L’orso M90 giustiziato dal presidente del Trentino Fugatti

Sentenza di morte applicata facilmente dai Forestali seguendo il radiocollare. Protesta degli ambientalisti. Brambilla: «atto di arroganza e crudeltà».

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Era nell’aria, annunciata anche dall’assessore al turismo del Trentino, il leghista Roberto Failoni, e puntualmente è arrivata praticamente in tempo reale a sole due ore dalla firma del decreto del presidente leghista della Provincia, Maurizio Fugatti, con la sentenza di morte dell’orso M90, colpevole di essere diventato troppo confidente verso l’uomo e gli spazi abitati alla ricerca di cibo facile.

Di fatto, si tratta di un’anticipazione di quella legge che lo stesso Fugatti ha detto di volere approvare il prima possibile per consentire la soppressione fino a 8 orsi all’anno, vuoi per contenerne parzialmente il numero in continua crescita, vuoi per “prelevare” quegli esemplari che fossero troppo problematici per gli abitanti del territorio.

Ferma e vibrante la protesta del mondo degli ambientalisti, mentre la Lega Salvini festeggia.

«Si tratta di una vera e propria esecuzione, e i tempi ristretti tra pubblicazione del decreto e notizia di esecuzione della condanna ci fanno pensare che mentre Fugatti firmava l’uccisione, le carabine erano già fumanti – ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile area selvatici della LAV -. Tutto questo è stato studiato a tavolino per impedirci di intervenire in difesa di M90, un giovane orso di appena 3 anni, da poco indipendente dalla madre».

«Ci è stato impedito di difendere M90 ricorrendo al TAR contro la sua condanna a morte, ma non ci fermeremo di fronte agli “ammazzaselvatici”: oggi è il giorno del dolore, ma siamo già al lavoro per ottenere giustizia per M90 e tutti gli altri orsi casualmente trovati morti dopo le condanne di uccisione – prosegue Vitturi -. Questa uccisione non aumenta in alcun modo il livello di sicurezza dei cittadini trentini, questo sia chiaro. M90 è stato ucciso perché considerato confidente, e lo era diventato perché aveva a disposizione cassonetti aperti ovunque».

Per causa umana e per causa di quei politici pressapochisti che non hanno attuato serie politiche di prevenzione, a partire dalla stessa Provincia che è responsabile dell’uccisione di fauna protetta, visto che la stessa ISPRA che non si è opposta all’uccisione dell’orso, sollecitava da tempo la Provincia di Trento ad installare i cassonetti anti-orso, quando è già noto che la loro messa in opera terminerà solo nel 2028 per ammissione dell’assessore Zanotelli, ovvero con ben 24 anni di ritardo da quando la Provincia ha preso in mano la gestione degli orsi sul suo territorio. Forse per lasciare il tempo utile per sopprimerne una buona parte di dritto o di rovescio.

«Quanti orsi saranno nel frattempo stati resi colpevolmente confidenti dalla mancata gestione delle fonti alimentari da parte dell’amministrazione provinciale?» si domanda la Lav che sabato 10 febbraio dalle ore 14:00 rilancia la mobilitazione popolare in piazza Dante a Trento dinanzi la sede della Provincia alla manifestazione organizzata da Stop Casteller in difesa degli orsi e contro la politica ammazza orsi di Fugatti e del suo governo provinciale in ricordo di M90.

«Siamo molto soddisfatti per il lavoro svolto dal presidente Fugatti. L’abbattimento effettuato oggi dalla guardia forestale è frutto di una politica a tutela del territorio e a garanzia della sicurezza dei nostri concittadini – commenta la Lega Salvini in una nota stampa dei consiglieri provinciali -. Piena solidarietà per le minacce che stanno arrivando a Maurizio b. Siamo sicuri che non desisterà nel suo lavoro».

E per una Lega Salvini che festeggia alla soppressione dell’orso M90, dura è la condanna dell’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente e presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, secondo cui «l’uccisione del povero orso M90 su ordine del presidente Fugatti è una vergogna, una pagina bruttissima nella storia del nostro Paese, un atto di miopia, di arroganza e di crudeltà senza precedenti, perché il presidente della Provincia ha fatto uccidere l’orso, munito di radiocollare, dopo averlo individuato, mettendo la firma quando l’animale era ormai sotto tiro. Così ha negato ai cittadini che non la pensavano come lui la possibilità di esprimersi, a noi associazioni la possibilità di impugnare il provvedimento, alla magistratura la possibilità di vagliare questo atto a mio avviso folle ed eventualmente bloccarlo, come ha fatto finora».

Per Brambilla «con Leidaa e le altre associazioni ambientaliste abbiamo già deciso di chiedere tutti gli atti perché Fugatti risponda del suo gesto, commesso in spregio di tutti noi, che non deve ripetersi mai più. Il fatto che sette orsi siano stati trovati morti nei boschi del Trentino con fortissimi sospetti di bracconaggio confermati in alcuni casi, mostra che l’attuale regime sanzionatorio è inefficace. Anche per questo bisogna condurre rapidamente in porto la mia proposta di legge AC30 che inasprisce le pene per chi uccide o maltratta gli animali, tutti gli animali».

Critiche all’operato di Fugatti anche dal ministro all’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, secondo cui «potevano esserci soluzioni alternative all’abbattimento dell’orso M90».

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