2024 navigazione a vista per l’Italia, per stessa ammissione del premier Giorgia Meloni, anno che potrebbe rivelarsi anche più difficile del 2023 in via di esaurimento, complici soprattutto i condizionamenti esterni che potrebbero avere pesanti riflessi a livello nazionale.
Il governo Meloni ha appena incassato l’approvazione della Finanziaria 2024 al Senato e, in attesa della ratifica finale della Camera la prossima settimana, i 28 miliardi di maggiore spesa che immette nel sistema potranno fare ben poco per sostenere l’economia che rallenta pesantemente, anche perché gran parte della nuova spesa è costituita dalla conferma del taglio del cuneo fiscale – circa 100 euro al mese di maggiore guadagno per i contribuenti fino a 28.000 euro lordi di guadagno annuo – e dall’avvio della riforma fiscale con la fusione dei primi due scaglioni con un vantaggio concreto in busta paga di circa 250 euro all’anno per coloro che guadagnano fino a 35.000 euro lordi annui.
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Il problema è che si tratta di un taglio non strutturale, limitato al solo 2024, in attesa di trovare coperture per renderlo strutturale negli anni a venire. Cosa che si preannuncia piuttosto difficile, complice il rallentamento dell’economia italiana e, più in generale, di quella europea, con la Germania che è in recessione tecnica, l’inflazione in leggero calo ma ancora ben presente e che potrebbe riaccendersi sotto la spinta dei maggiori costi di trasporto delle merci e delle materie prime provenienti da Oriente sotto la spinta dei continui attacchi alle navi dei ribelli Houthi dello Yemen settentrionale che stanno inducendo le compagnie di navigazione a cambiare rotta, abbandonando il passaggio per il Mar Rosso per il periplo dell’Africa. Con tutti i costi che ciò comporta.
Se la livello nazionale il 2024 è navigazione a vista, complice anche gli effetti negativi sui conti pubblici del Superbonus 110% che si avvia a scaricare altri 22-25 miliardi di euro sui conti del 2023 che potrebbero finire con l’aumentare il deficit pubblico, anche a livello locale le cose non vanno molto bene, specie in tre regioni che devono affrontare il 2024 con il forte debito della sanità deliberando addizionali regionali portate al massimo per coprire il buco generato da una cattiva amministrazione da parte di una lunga serie di governi a guida Pd di Toscana, Emilia Romagna e Puglia, con i governatori delle ultime sue regioni in ambasce anche sul proprio futuro politico, essendo entrambi, Bonaccini ed Emiliano, a quasi fine mandato.
Insomma, 2024 navigazione a vista e l’Italia necessita di un nocchiero capace e dotato di polso fermo per condurre il paese in acque tranquille e su una rotta di rilancio dell’economia nazionale più robusta degli “zero virgola” che per troppi lustri hanno inchiodato il Belpaese.
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