oipa annuncia una battaglia legale in tutte le sedi possibili. L’Enpa domanda al premier Giorgia Meloni di impugnare la legge trentina davanti alla Corte costituzionale per superamento delle competenze autonomistiche. Wwf Italia definisce la scelta della Giunta Fugatti una «decisione demagogica» e una «facile scorciatoia».
Di fatto, la strada scelta dalla giunta Fugatti pare ripercorrere il tentativo di spallata per superare le norme ordinatorie nazionali, cui anche l’Autonomia speciale del Trentino deve sottostare, così come già successo con il tentativo di imporre le chiusure domenicali alla grande distribuzione, cassata senz’appello dalla Corte costituzionale. Il tentativo messo in scena dalla politica costituisce una sorta di pietoso drappo sull’incapacità di governare una situazione che, se gestita nei dovuti termini, poteva rientrare nella normale convivenza tra uomo e selvatici. Ma così non è stato e la mancata gestione degli orsi negli anni è sfuggita di mano, sfociando anche in episodi di aggressione che sono stati sfruttati dalla politica del centro destra trentino per una facile scorciatoia che avrà fiato corto.
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