Corte dei conti condanna bis a Valduga per l’incarico di dirigente ad Amadori

La reiterazione della nomina dopo la rielezione a sindaco, nonostante una prima condanna appellata a Roma, la magistratura contabile bacchetta nuovamente il leader di Campobase.

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Corte dei conti Francesco Valduga
L'ex sindaco di Rovereto e neo consigliere provinciale del Trentino, Francesco Valduga.

La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti di Trento, in parziale accoglimento delle richieste della Procura regionale, ha condannato Francesco Valduga, già sindaco del comune di Rovereto e oggi consigliere provinciale, al pagamento, in favore del comune di Rovereto della somma di 331.046,81 euro in relazione alla reiterazionedel conferimento dell’incarico di dirigente e di direttore generale dell’Ente locale a Mauro Amadori.

L’operato del sindaco – ricorda una nota della Corte dei contiera già stato oggetto del vaglio da parte della Corte dei conti che, con sentenza n. 81/2021 aveva condannato Valduga, unitamente alla Giunta comunale, per aver conferito, per il periodo 2015-2020, l’incarico di dirigente a tempo determinato e, immediatamente dopo, quello di direttore generale ad Amadori, funzionario della Provincia autonoma di Trento.

Le puntuali indagini svolte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Rovereto – prosegue la nota – hanno consentito di accertare che il sindaco Valduga, nonostante avesse già ricevuto la contestazione della Procura contabile sulla assenza dei requisiti di Amadori, ha reiterato, con atti adottati in prima persona, il conferimentodell’incarico di dirigente nonché di direttore generale sino alla fine del primo mandato di sindaco e, quindi, sinoalla fine del mandato in corso con ulteriori provvedimenti adottati sempre dal sindaco medesimo subito dopo la propria rielezione, avvenuta nell’ottobre 2020.

La Procura della Corte dei conti, aveva citato a giudizio l’ex sindaco di Rovereto per un danno erariale di 461.249,47 euro, ritenendo che la consapevole e reiterata violazione della disciplina dei requisiti per ricoprireun incarico di dirigente e, quindi, di direttore generale, contenuta in specifiche norme di legge e del regolamento del comune di Rovereto integrasse una fattispecie dolosa di responsabilità amministrativo-contabileil cui danno erariale è stato quantificato in misura pari agli esborsi sostenuti per remunerare l’Amadori, incaricatosine titulo” dal sindaco Valduga. La sentenza della Sezione giurisdizionale ha confermatol’attribuzione di responsabilità all’amministratore a titolo di dolo, pur operando una riduzione dell’importo del danno richiesto, ritenendo che l’Ente locale abbia comunque tratto una qualche utilità dalla prestazione resadal direttore generale, benché la sua nomina sia risultata illegittima.

Ora la situazione di Valduga si complica non poco, anche alla luce dell’appello della prima sentenza di condanna che sta attendendo la definizione a Roma. La nuova condanna in primo grado per non avere sanatouna situazione amministrativa già oggetto di condanna – e nel primo grado oltre a Valduga era stata condannata anche l’intera giunta comunale del tempo – potrebbe pesare non poco sulla conferma in appello, oltre ad aprireun eventuale scenario anche penale, visto che i magistrati contabili hanno nuovamente sottolineato l’esistenzadi un comportamento doloso da parte dell’ex sindaco.

La nuova condanna apre una riflessione in ordine allo scenario politico locale, dove Valduga è assurto a consigliere provinciale dopo una campagna elettorale dove concorreva come candidato presidente della coalizione di centro sinistra in contrapposizione a quello di centro destra risultato largamente vittorioso. Se la sentenza odierna fosse avvenuta qualche mese addietro, probabilmente anche l’esito delle elezioni sarebbestato differente e, probabilmente, avrebbe consigliato il centro sinistra a scegliere un candidato presidentedifferente e, probabilmente, con maggiori probabilità di vittoria.

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