Superbonus 110%, è caos con imprese e proprietari che rischiano un bagno di sangue

Il passaggio dal 1° gennaio 2024 dal 110 al 70% rischia di lasciare scoperti molti cittadini che si sono fidati della promessa di avere la casa ristrutturata “aggratis” da Conte & C.

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Superbonus 110%

Attorno agli ultimi giorni di valenza del Superbonus 110% è caos perché tutti i cantieri ancora aperti e non completati entro il 31 dicembre 2023 saranno sottoposti alla decurtazione dell’incentivo dal 110% al 70%, esponendo i malcapitati proprietari di case che si sono fidati delle promesse di Giuseppi Conte & C. di avere la propria casa ristrutturataaggratis” a doverci mettere la differenza. E se i malcapitati proprietari non hanno sufficienti risorse, sono dolori.

Forza Italia spinge per una proroga dell’estensione del 110% solo per i condomini che abbiano un cantiere almeno a due terzi dell’avanzamento dei lavori, tale da consentirne il completamento nei primi mesi del 2024senza dovere costringere le imprese ad una corsa contro il tempo, che avrebbe anche conseguenze negative sulla qualità e sicurezza del lavoro. Dall’altro, c’è il ministro delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che è tetragonocontro qualsiasi proroga, visto che il Superbonus 110% ha comportato – e comporterà per i prossimi 4 annialmeno – fortissimi problemi di bilancio vista la spesa fuori controllo, passata da una previsione iniziale di 30 miliardi ad oltre 100 miliardi già impegnati e un tendenziale di concludere a 120 miliardi quando tutti i cantieri autorizzati saranno completati. Il tutto a fronte di una percentuale risibile di patrimonio immobiliareriqualificato, meno del 5%.

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Il problema è duplice, sia per le imprese e che per i proprietari di case. Per le imprese c’è il rischio di forti problemi finanziari per rientrare delle somme anticipate per l’avanzamento del cantiere se non sarà possibile presentare la certificazione di stato avanzamento lavori entro il 31 dicembre 2023 per centrare l’incentivazione competa, perché non è detto che tutti i proprietari di casa abbiano risorse sufficienti per fronteggiare il 30% di quota di loro competenza. E il rischio per le imprese, come denunciato dalle rispettive organizzazioni di categorie, è un’impennata degli stati d’insolvenza e di fallimento.

Per i malcapitati proprietari di casa che si sono fidati delle promesse di Giuseppi Conte & C. di avere la casa ristrutturataaggratis” come strombazzava la martellante propaganda grillina che è finita per agevolare le casedei ricchi, come ville, case unifamiliari e pure 7 castelli invece che i condomini di periferia, il rischio è, oltre a quello di dovere fronteggiare una spesa imprevista di qualche decina di migliaia di euro, il rischio di trovarsiinvischiati in una situazione estremamente spiacevole, con la richiesta di escussione forzata del debitore sia da parte delle imprese che lamentano il mancato pagamento dei lavori effettuati e pure da parte dell’Agenzia delle entrate per recuperare le quote di contributo già erogate, questo nel caso malaugurato – ma che rischia di diventare la normalità – di cantieri bloccati e di lavori non completati.

Per i proprietari il rischio è semplicemente perdere la propria abitazione in una delle tante procedure di venditaall’asta per recuperare le quote di spettanza all’impresa e al fisco. Sempre sperando che il ricavato della venditaall’asta sia sufficiente a ripagare il debito, sennò si entra in un girone infernale, che prevede, oltre alla perditadella casa di proprietà, pure il peso di un debito che non si riesce a ripagare.

Comunque la si rigiri, la bomba Superbonus 110% è innescata ed è pronta a deflagrare infliggendo danni a tutti.

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