Concorrenza e concessioni, nuovo richiamo di Mattarella a governo e al Parlamento

La proroga di 12 anni alle concessioni dei commercianti ambulanti è contraria alla norma europea. Così come per i balneari.

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L’Italia e, soprattutto, la politica del centro destra si conferma allergica alla concorrenza, tanto da costringere il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad un nuovo richiamo alla politica in occasione della promulgazione della legge annuale sulla concorrenza, una promulgazione forzata perché indispensabile al percorso del Pnrr, ma evidenziando il palese contrasto con le norme europee, invitando a correggerla al più presto per evitare sanzioni dalla Commissione europea.

Nella legge appena approvata c’è un passaggio dedicato al commercio ambulante che ricorda molto quello dello scorso febbraio sui balneari per il quale il presidente della Repubblica decise di intervenire allo stesso modo, cioè firmando la legge ma accompagnando il via libera con una lettera di richiamo indirizzata a governo e Parlamento.

In un lungo ed articolato comunicato, il Quirinale ha fatto sapere all’esecutivo – e ai presidenti di Camera e Senato – come nel testo della legge sulla concorrenza siano evidenti «profili di contrasto con il diritto europeo»: ragione per la quale il capo dello Stato ritiene siano «indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di Governo e Parlamento». L’ennesimo invito ad agire rapidamente per sanare una situazione delicata, lasciata passare solo in nome di un’esigenza superiore come quella di non perdere i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

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Il provvedimento approvato è dedicato alla concorrenza nel settore del commercio ambulante, ma è lo stesso Quirinale a ricordare come le osservazioni siano «molto simili» a quelle espresse al governo rispetto alle concessioni del demanio marittimo a favore dei balneari, settore peraltro per il quale i rilievi europei e del Colle non sono stati ancora soddisfatti a distanza di quasi un anno, con la Commissione europea che ha già imbracciato le procedure di sanzione nei confronti dell’Italia con possibili multe milionarie.

Tralasciando le diverse dettagliate precisazioni tecniche, secondo Mattarella si presentano «profili di contrasto con il diritto europeo e decisioni giurisdizionali definitive accrescono l’incertezza del quadro normativo, determinando la necessità di garantire la certezza del diritto e l’uniforme interpretazione della legge da parte di tutti i soggetti coinvolti».

Uscendo dalle complessità normative, la sostanza dei rilievi presidenziali si concentra ancora una volta sul deficit di concorrenza e l’uso spregiudicato delle proroghe da parte della politica che sta provocando libere interpretazioni a livello locale.

La questione è particolarmente cara al centrodestra che storicamente ha difeso le categorie degli ambulanti e dei balneari oltre che dei tassisti, come conferma la rapidissima reazione della Lega di Matteo Salvini che, criticando velatamente la lettera del Quirinale, assicura «siamo impegnati per garantire diritti e futuro alle migliaia di lavoratori e imprenditori del commercio ambulante e del settore balneare. Non ci arrendiamo a chi, nel nome dell’Europa, ha provato a svendere lavoro e sacrifici di migliaia di italiani».

Piccate reazioni anche da parte di alcune associazioni dei balneari che, pur sottolineando che l’intervento odierno del Colle riguarda gli ambulanti, attaccano Mattarella: «sorprende davvero che il Quirinale, con tutti i problemi che attanagliano il Paese, e le vicinissime aree oggetto di pericolosi conflitti, trovi il tempo per porre la sua attenzione sulla questione delle concessioni questa volta del commercio ambulante dopo che l’anno scorso già intervenne per le concessioni balneari con affermazioni prive di fondamento, dimostrate poche settimane fa dalla sentenza di Cassazione a sezioni unite», scrive ad esempio Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Confindustria.

Vanno invece all’attacco le opposizioni. «Ha fatto bene il presidente Mattarella a richiamare il governo sulla messa a gara delle concessioni demaniali perché il governo fa gli interessi di poche lobby amiche a danno di tutti gli altri – osserva il capogruppo Pd al Senato, Francesco Boccia -. L’assenza di concorrenza nei servizi pubblici penalizza il nostro Paese, facendoci incorrere nelle sanzioni europee che i cittadini pagheranno».

Tornando al merito della questione, cioè la regolamentazione degli ambulanti, il Quirinale cita l’articolo 11 della legge appena approvata che «introduce una nuova proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo di 12 anni, una cosaincompatibile” con i principi ribaditi dalla Corte di Giustizia, dalla Corte costituzionale, dalla giurisprudenza amministrativa e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Inoltre i criteri generali per il rilascio di nuove concessioni sono restrittivi della concorrenza in entrata e favoriscono, in contrasto con le regole europee (direttiva Bolkestein ndr), i concessionari uscenti».

Per il premier Giorgia Meloni si tratta di un inizio d’anno spinoso, compressa tra l’esigenza di evitare il conflitto frontale con la Commissione europea in un anno che vedrà l’elezione del nuovo Europarlamento e la nomina della nuova Commissione, evitare che scatti il deferimento alla Corte di giustizia per la mancata effettuazione delle gare sulle concessioni dei balneari e il mal di pancia di buona parte della sua maggioranza che annuncia di prendere con calma l’ennesima rampogna presidenziale puntando a fare le modifiche richieste attraverso la legge concorrenza 2024 che sarà approvata entro fine anno, piuttosto che agire rapidamente utilizzando il treno della conversione in legge del decretoMilleproroghe” appena varato dal governo.

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