Tra il 2012 e il 2023, in Italia, è sparito oltre un negozio su cinque, pari a 111.000 punti vendita al dettaglio in meno e che non sono stati sostituiti e 24.000 le attività di commercio ambulante perdute, mentre sono aumentate le attività di alloggio e ristorazione (+9.800): questi i dati principali dell’analisi “Demografia d’impresa nelle città italiane“, realizzata dall’Ufficio studi di Confcommercio con il centro studi Guglielmo Tagliacarne che registra una «sempre più preoccupante desertificazione commerciale» delle città, specie nei centri storici più che nei quartieri periferici.
Secondo Confcommercio il rischio di desertificazione commerciale più alto in Italia è nel NordEst che, negli ultimi anni, ha sofferto moltissimo, anche per la riduzione del turismo russo e tedesco e che, tra il 2012 e 2021, ha visto un calo di oltre il 30% in termini di variazione percentuale dei negozi. Un’altra zona particolarmente colpita è la Liguria, segnata dalla perdita di popolazione.
Al contrario resistono i comuni, soprattutto del Sud, particolarmente attrattivi per i turisti e per non residenti come gli studenti fuorisede, come nel caso di Bologna. Queste aree hanno una perdita di negozi non particolarmente grave, tra il 3 e il 12% nel periodo 2012-2021 che si accompagna a un incremento superiore al 20% delle attività non strettamente commerciali come bar, ristoranti, rosticcerie e “bed and breakfast”.
«Se la densità commerciale si riduce del 33% non siamo a rischio di desertificazione ma è, secondo me, già desertificazione conclamata – osserva il direttore dell’Ufficio studi, Mariano Bella -. Se metti anche che le banche di alcuni piccoli comuni non hanno più sportelli, abbiamo un problema di disagio sociale che in Francia hanno studiato bene e hanno correlato alle proteste dei “gilets jaunes”».
Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, «è prioritario contrastare la desertificazione commerciale con progetti di riqualificazione urbana per mantenere servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività delle nostre città. In questa direzione vanno il progetto “Cities” di Confcommercio e la rinnovata collaborazione con l’Anci a conferma del nostro impegno per favorire uno sviluppo urbano sostenibile e valorizzare il ruolo sociale ed economico delle attività di prossimità nelle città».
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