Bruno Kessler, il Trentino celebra il centenario del suo ultimo statista

Dopo il politico della Val di Sole la classe politica trentina è precipitata qualitativamente e spesso priva di un disegno di scenario politico a favore dell’Autonomia speciale.

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bruno kessler
Nella foto: Bruno KESSLER Trento, 30 maggio 2005

Sabato 17 febbraio, il Trentino celebra il centenario della nascita di Bruno Kessler, il politico che ha disegnato lo sviluppo sociale, economico e politico del Trentino, di una provincia Autonoma che dopo il suo ritiro dalla politica ha vissuto quasi di rendita sulle sue intuizioni. Le intuizioni e la capacità di disegnare uno scenario politico-economico di ampio respiro: proprio quello che tutti i politici che gli sono succeduti alla guida dell’Autonomia speciale difettano più o meno grandemente.

Kessler è stato uno dei principali protagonisti del processo di modernizzazione del Trentino del secondo Novecento. Nasce nel 1924 a Cogolo di Pejo, consegue la maturità classica a Rovereto e la laurea in Giurisprudenza a Padova. Avvocato, è presidente della Provincia autonoma di Trento dal 1960 al 1973, presidente della giunta regionale dal 1974 al 1976, deputato dal 1976 al 1983 e in seguito senatore. Nel primo governo Cossiga (1979 –1980) è anche sottosegretario all’Interno.

Bruno Kessler
Bruno Kessler nella Sala Depero, sede del Consiglio provinciale di Trento.

Padre del primo Piano urbanistico provinciale approvato nel 1967, come presidente della Provincia vara il secondo Statuto d’autonomia nel 1972, e nel 1977 diventa membro della Commissione dei dodici per l’elaborazione delle norme di attuazione dello Statuto di autonomia.

Nel 1962 nasce l’Istituto Trentino di Cultura (Itc) come prima pietra del progetto voluto da Bruno Kessler, allora presidente della giunta della Provincia di Trento, per dotare la comunità trentina di una propria università. Subito dopo il varo della legge istitutiva dell’Itc, il 12 settembre 1962 viene fondato l’Istituto superiore di Scienze sociali, trasformato nel 1972 in Libera Università degli Studi di Trento articolata nelle facoltà di Sociologia (la prima a livello nazionale), Scienze matematiche, fisiche e naturali, Economia e commercio. Nel tempo, altre facoltà si aggiungono, fino alla statizzazione dell’ateneo trentino, avvenuta nel 1982. Mentre l’Itc si è trasformato nella Fondazione Bruno Kessler attiva nei campi della ricerca sociale e tecnologica ai massimi livelli mondiali.

Per il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Claudio Soini, «Kessler è stato davvero artefice del salto di qualità della nostra Autonomia, un balzo saldamente fondato sulle straordinarie prerogative concesse al Trentino dalle norme costituzionali seguite al patto Degasperi-Gruber. Kessler è il primo presidentemoderno” che apre un ufficio relazioni pubbliche in Provincia, ma di una modernità non in conflitto col parlare in dialetto trentino e col radicarsi orgogliosamente nel passato, nelle tradizioni, nella cultura ereditata dalla famiglia e dalla gente della sua valle».

Peccato solo che l’eredità politica di Kessler non abbia trovato validi epigoni, con la politica dell’Autonomia speciale incapace di allevare personalità di pari levatura, costretta a convivere, specie nelle ultime legislature dell’Autonomia speciale, con personaggi spesso meschini e di dubbia levatura e preparazione, che antepongono gli interessi della propria parte politica (o, peggio, quelli personali) a quelli dell’intera collettività trentina, che ancora oggi viaggia grazie alle intuizioni ambientali, culturali ed economiche di quel Kessler tutt’ora ineguagliato.

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